Da Federer a Nadal, da Agassi a Djokovic: gli 8 tennisti che hanno vinto il Career Grand Slam
DaEurosport
Aggiornato 05/06/2020 alle 10:53 GMT+2
Nel 20esimo appuntamento della nostra rubrica settimanale dedicata al tennis ci dedichiamo all'élite di tennisti che hanno vinto almeno una volta tutti e quattro i tornei dello Slam: nel panorama maschile sono otto, solo cinque nell'Era Open. Riviviamo quei momenti storici.
Senza tennis giocato continuiamo a parlare di storia e oggi i protagonisti sono i tennisti che hanno vinto almeno una volta tutti e quattro i tornei dello Slam: nel panorama maschile sono otto, solo cinque nell'Era Open. Riviviamo le loro gesta con il contributo di qualche video. Accanto al nome, tra parentesi, trovate l'anno del primo Slam vinto e quello in cui il giocatore in questione è riuscito a chiudere il cerchio.
Fred Perry (1933-35)
Prima di divenire tennista, Fred Perry è uno dei grandi pionieri del tennistavolo, in cui a soli 18 anni diventa campione del mondo a Budapest nel 1929. Nel tennis, vince il suo primo torneo del Grande Slam a 24 anni, agli US Championship a Forest Hills contro l'australiano Jack Crawford. Il 1934 è per Perry un anno eccezionale, con altri tre titoli dello Slam: a Sydney (Australian Championships) sempre contro Jack Crawford, a Wimbledon (ancora battendo Jack Crawford) e infine Forest Hills, superando lo statunitense Wilmer Allison. Nel 1935 vince il Roland Garros (chiudendo il cerchio) e Wimbledon, entrambe le volte battendo Gottfried von Cramm. Il 1936 è il suo ultimo anno tra i dilettanti, coronato con altri due major, a Wimbledon contro von Cramm con un punteggio impietoso (6-1, 6-1, 6-0) e agli US Championships contro il leggendario Don Budge. Fred Perry, il cui nome oggi è legato al marchio di abbigliamento, è stato l'ultimo tennista britannico a vincere Wimbledon prima di Andy Murray (2013 e 2016).
Don Budge (1937-38)
Don Budge è famoso per essere stato il primo a vincere tutti e quattro i tornei del Grande Slam nello stesso anno. Continua a essere ricordato dagli appassionati del tennis per via del suo rovescio, uno dei migliori in assoluto, almeno fino all'arrivo di Ken Rosewall, tra gli anni '50 e '60. Nel 1937 sbanca Wimbledon e gli US National Championships e nel 1938 raggiunge la gloria nel mondo amatoriale sconfiggendo John Bromwich nella finale degli Australian Open, Roderick Menzel agli Open di Francia, Bunny Austin a Wimbledon, dove non perde neanche un set, e Gene Mako agli US Open completando il Grande Slam.
Rod Laver (1960-62)
È l'unico giocatore nella storia del tennis, maschile e femminile, ad aver conquistato due volte il Grande Slam in singolare, prima come dilettante, nel 1962, poi nella formula Open, aperta ai professionisti, nel 1969, un record che resiste da allora. È stato numero uno al mondo per sette anni consecutivi, è riuscito a vincere cinque volte la Coppa Davis, nonostante non abbia potuto parteciparvi per dieci anni (dal 1963 al 1972) per il suo status di professionista. Detiene il primato mondiale di 200 tornei vinti in carriera da singolarista nei vari circuiti dilettanti e professionali durante 23 anni di attività. Il suo repertorio tennistico era assolutamente completo e con rapide rotazioni delle spalle introduce un tennis innovativo per l'epoca, fatto di lob a effetto e di rovesci letali.
Roy Emerson (1961-64)
In carriera è stato capace di vincere 12 titoli del Grande Slam nel singolare e 16 nel doppio. È l'unico tennista che ha vinto tutti e quattro i tornei dello Slam in entrambe le specialità. I suoi 28 titoli complessivi rappresentano un record in campo maschile. Molti di questi trofei li ottiene quando gli Slam erano aperti solo a giocatori amatoriali, giusto prima dell'avvento dell'Era Open e della partecipazione dei professionisti. La prima vittoria in singolare a Wimbledon avviene nel 1964, con la vittoria in finale su Fred Stolle. Sempre nel 1964, Emerson vince 55 partite consecutive, chiudendo l'anno con un bilancio di 109 vittorie e 6 sconfitte. In quell'anno vince 3 dei 4 titoli del Grande Slam, fallendo solo al Roland Garros (che aveva già vinto nel 1963). Resta un maestro nel gioco di volo e nel serve and volley.
Andre Agassi (1992-1999)
Andre Agassi ci era andato vicino due volte, "quando aveva la coda di cavallo, la bandana e certi improponibili vestitini da carnevale. Ha perduto la prima occasione perché era inesperto, la seconda perché ha cominciato a piovere, e due marpioni di tattici gli hanno erudito il pupo avverso, Courier".
La citazione è di Gianni Clerici. Andre Agassi, nella finale del Roland Garros 1999 contro Medvedev, non tocca palla, non scende in campo per due set, perde il primo in 19 minuti e con appena quattro punti vinti al servizio.
Poi, quando ritrova d'un tratto se stesso, vince facilmente in tre partite, senza lasciarsi avvicinare da un Medvedev, numero 4 del mondo a 18 anni e numero 100 all'inizio del Roland Garros 1999, decisamente inferiore. La troppa voglia aveva reso impotente Agassi. In palio c'era la storia, come testimoniano le lacrime del Kid a fine partita.
Roger Federer (2003-2009)
Il Roland Garros 2009 si decide in una giornata, quella degli ottavi di finale. Soderling batte Nadal e apriti cielo. Roger Federer scende in campo con il peso della nuova etichetta di favorito - inedita anche per lui trattandosi di Parigi - e dopo tre finali di fila perse questo peso lo schiaccia per due set e mezzo contro Tommy Haas.
Lo svizzero è sotto 3-4 nel terzo parziale e il tedesco si porta sul 30-40, procurandosi così una palla-break che, se convertita, lo porterebbe a servire per il match. La prima non entra, Roger serve una seconda di servizio diretta verso il rovescio di Haas, che a sua volta risponde piuttosto profondo mandando la palla sul rovescio di Federer. Lo svizzero si sposta rapidamente, sfoderando un dritto in uscita che pizzica appena la riga. Chiamatelo turning point.
Finisce 6-7(4) 5-7 6-4 6-0 6-2. Ai quarti Monfils, in semifinale una nuova rimonta, contro del Potro, da uno svantaggio di due set a uno. In finale, re Roger non lascia scampo a Soderling: la storia ormai era scritta.
Rafael Nadal (2005-2010)
Il dominatore della terra battuta entra di prepotenza tra i più grandi vincendo Wimbledon nel 2008. Nel 2009 il trionfo a Melbourne, che porta Federer alle lacrime durante la premiazione, schiude le porte del mito e nel magico anno 2010, la stagione migliore del maiorchino, dopo Roland Garros e Wimbledon arriva l'ultima perla. Agli US Open Rafa batte Djokovic in quattro set, solo in finale ne lascia uno per strada: il pubblico di New York e l'avversario riconoscono la sua grandezza. Terraiolo? Molto di più...
Novak Djokovic (2008-2016)
Come Perry, Budge, Agassi e Federer, Djokovic chiude il cerchio al Roland Garros. Ci impiega otto anni, dalla finale vinta in Australia con Tsonga all'apoteosi contro il coetaneo Murray a Parigi. Nel mezzo il dominio del 2011 (dove solo il miglior Federer lo privò di un possibile Grande Slam), le finali perse con Nadal per questione di dettagli e la dolorosissima sconfitta contro Wawrinka, l'anno prima, all'ultimo atto. Il Djoker completa il piccolo Slam essendo già detentore degli altri tre major e questo successo gli dà un appagamento tale da causargli una crisi esistenziale, prima del ritorno del cannibale che tutti conosciamo.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Scaricala
Scannerizzala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità