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Ivan Lendl, il campione che ha trasformato il tennis in magnifica ossessione

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Pubblicato 07/03/2020 alle 10:30 GMT+1

Tanti auguri Ivan Lendl: per il suo 60esimo compleanno ripercorriamo una carriera fatta di dedizione al tennis. Personaggio poco amato, il fuoriclasse di Ostrava ha cambiato la sua storia al Roland Garros contro l'eterno rivale McEnroe, mentre ha conservato il rimpianto di Wimbledon, in parte riscattato come coach di Andy Murray.

Ivan Lendl e John McEnroe - US Open 1985

Credit Foto Imago

Taciturno, schivo, antipersonaggio. Ivan Lendl, che oggi compie 60 anni, è stato allevato seguendo due regole: ubbidienza e disciplina. Alcuni sostengono che Olga Lendlova, ex tennista professionista diventata maestra, andasse tutti i giorni in campo insieme al figlio di tre anni e che, per evitare un eventuale smarrimento, fosse solita legarlo a un paletto della rete. Cosi è cresciuto Ivan, nato a Ostrava, nell'allora Cecoslovacchia, il 7 marzo 1960. La sua unica ossessione era diventare il miglior tennista del mondo. Non c'era spazio per passioni e sorrisi, ma solo per il lavoro e per quel tarlo, pronto a trasformarlo in robot e a prendersi possesso della sua mente.

Un'ossessione chiamata Slam

Nel 1981, il ceco ottiene 15 finali su 21 tornei disputati, conquistando 10 titoli e raggiungendo la prima finale in una prova del Grande Slam, al Roland Garros, dove si piega a Bjorn Borg in cinque set. Il 28 febbraio 1983, Ivan Lendl diviene il sesto giocatore della storia a ergersi a numero 1 del mondo, ma c'è uno step che proprio non riesce a superare: vincere uno Slam. E per questo non si perdona mai nulla.
Ho pensato seriamente di ritirarmi, ma ero in giornata sì. Se fossi stato in giornata no, mi sarei ucciso! [Ivan Lendl in preda a uno dei tanti momenti di sconforto]
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Il giovane Ivan Lendl in allenamento

Credit Foto Imago

La finale che cambiò la storia

Tutto cambia il 10 giugno 1984. Lendl gioca la quinta finale in un major e l'avversario è John McEnroe. Sul 3-6 2-6 1-3 l'epilogo sembra scontato, e se John è già famoso per i suoi atteggiamenti, Ivan a sua volta non riesce proprio a risultare simpatico. Non sorride mai e non ce la fa a farsi amare dal pubblico. L'americano è una montagna da scalare, anche psicologicamente. Si presenta, infatti, al Roland Garros senza sconfitte in stagione. Il suo record è di 33-0 (37-0 se si considera il Masters di New York, disputato in gennaio ma appartenente al calendario dell'83) e gli ha fruttato i titoli individuali a Filadelfia, Richmond, Madrid, Bruxelles, Dallas e Forest Hills, oltre ai successi di squadra contro la Romania (Davis) e nella World Team Cup di Dusseldorf. Nella striscia vincente, SuperMac ha battuto Lendl in tre occasioni, di cui due sulla terra.
Ho più talento nel mio mignolo che Lendl in tutto il suo corpo [John McEnroe su Ivan Lendl]
McEnroe si rilassa mentre Lendl risale, e nel quarto set, con il mancino di Wiesbaden avanti 4-3 e 40-30, cambia racchetta prendendone una ancora avvolta nel cellophane. Poi torna in campo, risponde con un velenoso slice di rovescio incrociato al servizio esterno di Mac e lo costringe a una volée in allungo che finisce la sua corsa in corridoio. Con la combinazione passante-pallonetto si garantisce il quinto set mentre McEnroe se la prende con se stesso: "Metto dentro una prima su 50!".
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Ivan Lendl gioisce dopo la vittoria in rimonta su McEnroe nella finale del Roland Garros 1984

Credit Foto Eurosport

Nel set decisivo, si assiste a una lezione di passanti inflitta dal ragazzo che non ride mai all'americano: finisce 3-6, 2-6, 6-4, 7-5, 7-5 dopo oltre quattro ore. Il Philippe Chatrier è il teatro della gloria. È la quarta volta nella storia del torneo che il vincitore recupera da 0-2 ma, soprattutto, è la prima volta di Ivan Lendl, che da quel giorno diventa Ivan il Terribile.
Penso che, se avessi perso, avrei comunque vinto un po' di major dopo. Ma in senso negativo fu il match più importante della sua carriera, perché se avesse vinto avrebbe provato a vincere l'Australian Open e magari sarebbe arrivato a 10 o 12 Slam, e oggi sarebbe considerato alla stessa stregua di Laver o Federer [Ivan Lendl sulla finale del Roland Garros 1984 vinta contro McEnroe]

Wimbledon, sogno infranto

Il ceco chiuderà una straordinaria carriera nel 1994, con il corpo martoriato dagli infortuni, dopo essere stato numero uno del mondo per 270 settimane e aver vinto 94 titoli ATP tra cui 8 Slam e 5 Master. Gli è mancata solo la vittoria a Wimbledon. Un'ossessione rimasta tale:
Per quanto tempo proverò a vincere ancora Wimbledon? Fino a che vinco o muoio [Lendl sul tabù Wimbledon]
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Ivan Lendl e Boris Becker avversari a Wimbledon

Credit Foto Getty Images

Così ripeteva senza sosta, ma le due finali ai Championships rimarranno cocenti delusioni, nel 1986 contro Becker e nel 1987 contro Pat Cash. Per colmare questa mancanza Lendl ha spinto Murray al successo sull'erba degli eletti. Con il ceco come coach, ma forse dovremmo dire guida spirituale, lo scozzese ha ottenuto i migliori risultati della carriera: la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra, il primo titolo del Grande Slam agli US Open 2012, ma soprattutto il titolo ai Championships di Wimbledon nel 2013, interrompendo il digiuno per i tennisti inglesi che durava da 77 anni. E ancora, dopo una prima separazione, il secondo Wimbledon, l’oro alle Olimpiadi di Rio e le ATP Finals raggiungendo, il 7 novembre del 2016, la prima posizione del ranking mondiale. Andy Murray sta cercando in tutti i modi di superare i problemi fisici per tornare a giocare a tennis: forse questa caparbietà, la voglia di superare perfino il dolore, è figlia degli insegnamenti di un robot che non rideva mai e che ha trasformato il tennis in magnifica ossessione.
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La gioia di Ivan Lendl per il trionfo di Andy Murray a Wimbledon

Credit Foto Getty Images

La perfezione? Roger Federer...

Se con 109 titoli ATP Connors guida la classifica all-time seguito da Roger Federer, issatosi a quota 103, Lendl è sul podio con 94: probabilmente è lo svizzero a incarnare quell'ideale di perfezione sempre inseguito da Ivan il Terribile.
Roger Federer è l'unico tennista che guardo per i suoi colpi. È proprio bello da vedere. Lui può fare qualsiasi colpo che vi venga in mente. John McEnroe e Ilie Nastase erano sicuramente dei talenti, ma voi tutti sapete che c'erano dei colpi che non potevano fare. Questo non si può dire per Federer [Lendl su Federer]
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