Internazionali d'Italia, Musetti-Sinner, il futuro del tennis italiano è in buone mani
Aggiornato 27/10/2022 alle 13:11 GMT+2
Sei mesi di vita e 250 chilometri dividono Jannik e Lorenzo, rispettivamente il primo 2001 e il primo 2002 a vincere un match ufficiale nel circuito mondiale. L'impresa del carrarese contro Stan Wawrinka al 1° turno degli Internazionali d'Italia è l'ennesima conferma che il tennis italiano ha imboccato la strada giusta, quella della progettualità e della consapevolezza
Tennisticamente è il giorno più bello della mia vita [Lorenzo Musetti dopo la vittoria per 6-0 7-6(2) contro Stan Wawrinka]
Puoi dirlo forte, Lorenzo. A 18 anni, 5 mesi e 13 giorni battere un tre volte campione Slam, alla seconda partita ufficiale nel circuito, in un Masters 1000, dominando dal primo 15 all’ultimo sul suo colpo marchio di fabbrica, beh non capita tutti i giorni. Guardando la giovanissima età del talento di Carrara, gli amanti delle statistiche si sono sbizzarriti chiamando in causa addirittura i Big Three.
- Prima vittoria contro un vincitore Slam
Giocatore | Età | Avversario | Partita |
Rafael NADAL | 16 anni e 10 mesi | Albert Costa | 2° turno MonteCarlo (aprile 2003) |
Roger FEDERER | 17 anni e 6 mesi | Carlos Moya | 1° turno Marsiglia (febbraio 1999) |
Lorenzo MUSETTI | 18 anni e 5 mesi | Stan Wawrinka | 1° turno Roma (settembre 2020) |
Novak DJOKOVIC | 19 anni e 2 mesi | Carlos Moya | 1° turno Umago (luglio 2006) |
Nell’ultimo anno e mezzo, tre sono i momenti che hanno segnato il percorso di Lorenzo Musetti: nel gennaio 2019, ad appena 16 anni, l’Australian Open Junior, a febbraio 2020 il primo incontro ATP a Dubai contro Rublev (perso in due set) che gli fa sfondare il tetto dei top300 nel ranking mondiale e, infine, quello forse più importante: la finale delle pre-qualificazioni di Roma nel 2019 contro Jannik Sinner. Dopo 2 ore e 39 minuti e un match point annullato nel decimo gioco del secondo set, la spuntò l’altoatesino, ma la sensazione di chi quel giorno era sul Pietrangeli fu quella di aver partecipato all’epifania del futuro del tennis italiano.
Sei mesi di vita e 250 chilometri dividono Sinner e Musetti, rispettivamente il primo 2001 e il primo 2002 a vincere un match ufficiale nel circuito mondiale. Jannik è cresciuto nell’accademia di Riccardo Piatti, Lorenzo viaggia sotto gli occhi di coach Simone Tartarini e fa base a La Spezia. Due stili di gioco molto diversi: più lineare, potente e cerebrale quello dell’altoatesino, più imprevedibile, vario e spettacolare quello del carrarese (il suo intero repertorio l'abbiamo potuto apprezzare contro Wawrinka). Un comune denominatore: la consapevolezza. In un tennis italiano che fino dieci anni fa ci ha abituato ad ondate generazionali, con exploit sparsi qua e là, la progettualità è il vero elemento di rottura e di speranza per gli anni a venire. Basta guardare quanti Under25 possiamo vantare nella top100: Matteo Berrettini (8, 24 anni), Lorenzo Sonego (46, 25 anni), Jannik Sinner (82, 19 anni). Solo Russia (con Medvedev, Rublev, Khachanov) e Stati Uniti (Fritz, Paul e Tiafoe) ci eguagliano. Tutti e tre i nostri giovani al secondo turno da record di Roma 2020 assieme a Salvatore Caruso, Stefano Travaglia, Marco Cecchinato, Fabio Fognini e, appunto Lorenzo Musetti. Lunga vita al tennis azzurro!
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