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Anche un gran Nishikori non basta: altra battaglia, altra vittoria di Djokovic!

Simone Eterno

Aggiornato 14/05/2016 alle 23:47 GMT+2

Il serbo vola in finale degli Internazionali d'Italia al termine di 3 ore di super battaglia contro uno scatenato Nishikori: finisce 2-6, 6-4, 7-6 (5) a favore di Nole. Djokovic prosegue così il suo incredibile ruolino 2016 contro tutti gli altri Top10: 14-0 il parziale. Domani troverà Murray per la rivincita di 7 giorni fa a Madrid

Djokovic, en un lance del partido ante Bellucci en Roma

Credit Foto EFE

No. Non c’è proprio nulla da fare. Non si batte. Novak Djokovic vince anche questa: soffrendo, subendo in avvio, sprecando palle break, trovando un allungo, subendo un’inaspettata rimonta nel finale ma alla fine, inesorabilmente, vincendo anche oggi. Con questa fanno 14-0, in stagione, contro tutti i Top10. Gli unici in grado di fermarlo: una congiuntivite a Dubai e una giornata di grazia di Jiri Vesely.
Ci ha provato Kei Nishikori e ci è andato ancora una volta vicino. Da un impatto con la partita che migliore difficilmente sarebbe potuto essere – più aggressivo, più concentrato e meno falloso rispetto all’avversario – e che gli è infatti valso il 6-2, a quella rimonta del terzo set, quando sotto 0-3 tutto sembrava inesorabilmente essere andato perso. Un rientro fatto di 10 minuti di grande tennis in soluzioni di anticipo, un tie-break strappato con le unghie e dove alla fine si è ritrovato anche avanti nel parziale. Poi, però, dal 3-2, 4 regalini che il solito Djokovic non ha esitato a scartare.
Fine dei discorsi e fine della cronaca in sunto estremo. Il resto sono state 3 ore e un minuto di battaglia tennistica di pregevolissimo livello che tanto per cambiare, come avrete intuito, hanno finito col premiare sempre il solito nome: Novak Djokovic.
In una due giorni dove il serbo è stato messo a tratti all’angolo sia da Nadal che da Nishikori, la costante ci racconta che in ogni caso Nole è riuscito a trovare le soluzioni per venirne fuori. Un punto focale che troppo spesso in questa annata a senso unico stiamo dando per scontato e che ha finito spesso col distrarci dal quanto stiamo assistendo: ovvero 6 mesi di tennis assurdo del serbo. Un giocatore che vince sempre. Quando domina, ovviamente. Ma anche quando fatica o quando non sembra in giornata; o quando si fa male da solo, come ad esempio stasera.
Toccherà domani al solito Andy Murray l’ingrato compito – visti come va negli ultimi 2 anni tra questi due… - di provare a fermarlo. Sette giorni fa, a Madrid, è finita come al solito: qualche applauso per Andy, trofeo a Nole. Riuscirà una due giorni da quasi 6 ore in campo ad averlo per lo meno reso più vulnerabile? A domani pomeriggio per la risposta.
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