Murray e l'esilarante aneddoto sul primo giorno da coach di Djokovic: "Siamo andati a correre ma dopo 5 minuti mi è venuto un crampo al polpaccio..."
TENNIS - In una lunga chiacchierata al "The Tennis Podcast", Andy Murray ha raccontato com'è andata l'esperienza breve ma intensa da coach di Novak Djokovic raccontando anche un surreale aneddoto: "Il primo giorno dopo l'allenamento in campo, l'ho accompagnato a correre, non lo facevo da quando avevo 25 anni e nonostante il ritmo lento dopo 4-5 minuti mi è venuto un crampo al polpaccio....".
Djokovic: "L'abbraccio con Murray? Ogni giorno mi sento più legato a lui"
Video credit: Eurosport
La relazione professionale fra Novak Djokovic e Andy Murray, nelle vesti di coach della leggenda serba, è stato uno dei sodalizi più interessanti dei primi 6 mesi della stagione 2025 di tennis. L’esperimento non ha portato i risultati immaginati, anche (se non soprattutto) per lo strapotere di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz che si sono divisi – per il secondo anno di fila - i quattro tornei dello Slam, ma sono state un grande arricchimento per l’ex numero uno britannico che in una lunga chiacchierata a ‘The Tennis Podcast’ non ha nascosto di essersi sentito un privilegiato per avere la chance di poter lavorare con una leggenda come Djokovic e poterlo viverlo nel quotidiano da una prospettiva diversa rispetto a quella dell’avversario in campo.
"Sfortunatamente non siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati ma lavorare insieme a Novak Djokovic è stata un’esperienza incredibile per me. Com’è nata l’idea di diventare suo coach? Prima di accettare il lavoro avevo spiegato a Novak di aver programmato un viaggio per sciare ma a un tratto, alle undici di sera, mi sono ritrovato a guardare i video dei suoi match in Australia, editarli e mandarglieli per essere certo che ogni cosa fossa fatta nel modo giusto. Inoltre, mi assicuravo che le racchette fossero in ordine, i campi d’allenamento fossero prenotati e gli sparring disponibili. L’ho considerato il mio lavoro nonostante Novak non mi avesse detto nulla. L’ho visto giocare un tennis incredibile agli Australian Open, poi però l’infortunio nel corso della semifinale contro Zverev ha complicato le cose. Sono stati mesi difficili per lui ma anche per tutto il team. Eravamo delusi dal fatto che non avremmo potuto raggiungere certi obiettivi ma sono ancora grato di aver potuto lavorare con lui. Per un coach è importante portare energia positiva e fiducia nel giocatore. Sono ben consapevole di quanto questo ruolo sia importante; se mi capiterà nuovamente in futuro proverò a fare sempre meglio".
La corsetta al parco con Djokovic e il crampo al polpaccio dopo 5 minuti
Murray nel corso della lunga chiacchierata ha anche sviscerato un divertente aneddoto che ha contraddistinto il primissimo giorno di lavoro al fianco di Djokovic e del suo team...
"Il primo giorno che ho iniziato a lavorare con Novak, sono arrivato al training camp e abbiamo fatto la sessione di tennis. E il suo team rideva di me, perché mentre Novak si scaldava, io ero in campo a scaldare… il mio braccio per la conduzione dei colpi dal cesto! Loro dicevano: ‘Non abbiamo mai visto nessuno scaldarsi per il cesto'. E io: ‘Da giocatore odiavo quando i coach lanciavano male. Quindi sto lavorando sulle mie palle dal cesto'. Lo trovavano molto divertente... Dopo la sessione in campo il suo preparatore fisico mi dice: ‘Novak oggi fa una corsa lunga, lenta, nel parco. Puoi unirti a lui?'. E io pensavo: ‘Oh mio Dio'. Non correvo da quando avevo 25 anni. In campo sì, ma non come parte dell’allenamento. Però era il mio primo giorno di lavoro: non potevo dire di no. Ho subito messo le mani avanti dicendo a Novak che non ero allenatissimo. E lui: ‘Tranquillo, sarà una corsa leggera'. Era una corsa di circa 50 minuti, nel parco, con salite. Ritmo lentissimo, ma dopo 4-5 minuti il mio polpaccio sinistro ha accusato un crampo. E pensavo: ‘Oh no. Non posso dirlo. È imbarazzante‘. Ho finito tutta la corsa, 50 minuti, con un dolore tremendo. Alla fine ho dovuto dire al team: ‘Ragazzi, dovete aiutarmi. Sto correndo da 45 minuti, il polpaccio ha avuto un crampo'. Non potevo fermarmi, non volevo mostrare che dopo 5 minuti ero già in difficoltà con un collega contro cui avevo giocato tutta la vita. L’ho portata a termine, ma è stato piuttosto imbarazzante. Il ritmo ero così lento che tutti l’avrebbero finita. Non so cosa sia successo: forse non correvo da troppo, o ero disidratato, o semplicemente nervoso. Ma insomma, è stato imbarazzante".
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Djokovic: "Nuovo coach? Non ho fretta di decidere se averlo o no"
Video credit: Eurosport
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