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Caroline Garcia: "Vincere uno Slam è un sogno concreto" - Players' Voice

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Pubblicato 21/12/2022 alle 10:38 GMT+1

PLAYERS' VOICE - In questa edizione di Players' Voice a raccontarsi è Caroline Garcia, n°4 della classifica mondiale e vincitrice delle ultime WTA Finals. La tennista francese è stata in grado di mettere insieme a una seconda parte di stagione davvero straordinaria. Oggi ci racconta il suo viaggio, la sua crescita, i suoi obiettivi per la stagione 2023 a partire dall'Australian Open a gennaio.

Caroline Garcia - Players' Voice

Credit Foto Eurosport

Quando abbiamo parlato con lei, Caroline Garcia era appena tornata dalle vacanze. Una pausa essenziale dopo sei incredibili mesi di successi. Con una rimonta pazzesca, Garcia ha scalato il ranking WTA dal 75° posto (dopo il Roland-Garros) al 4° di fine anno, arrivato dopo la vittoria al Masters. La francese ha vissuto davvero una seconda metà di stagione pazzesca.
A 29 anni ha ritrovato il piacere e l'ambizione e intende trasformare questo periodo euforico in qualcosa di molto più duraturo. Il suo successo alle WTA Finals le ha regalato il suo titolo più importante della carriera, ma non ha riserve per il futuro. Un Grande Slam? Il secondo posto nella classifica WTA? Addirittura il numero uno? Perché no? Sentendosi bene con se stessa, fiduciosa nel suo tennis, la nuova Caroline Garcia vede i suoi sogni trasformarsi in ambizione.
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Caroline Garcia

Credit Foto Getty Images

Vedo il Masters come il mio più grande successo. Di solito è considerato il quinto torneo dell'anno, subito dopo i tornei del Grande Slam. Il formato è particolare, perché puoi permetterti anche di perdere una partita. Nel mio caso la partita contro Kasatkina è stata un po' come un quarto di finale. Chi avrebbe vinto sarebbe andata avanti. C'era tanta tensione per essere l’ultima partita del girone. Ma in generale è un torneo dove devi vincere almeno quattro partite contro ragazze che sono classificate da 1 a 8; e questo nell'arco di una settimana. Quindi è ancora piuttosto intenso... Se ci pensi invece a volte puoi vincere un Grande Slam senza battere nessuna Top 10 o Top 20. Quindi è un titolo che per me ha davvero un grande significato.
È un sollievo per me? Non lo so. Sì e no. Forse questo mi toglie un po' di peso. Ma allo stesso tempo rende ancora più concreto il sogno e l'obiettivo di vincere uno Slam. Perché ti fa venire voglia di andare per qualcosa di più. Questo è lo sport, questo è il tennis. Una volta che hai realizzato qualcosa, vuoi sempre fare di più.
Cercare di vincere i titoli più importanti è ciò che alimenta la mia motivazione. È il motivo principale per cui mi alleno ogni giorno. Certo, il Master è molto importante, mi mostra di cosa sono capace. Ma penso che il mio gioco possa ancora migliorare. Sento di essere in grado di ottenere cose più grandi. Dopo aver raggiunto le semifinali agli US Open e poi aver vinto le WTA Finals, vincere uno Slam diventa un sogno concreto, tangibile, anche se la strada è ancora lunga. Ho ancora sette partite da vincere per portarmi via uno Slam. La strada non è più breve ora che ho vinto il Masters.
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Caroline Garcia

Credit Foto Getty Images

Ma immagino che mi renda ancora più sicura che non sia impossibile. Mi mostra che sono in grado di poter competere per vincere un titolo dello Slam. Saranno sicuramente due settimane "impegnative" sotto tanti punti di vista, ma ho capito di avere il livello di gioco per poterlo fare. Ora so come affrontare le brutte giornate. Ciò non significa che sarò in grado automaticamente di farlo e vincere in quel giorno, ma so che ho le capacità potenziali per riuscirci. Insomma, mi sento molto più fiduciosa.
Ho già raggiunto il quarto posto della classifica WTA nel 2018, ma oggi la situazione è diversa per tanti motivi. Prima di tutto, ho cinque anni in più. Non vedi le cose allo stesso modo. A quel tempo stavo entrando in una dimensione tennistica che ancora non conoscevo. Oggi non più. Ci sono già passata. So cosa aspettarmi. Ho un po' più di esperienza per capire ciò che accadrà. A quel tempo forse non siamo riusciti a gestire tutte le cose correttamente, ma oggi possiamo fare affidamento su quell'esperienza, abbiamo qualche insegnamento in più su come gestire le cose negative. Mi sento più a mio agio. Diciamo così: ho più armi a disposizione per gestire ciò che comporta il successo.
Il mio gioco è stato molto solido negli ultimi sei mesi, da quando sono tornata dall'infortunio al Roland Garros. Sono riuscita a vincere delle partite senza giocare il mio miglior tennis, sono riuscita a venire fuori da situazioni che forse in passato non avrei superato per poi vincere il match. Ma soprattutto ora ho un’identità chiara in campo. Che funzioni o meno, so cosa devo fare, so dove voglio andare, so come devo giocare. Penso di essere molto più in grado di prendere in mano la partita a prescindere che vada poi bene o che vada male. Ho l’atteggiamento giusto, la mia identità, faccio sentire la mia presenza in campo. Che è ciò che serve per battere i tuoi avversari.
Ora, nella mia testa, le cose sono molto più chiare. Sono tornata praticamente dal nulla; è l’ho fatto imponendo uno stile di gioco ben definito. Sapevo cosa volevo fare, in quale direzione dovevo andare. È davvero molto importante. Fisicamente, penso di poter ancora progredire. Abbiamo iniziato a fare un sacco di cose, ma solo alla fine della stagione. Dobbiamo ancora lavorare molto da questo punto di vista, quindi penso che potrebbero venire fuori cose interessanti nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda la classifica, la vedo come una conseguenza dei miei risultati. Poi quando ti avvicini alla vetta, ovviamente, capisci che il primo posto del ranking è qualcosa di leggendario. È un momento storico in una carriera. Quindi fa parte delle cose da fare o provare a realizzare almeno una volta. Diciamo che Iga (Swiatek) ha alzato l'asticella, inutile nasconderlo. Ad ogni modo, visto lo scenario, sarà quasi impossibile raggiungerlo senza vincere uno Slam. Quindi cercherò di essere la più costante possibile per tutto l'anno e vedere dove questa cosa mi porterà.
Potrei benissimo arrivare a Parigi per gli Open di Francia ed essere la n°2 del mondo. È una possibilità. Ma onestamente in questo momento non ci penso, anche se è vero che qualcosa del genere ti aiuta a settare degli standard più alti con te stessa in modo da poter raggiungere i tuoi obiettivi. Ti rende più competitiva ancora. Ad ogni modo la prima parte della stagione sarà interessante, ho pochi punti da difendere e gli Australian Open arrivano subito. Vedremo cosa riuscirò a fare. Ma certo, sarebbe bello arrivare al Roland-Garros con una classifica ancora migliore rispetto a quella di oggi...
Ho imparato tanto su me stessa quest'anno; grazie anche al mio infortunio. Questa pausa dal tennis è stata un'opportunità per imparare di più come donna, come persona. Acquisisci esperienza, maturi negli anni. Per quanto riguarda il tennis, ho imparato ad approfittare di un giorno libero, che può essere un bene lasciare che la mente si prenda una pausa, pensare ad altro oltre al tennis.
Mi sono resa conto che, di tanto in tanto, se muoio dalla voglia di mangiare la pizza il giorno prima di una partita, è meglio andare a mangiarla sul serio piuttosto che pensarci tutta la notte. Con il mio infortunio ho capito che ovviamente vincere un titolo ti porta un'emozione diversa, ma anche vincere un primo round agli US Open, o un quarto di finale, o anche un primo round in un 250 genera emozione e gioia.
Sono grata di tutto questo perché mi ha permesso di godermi un po’ di più le cose. Prima ero più concentrata su tutti i sacrifici da fare e mi godevo meno il piacere di una vittoria. Oggi, magari, mi faccio anche una passeggiata, mi prendo un caffè – ma solo se gioco alla sera. Insomma, mi godo il momento. Non saranno certo queste le cose che mi faranno giocare male la partita dopo.
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