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I migliori tennisti a rete da Federer a Nadal: vota il tuo preferito!

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DaEurosport

Aggiornato 16/05/2020 alle 10:51 GMT+2

Nel sedicesimo appuntamento della nostra rubrica dedicata al tennis i protagonisti siete voi! Siamo alla ricerca del giocatore ideale tra quelli in attività. Dopo dritto e rovescio ci siamo dedicati al servizio e alla risposta, ma ora è il momento di andare a rete tra volée, smash e serve and volley: un mondo romantico e vintage.

Il rovescio della medaglia - Roger Federer

Credit Foto Eurosport

La rubrica settimanale di Eurosport dedicata al tennis chiede l'intervento di voi utenti per creare il tennista perfetto. Noi cercheremo di fornirvi qualche strumento in più per scegliere, ma la decisione spetta a voi. Avete votato in più di 30mila sul dritto e avete scelto Roger Federer con il 47% delle preferenze. Poi siamo passati al rovescio e vi siete espressi in quasi 29mila decretando nuovamente vincitore lo svizzero con il 37% dei voti. Abbiamo indagato tra i big server e su 23mila voti l'ha spuntata John Isner con il 28% delle preferenze. Dal servizio abbiamo virato sul suo antidoto, la risposta: il 61% di voi ha scelto Djokovic su oltre 24mila voti. La ricerca del giocatore ideale prosegue e ora è il momento di andare a rete tra volée, smash e serve and volley, in un mondo romantico e vintage. Buon divertimento!

C'era una volta il serve and volley: la storia in pillole

Con l’edizione di Wimbledon del 1877 nacque il tennis moderno, inizialmente proprio sull’erba: il primo vincitore del torneo fu il britannico Spencer Gore, passato alla storia come il primo esecutore del serve and volley. L'esecuzione, però, era arcaica, con il servizio dal basso. William Renshaw, giovane tennista britannico di 20 anni, si inventò lo smash per contrastare i pallonetti del reverendo John Hartley, già due volte vincitore di Wimbledon, e lo sconfisse dando inizio a una lunga serie di sei successi consecutivi ai Championships.
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Jack Kramer

Credit Foto Eurosport

In seguito il serve and volley verrà utilizzato da giocatori leggendari come gli statunitensi Don Budge - il primo a completare il Calendar Grand Slam - e Bill Tilden, ma fu soprattutto l’altro americano Jack Kramer che, negli anni '40, alzò l’asticella della potenza del servizio e praticò il serve and volley sistematico anche con la seconda palla.
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John McEnroe esegue una volée di rovescio

Credit Foto Getty Images

I grandi australiani degli anni '70, come Tony Roche o John Newcombe, scherzavano tra loro dicendo "l'ultimo che arriva a rete, paga la birra a tutti...". Questa era l'idea del loro stare in campo. Fino alla fine degli anni '80 correre verso la rete e giocare la prima volée dopo il servizio sui campi veloci - ma non solo - non era un’impresa, in relazione alla scarsa pesantezza della palla che tornava in seguito al servizio. I più grandi interpreti del serve and volley negli anni sono stati Rod Laver, John Newcombe, John McEnroe, Pat Cash, Boris Becker, Stefan Edberg, Michael Stich e in età ancora più moderna Pete Sampras, Pat Rafter, Tim Henman, Richard Krajicek.
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Stefan Edberg - Indian Wells 1987

Credit Foto Getty Images

Quando il tennis è nato, andare a rete era soprattutto un’esigenza pratica: campi non perfetti, materiali non così precisi e affidabili, rendevano assai più interessante, meno faticoso e percentualmente vincente cercare di abbreviare lo scambio correndo a rete a intercettare al volo una palla interlocutoria dell’avversario, che tentare un improbabile colpo vincente da fondo. Si pensi anche ad Adriano Panatta, che nel 1976 conquistò Roland Garros, Roma e Coppa Davis e alla sua veronica. La miglior volée dopo il servizio che si sia vista in tempi moderni ha, però, un nome e un cognome: piedi velocissimi, grandissima sensibilità di mano, Stefan Edberg è stato l’esempio più luminoso e integralista di giocatore servizio-volée del tennis moderno. Non a caso i suoi insegnamenti oggi ritrovano luce in Roger Federer.

Perché oggi non si va più a rete

A cavallo tra gli anni '70 e '80, con le racchette di legno le risposte di rovescio erano quasi sempre appoggiate in back e il rimbalzo più basso e rapido dell'erba di allora portava perfino i rivoluzionari dell'epoca, come Borg, ad adottare il serve and volley. Pensate oggi a Nadal, immaginatelo ricalcare le orme di Borg (indicato da molti come un Nadal ante litteram) e capirete quanto sia cambiato il gioco. D'altronde, con il nuovo millennio, anno dopo anno, di giocatori serve and volley nel circuito se ne vedono sempre di meno. Il maiorchino è l'esempio di giocatore che non va spesso a rete, ma quando lo fa, in sicurezza, non sbaglia praticamente mai.
La modernizzazione dei materiali con cui vengono realizzate le racchette (e le corde), con le quali si riesce a servire facilmente sopra i 200 km/h, ha giocato un ruolo importante: a queste velocità è, infatti, difficile seguire il servizio a rete e molti preferiscono affidarsi a un dritto di chiusura piuttosto che rischiare di ritrovarsi una risposta dell’avversario tra i piedi. Oltre a questa motivazione, però, ce n'è un'altra altrettanto significativa: il tennis è diventato uno sport molto più muscolare, dove ogni giocatore prima di essere un tennista deve essere per prima cosa un atleta. Tutto questo a svantaggio di una strategia che esalta le caratteristiche tecniche, l'istinto e il coraggio, come il serve and volley.

Come la pensano i big

Il nostro gioco, fatto dai big del circuito, è piuttosto eloquente. Chi è il migliore a rete? Djokovic, Thiem, Wawrinka, Murray e Kyrgios dicono Federer, con l'australiano che cita anche l'americano Sock.
Mi viene subito in mente Roger. Voglio dire, stiamo parlando di uno dei giocatori più completi di sempre. Sappiamo tutti quanto sia grande. Penso che sia un pochino sottovalutato il suo gioco a rete. Non so se la gente si renda del tutto conto della sua abilità nel serve and volley. Riesce a farlo nei momenti cruciali del match, anche contro i grandi giocatori. Non è così intimidito dalla possibilità di subire una risposta vincente. Una simile strategia, soprattutto sulle superfici più rapide, è in grado di spezzare il tuo ritmo [Novak Djokovic]

Cosa resta di un'arte in via d'estinzione

I tennisti d'attacco nel tennis contemporaneo sono dei veri e propri esemplari in via d’estinzione. "Lo smash al salto alla Michael Jordan di Pete Sampras non si prende", si usava dire. Sampras è stato il giocatore serve and volley ad aver vinto di più, scavalcato in questa leadership solo da Roger Federer che ha dovuto abbinare le doti di volo alla necessaria solidità nei colpi a rimbalzo imposta dal tennis moderno.
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Pete Sampras - 1994

Credit Foto Getty Images

Di esempi ne sono rimasti ben pochi se ci limitiamo al presente: si pensi a Dustin Brown, spettacolare circense giocoliere rasta, uno capace di ribaltare ogni certezza tecnico-tattica e logica del tennis sorprendendo tutti con le sue folli trovate o a Zverev, il fratello, quello sbagliato, perché il predestinato non è Mischa, ma l'altro, Sascha. Non esattamente due giocatori d'élite.
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"Penso che soprattutto i giovani abbiano bisogno di giocare un tennis più vicino alla rete. È fondamentale attaccare, non capisco perché il serve and volley non venga più preso in considerazione. Bisogna provarlo, almeno quando sei 30-0 o 40-0, o semplicemente per giocare a rete e valutare come ti senti in quella zona del campo". La considerazione è di Roger Federer che, in realtà, conosce fin troppo bene la risposta come spiegava in un'altra intervista un po' meno recente: "A volte ti arrivano dei traccianti complicati da gestire al volo, è più semplice e redditizio attaccare dal fondo, così molti preferiscono scendere a rete ogni tanto, a sorpresa".
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La tecnica

La tecnica al volo poteva essere la più varia in passato: dal giocatore "sensibile", che accarezzava la palla accompagnando il gesto (come il tedesco Michael Stich o la compianta ceca Jana Novotna), a quello più muscolare che invece si avventava sulla pallina di puro istinto e timing (Boris Becker e Yannick Noah, per citarne un paio). Stefan Edberg era un maestro in questa situazione: riusciva a toccare di volo in avanzamento piazzando la palla nella zona di campo più complicata per l'avversario, continuando la sua corsa in avanti e frenando al momento giusto. Dalla posizione ideale sulla rete, la sua seconda volée era definitiva. La prima era quella che veniva definita una volée di approccio, un colpo sempre più difficile da eseguire e praticamente scomparso perché coloro che oggi si avventurano a rete lo fanno per chiudere il punto, portati avanti dall’inerzia dello scambio.
Nel serve and volley, dopo il servizio è fondamentale, inoltre, l’arresto e il piccolo salto - tecnicamente lo split step - eseguiti nel momento esatto in cui l’avversario impatta la risposta: essendo il servizio il colpo più rapido del gioco capita che lo split step venga effettuato spesso dietro la riga del servizio, perché la palla torna indietro presto. Va menzionata anche la demi-volée: può accadere che, nonostante l’ottimo servizio, il ribattitore riesca a mandare la palla immediatamente oltre la rete, bassa tra i piedi dell’avversario che nel frattempo si sarà già recato in quella zona. In tal caso, il giocatore che ha proposto il serve and volley potrebbe non essere in grado di colpire la palla al volo e quindi si vedrà costretto a subirne il rimbalzo, obbligato così a giocare un colpo di estrema difficoltà, cioè la demi-volée. La difficoltà consisterà nell‘eseguire un colpo molto rapido senza preparazione, volto a togliersi la palla dal corpo.
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Infine, nel repertorio dei maestri della rete c'è la stop volley, una volée bloccata che rimbalza dopo la rete e obbliga l’avversario a fare uno scatto in avanti. L’evoluzione del tennis verso uno stile di gioco riempito di potenza e di rotazioni da fondo sta portando alla scomparsa dei giocatori di volo: la velocità della palla nel tennis moderno impedisce di arrivare a rete in tempo. Eppure quanto vorremmo vedere ancora i tennisti, armati d'istinto e classe, volare verso il campo avversario?
Chi è il tennista più forte a rete?
Cosa manca? Lo smash, naturalmente. Si cambia impugnatura e si passa alla continental - la stessa usata per il servizio e le volée - ci si sposta di fianco, si piegano leggermente le gambe e si fa andare indietro la racchetta che poi salirà con un movimento abbreviato rispetto a quello del servizio. Con l'altra mano, o anche solo con il dito indice, si punta la pallina e la si colpisce cercando di prenderla al centro del piatto corde. Un colpo risolutivo, un colpo spettacolare. Vero Monfils?
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