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Altra battaglia argentina, altra vittoria: Djokovic piega Schwartzman e vola in finale con Nadal

Simone Eterno

Aggiornato 18/05/2019 alle 22:59 GMT+2

Dopo le 3 ore con Del Potro ai quarti, Djokovic deve combattere più di due ore e mezza anche con Schwartzman: il serbo passa 6-3, 6-7, 6-3 e vola così in finale contro Rafael Nadal.

Novak Djokovic

Credit Foto Getty Images

Tre ore venerdì sera nei quarti; due ore e mezza questa sera. Due battaglie, un identico risultato: vince Novak Djokovic. Prima con Juan Martin Del Potro, poi con Diego Sebastian Schwartzman. E’ il numero 1 del mondo il giustiziere di due tosti argentini; il primo piuttosto prevedibile, il secondo – quello di stasera – sorprendente nella sua capacità di rimanere in partita.
Già perché Schwartzman ha venduto carissima la pelle. Condannato dai pronostici e dalle analisi ancora prima di scendere in campo, ‘el Peque’ ha ritrovato quello smalto che qualche tempo fa l’aveva issato vicino ai primi 10 giocatori del mondo. Un’impresa non da poco per un soldatino da nemmeno 170 centimetri d’altezza in questa iper-muscolare battaglia per giganti che è diventato il tennis contemporaneo.
Nemmeno una partenza super di Djokovic – concentrato e preciso, ma soprattutto poco voglioso di sprecare energie preziose dopo le fatiche di venerdì – ha scoraggiato il coriaceo Schwartzman. Perso il primo set con un piccolo passaggio a vuoto di 12 punti a 3 a favore di Djokovic (che dal 3-3 è velocemente volato al 6-3), la partita sembrava tutta in discesa per il sembro. E invece...
Invece ci sono voluti 75 minuti di battaglia. Un’ora e un quarto di lotto dove Schwartzman è andato due volte sopra di un break ma dove per due volte è stato ripreso; un parziale dove l’argentino ha tramortito di palle corte un Djokovic nervoso per ciò che stava accendendo sotto i propri occhi: gestire un avversario con pochissima voglia lasciare andare anche un singolo quindici.
Schwartzman ha trovato così il suo meritato premio nel tie-break dominato per 7 punti a 2 del secondo set; e anche a inizio terzo è stata battaglia alla pari. Poi, come spesso succede, è stato un episodio a girare un po’ tutto. Un recupero miracoloso di Djokovic, un punto che ha infiammato il pubblico e il campione favorito, il successivo break e tanti saluti alle velleità di Schwartzman.
Solo in quel momento l’argentino si è arreso al suo destino, lasciando al serbo il pass per la finale: la seconda consecutiva dopo quella di settimana scorsa – vinta – a Madrid.
Lì troverà Rafael Nadal per il confronto più disputato del tennis contemporaneo, con due tennisti – 50 finali Masters 1000 Rafa a 49 finali Masters 1000 Nole – che si daranno battaglia ancora una volta per la gioia del pubblico romano e non solo. Il miglior scenario possibile. Che Djokovic avrebbe voluto probabilmente raggiungere con un po’ meno fatica, ma che gli scalpi di Shapovalov, Kohlschreiber, Del Potro e questo Schwartzman non fanno che certificarne l’eccellente stato di forma. Notizia, questa sì, tutt’altro che banale.
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