Australian Open - Arnaldi, Nardi, Passaro, Bellucci, Cobolli e... Perchè il futuro dell'Italtennis ci farà sognare

Trovare un numero, un evento o una statistica che descrivano in maniera inequivocabile lo straordinario momento che il tennis italiano sta vivendo è un'impresa difficile, forse riduttiva. Le qualificazioni di una prova del Grand Slam sono una passerella per molti giovani talenti, così come per vecchie glorie ormai scivolate nel limbo tra paradiso e purgatorio del tennis mondiale. Nei primi due giorni di competizioni a Melbourne Park abbiamo assistito a prestazioni convincenti da parte della giovane Italia. Forse basterebbe menzionare il fatto che agli scorsi US Open c'erano 18 azzurri al via nelle qualificazioni nel tabellone maschile, record storico. In Australia non siamo da meno, partivamo in 16.

Siamo invece andati ad analizzare le posizioni del ranking ATP tra la 100esima e la 300esima, la pancia del circuito, la fascia che raccoglie i giocatori "da challenger" che comprendono potenzialmente molti giovani pronti ad emergere. La Repubblica Ceca conta tre giocatori nati dal 2000 in avanti in questo range di classifica. Seguono la Francia con sei e l'Argentina con sette. L'Italia ne piazza nove: Passaro, Arnaldi, Bellucci, Nardi, Cobolli, Zeppieri, Maestrelli, Darderi e Gigante. Tutte le altre nazioni, comprese Spagna, Germania, Stati Uniti e Australia, ne contano solo due o meno. E' vero, gli iberici hanno un numero uno al mondo 19enne, ma noi non abbiamo contato Sinner e Musetti, entrambi in Top 20.

Saranno il clima mite e l'ottimo cibo? A nostro avviso per provare a spiegare questa incoercibile esplosione di talento tricolore si possono formulare alcune ipotesi ma, come in ogni generazione di campioni e fuoriclasse, spesso alcuni elementi trascendono la logica. Se questi incredibili traguardi raggiunti dal tennis maschile fossero da ricondursi solamente a fattori pratici, come spiegare il mancato ricambio generazionale nel tennis femminile, senza nulla togliere alle pure brave Paolini, Bronzetti e Cocciaretto?

La prima idea è che nel Belpaese si sia inequivocabilmente sviluppato un interesse per questo sport senza precedenti, grazie soprattutto a un'intelligente attività promozionale della neo-ribattezzata FITP. L'organizzazione delle Finals a Milano prima e Torino poi ha un ruolo di rilievo ancora maggiore. Per non parlare degli ATP di Firenze e Napoli e la Coppa Davis ospitata a Bologna. Questa mobilitazione ha rinvigorito l'intero movimento, mettendo a disposizione più risorse da investire nei settori giovanili.

Italiani, un popolo di santi, poeti, navigatori e organizzatori di Challenger. Se ne sono disputati 28 l'anno scorso, più di ogni altra nazione. E' fondamentale garantire opportunità per competere ad alto livello senza viaggiare e spendere molto, così come un determinato numero di wild card che possa velocizzare la transizione dei giovani più promettenti. Si è rivelato molto efficace anche il meritocratico meccanismo delle pre-qualificazioni per il Foro Italico, un torneo interno che mette in palio le wild card per gli Internazionali d'Italia. Ad aggiudicarsi quelle per il main draw furono Passaro e Arnaldi, guarda caso proprio i due italiani che hanno fatto compagnia a Musetti tra i migliori otto Under 21 nelle Finals di Milano.

L'ultima ipotesi che viene proposta è più astratta, e se vogliamo, un po' romantica. Crediamo che gli exploit della vecchia guardia, più o meno rilevanti o isolati, abbiano spronato la nuova generazione a lavorare ancora più sodo, perchè hanno visto con i propri occhi il risultato più vicino, tangibile e realizzabile. Solo per menzionarne alcuni: Fognini a Montecarlo, l'epopea parigina di Cecchinato, gli esempi degli intramontabili Lorenzi e Seppi, Musetti ad Amburgo, le gloriose scalate di Sinner e Berrettini e chissà, nel loro piccolo, magari anche i guizzi memorabili delle carriere ordinarie di Travaglia, Giannessi, Fabbiano e molti altri. "Se ce l'hanno fatta loro, posso farcela anche io". Gli astri nascenti del tennis italiano, dunque, non sono emersi per un fortuito e fortunato allineamento dei pianeti, ma sono il frutto di una lunga serie di fattori che ha contribuito a creare questa età dell'oro.

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Gli Australian Open 2023 saranno trasmessi in esclusiva su Eurosport 1 ed Eurosport 2, oltre ovviamente a Discovery+, la nostra piattaforma streaming con tutti i campi a disposizione a partire da lunedì 16 gennaio 2023 con i primi match del tabellone principale. Solo con la nostra piattaforma in live streaming digitale dunque si potrà godere della copertura totale dei campi per seguire tutti i tuoi tennisti preferiti con un'offerta unica nel suo genere. Anche gli abbonati a DAZN, Sky (canali 210 e 211), e Tim Vision avranno a disposizione i due canali lineari di Eurosport 1 ed Eurosport 2 e potranno gustarsi il primo Slam stagionale a partire dal 16 gennaio 2023, giorno di inizio torneo del tabellone principale.

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Il prize money toccherà la cifra di 48,3 milioni di euro da distribuire tra tutti i tabelloni principali (doppi inclusi) e quelli di qualificazione di singolare maschile e femminile. L’aumento è del 3,4% rispetto al 2022 e si colloca in una tendenza di crescita ininterrotta a partire dal 2003, quando il totale era inferiore a 20 milioni di dollari australiani

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