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Roger Federer e quella splendida stretta di mano a Rafael Nadal: "Piangevo, era un grazie segreto"

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Pubblicato 29/09/2022 alle 13:03 GMT+2

TENNIS - Quella stretta di mano tra Roger e Rafa che ormai tutti conoscono cosa nascondeva? E' lo stesso Federer a svelarlo in un'intervista al New York Times: "Immagino che a un certo punto, immagino di averlo appena toccato, e immagino che forse sia stato un grazie segreto".

Federer e Nadal si lasciano andare in un pianto a dirotto

Uno scatto iconico: Roger Federer e Rafael Nadal si danno la mano, mentre piangono nel giorno dell'addio al tennis del campione svizzero. Le immagini che vi abbiamo mostrato hanno già fatto la storia. Roger, a distanza di qualche giorno, ha voluto commentare quel momento che è entrato per sempre tra i ricordi più belli della sua vita, tennistica e non. Ecco le sue parole raccolte dal "New York Times".
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Federer e Nadal si lasciano andare in un pianto a dirotto

A un certo punto stavo singhiozzando tantissimo, e non so, mi passava tutto per la mente. Su quanto sono felice di vivere davvero questo momento proprio lì, con tutti. È stato così bello stare seduti lì, ad ascoltare tutto mentre la musica suonava, e l’attenzione era forse più su di lei, la cantante. Ti dimentichi di essere fotografato. Immagino che a un certo punto, solo perché ovviamente non potevo parlare e la musica era lì, immagino di averlo appena toccato, e immagino che forse sia stato un grazie segreto"

Il lieto fine che non ti aspetti

"Penso di sentirmi completo. Ho perso la mia ultima partita di singolare. Ho perso la mia ultima partita di doppio. Ho perso la voce per aver urlato e sostenere la squadra. Ho perso l’ultima volta come squadra. Ho perso il lavoro, ma sono molto felice. Sono buono. Sono davvero bravo. Questa è la parte ironica, tutti pensano a un lieto fine da favola, sai? E per me, alla fine è stato così, ma in un modo che non avrei mai pensato sarebbe successo”.
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Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer

Credit Foto Imago

A ognuno il suo tennis

Per Federer “nessuno avrà bisogno di giocare come me, in futuro. Dicevano che io avrei giocato come Sampras, e non l’ho fatto. Ognuno deve scoprire il suo tennis”. E si dice grato di aver chiuso la carriera in quel modo: “Penso che venerdì tutti i ragazzi – Andy, Novak e anche Rafa – abbiano visto la loro carriera lampeggiare davanti ai loro occhi. Man mano che invecchi, raggiungi i 30 anni, inizi a sapere cosa apprezzi davvero nella vita ma anche nello sport”.
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