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"Il mio Fedal del cuore": i nostri episodi preferiti della mitologica saga Federer-Nadal

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DaEurosport

Aggiornato 07/02/2020 alle 09:43 GMT+1

Abbiamo scelto le nostre partite preferite della mitologica rivalità tra Roger Federer e Rafa Nadal, dei capitoli di storia che hanno segnato il tennis per l'eternità.

Roger Federer et Rafael Nadal lors de la finale de Wimbledon en 2008

Credit Foto Getty Images

Roland Garros 2006: Nadal-Federer 1-6 6-1 6-4 7-6

Siamo ai tempi delle folte chiome e dei completi larghi, della combo pinocchietto/smanicato di Nadal e delle sgargianti polo di Federer. Nel 2006 ricordo un Nadal pressoché ingiocabile sulla terra e un Federer già vittima del complesso e gravato da impietoso 1-5 nei precedenti con la nemesi maiorchina. Il giorno della finale del Roland Garros, tuttavia, la forbice si restringe: Roger sale 6-1 nel primo set e, con la partita ormai sfuggita via nel quarto parziale, risorge dalle ceneri e forza il match al tie break. Ecco a quel punto il confronto assume contorni mitologici e il mio ricordo nitidissimo è quello di trovarmi in piedi sul divano a seguire il concitato finale... E poco importa chi abbia vinto quel pirotecnico tie break, stavo assistendo a uno spettacolo senza precedenti. (Paolo Pegoraro)

Wimbledon 2006: Federer-Nadal 6-0 7-6 6-7 6-3

9 luglio 2006, la resa dei conti: Wimbledon doveva eleggere il suo re e Roger Federer sembrava favorito su Rafael Nadal. Stiamo parlando di un’altra epoca tennistica: Nadal aveva ancora i capelli lunghi e i bragoni da anticonformista e fortunatamente ora ha rivisto un po’ il suo stile; Federer aveva ancora quell’orribile rovescio in back telefonato e dalla traiettoria alta, che poi altrettanto fortunamente ha modificato per aggiungere una nuova freccia all’arco dei suoi colpi efficaci. Era una giornata particolare: tutti erano già proiettati verso l’evento della serata, la finale dei Mondiali di calcio in Germania, in cui l’Italia superò ai rigori la "nemica" Francia, perciò quasi tutti snobbarono questa finale. Inizialmente anch’io, che ero sommersa di lavoro calcistico, soprattutto perché dopo il 6-0 iniziale per Roger pensai che sarebbe durata poco... Poi, però, Rafa aumentò il ritmo, cominciò a inquadrare le righe come suo solito e ne venne fuori la consueta battaglia epica, con colpi di gran classe come sempre, da entrambe le parti. Smisi di occuparmi di calcio, io che non sono una calciofila: uno show così non si poteva proprio perdere e mi gustai la sfida, già soddisfatta di quello che vidi nel pomeriggio, testimone di una storia all’All England Club destinata a non finire lì e a essere ancora più gloriosa. La sera, poi, Materazzi, Grosso e compagni completarono l’opera. (Ilaria Bottura)

Wimbledon 2007: Federer-Nadal 7-6 4-6 7-6 2-6 6-2

La prima sfida finita al quinto in uno Slam, quella in cui si capì una volta per tutte che la rivalità del secolo era totale, o meglio onnisuperficie. Nadal era già il signore della terra, Federer il custode incontrastato dell'erba più famosa del mondo. Ma quell'8 di luglio, le certezze di Roger (e le mie, che lo vedevano divinamente imbattibile sul "verde"), vennero definitivamente meno. Perché Rafa, che aveva già "osato" strappare un set l'anno precedente, alzò ulteriormente il livello della contesa fino a portare l'avversario a una battaglia di 5 set e quasi 4 ore di passione. La sensazione che stesse succedendo qualcosa di particolare, nell’epicità di quel palcoscenico, per me fu palpabile: Federer infilò la quinta da record ma Nadal svolse le prove generali per prendersi anche i Championships. E infatti, l'anno dopo... (Marco Castro)
Federer-Nadal - Wimbledon 2007 - Getty Images

Wimbledon 2008: Nadal-Federer 6-4 6-4 6-7 6-7 9-7

Tifai per Borg nel romanzo di un’epoca passata. Mi dichiarai per la prima volta a Sampras. Amavo Federer e Wimbledon più di ogni altra cosa, ma il 6 luglio 2008 tutto cambiò. Quel giorno decisi - prima ancora che il tempo (4 ore e 48) e i numeri (6-4, 6-4, 6-7, 6-7, 9-7) sancissero il più grande trionfo di Nadal - che non avrei più scelto, non avrei preferito, non mi sarei mai perso quella magnifica pienezza. Incassavo le finali del Roland Garros e men che mai credevo che Nadal potesse vincere nell’eden di Federer. Scoprii invece che Roger e Rafa si completano di grazia divina e sacro furore, unendosi nell’estrema opera sportiva. Una forma di poesia in movimento e arte della guerra, di eleganza del divo ed eroismo brutale. Fu quella la santa domenica di una finale all’origine del mito, ammirata e sentita dalle voci di Gianni Clerici e Rino Tommasi. Federer e Nadal s’elevarono insieme alla massima espressione e undici anni dopo, sullo stesso campo, avrebbero scritto un'altra storia d'amore. Come in un libro di Gabriel Garcia Marquez, ma ai tempi del tennis. (Fabio Disingrini)
Roger Federer e Rafa Nadal (Wimbledon 2008)

Australian Open 2017: Federer-Nadal 6-4 3-6 6-1 3-6 6-3

29 gennaio 2017. La finale degli Australian Open è Federer-Nadal, rispettivamente numeri 17 e 9 del mondo. Già, avete letto bene, perché per Roger il 2016 è l'unica stagione senza titoli in cui ginocchio e schiena lo abbandonano costringendolo a sei mesi d'inattività. Rafa, invece, paga il conto presentato da un polso dolorante. Eppure entrambi si arrampicano fino all'ultimo atto, nell'altro emisfero, attraverso sfide indimenticabili. In redazione, quella mattina, l'atmosfera è elettrica: si sentono uomini uggiolare e gloglottare davanti alla televisione. Quando l'occhio di falco – deus ex machina – sancisce il 18° Slam di Roger Federer, tutti si guardano intorno. Tre match vinti al quinto set (mai accaduto prima), l'ultimo in finale contro il rivale di sempre dopo essere stato sotto di un break nel parziale decisivo. Una congiunzione astrale nell'anno 2017 da testa di serie numero 17, come Sampras contro Agassi, nel 2002. Una congiunzione australe che noi umani non possiamo comprendere. Federer-Nadal 2017 o, semplicemente, la restaurazione. Nel 2008 parlavano di declino, dopo il 2012 della fine di un'era. Oggi, anno Domini 2020, siamo ancora qui, alla faccia dei gracidii iatturanti emessi dai sedicenti aruspici della racchetta di tutto il globo. (Alessandro Dinoia)

Quello che deve ancora venire

Il mio 'Fedal' preferito è il prossimo. Quello che deve ancora venire. Significherebbe che non sarebbe finita, vorrebbe dire che sarebbero ancora qui a farci emozionare con le loro magie tennistiche. In quella rivalità perfetta che non stanca mai e della quale, semplicemente, non siamo ancora pronti a fare a meno. E forse non lo saremo mai. (Simone Eterno)
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Scambio infinito e infuocato tra Federer e Nadal: lo spagnolo esulta per ultimo!


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