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Perché Novak Djokovic può diventare il tennista più vincente di sempre

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Pubblicato 07/06/2016 alle 09:03 GMT+2

Intelligenza robotica applicata al tennis. Il nuovo campione del Roland Garros è questo e il completamento del Career Grand Slam, più che la chiusura di un cerchio, oggi sembra solo una tappa di avvicinamento a ciò che da 47 anni rappresenta l’ignoto: sullo sfondo si palesa il Grande Slam.

Novak Djokovic, Paris 2016 - French Open

Credit Foto AFP

Intelligenza robotica applicata al tennis. Se qualcuno mi chiede di raccontare Novak Djokovic in una sola espressione, non riesco a trovare definizione migliore per descrivere un atleta diverso, una macchina concepita per alzare il livello del suo gioco quando necessario e che non è mai sazia di vincere. Il nuovo campione del Roland Garros è questo e il completamento del Career Grand Slam, più che la chiusura di un cerchio, oggi sembra solo una tappa di avvicinamento a ciò che da 47 anni rappresenta l’ignoto: sullo sfondo si palesa il Grande Slam.

I numeri del dominio

La vittoria di Parigi svela nuovi lidi esplorati dal serbo. I successi di fila negli Slam sono 28, un record che, unito alla più alta percentuale di successi nell’Era Open, l’82,91% (723 vittorie e 149 sconfitte), riassume un dominio che valica i confini della posizione numero 1 del mondo. Negli ultimi sei Slam, dal gennaio 2015, Nole è puntualmente arrivato in fondo e ha perso una sola partita su 42: quella con il miglior Stan Wawrinka di sempre, esattamente un anno fa, nella finale delle lacrime. Sul Philippe Chatrier, Djokovic ha scritto una nuova pagina di storia perché ora si è unito al club dei magnifici 8 – Fred Perry, Don Budge, Rod Laver, Roy Emerson, Andre Agassi, Roger Federer, Rafael Nadal i predecessori – ma l’ha fatto centrando il Piccolo Slam (il trionfo nei 4 major consecutivamente), impresa riuscita solo a Don Budge (6 di fila) e Rod Laver (4, per 2 volte). Proprio Budge e Laver rappresentano il gradino verso la leggenda per elezione terrena.
Vittorie di fila negli Slam28
% di successi nell'Era Open82,91%
Piccolo SlamWimbledon 2015-Roland Garros 2016
Masters 1000 vinti29
VIDEO: Il punto più bello della finale

Nel mirino

Essere campioni significa non vivere di isterismi e appagamento, ma azzerare le vittorie e non accontentarsi mai. Djokovic ne è la dimostrazione, l’erba di Wimbledon e il cemento degli US Open sono le ragioni per non farlo ora. Don Budge nel 1938, da dilettante, concluse quel viaggio che solo Rod Laver nell’Era Open, nel 1962 e nel 1969, portò a compimento dall’Australia agli Stati Uniti, passando per la Francia e l’Inghilterra. E se aggiungiamo che quest’anno il dio del tennis regala anche le Olimpiadi di Rio, ecco che un Grande Slam potrebbe addirittura trasformarsi in Golden Slam con un oro al collo del serbo in Brasile. In prospettiva, colui che fa della classe innata la sua cifra stilistica, non si offenderà se lo scomodiamo: Roger Federer detiene il primato di settimane in testa al ranking Atp, 302; Nole ne ha 202 ma nessuno sembra poter interrompere la serie in tempi brevi. Se il numero di Masters 1000 conquistati è già un record acquisito, di ben altra portata è quello degli Slam vinti: a quota 14 ci sono Sampras e Nadal e a 17 c’è proprio il Re.
  • Il Grande Slam: Don Budge (nel 1938, da dilettante) e Rod Laver nel 1962-69, l’unico a riuscirci nell’Era Open. Con l’Oro Olimpico sarebbe Golden Slam
  • Il numero di settimane in testa al ranking Atp: 302 - Federer
  • Il record di Slam: 17 - Federer
Obiettivi secondari
  • Career Golden Slam (i 4 Slam + l'Oro Olimpico): Agassi, Nadal
  • Record di titoli nello stesso Slam: 9 - Nadal (Roland Garros)
  • Numero di Atp Finals vinte: 6 - Federer

Perché può farcela

Se facciamo un paragone con Federer, ci rendiamo conto che lo svizzero all’età del serbo aveva già impreziosito la bacheca con 16 Slam (il 17esimo e fin qui ultimo sarebbe arrivato a quasi 31 anni, a Wimbledon 2012). A 29 anni Djokovic parrebbe in ritardo, ma c’è un dato che sintetizza la beata solitudine del numero 1: l’attuale numero 2 Andy Murray, sconfitto per 24 volte su 34 dal suo coetaneo, ha oltre ottomila punti di ritardo nel ranking Atp dal ragazzo di Belgrado che, raggiungendo la cifra astronomica di 16.950 punti, ha battuto il record di 16.790 che lui stesso aveva ottenuto in questa stagione dopo la vittoria del torneo di Doha. Si tratta del maggior numero di punti Atp nella storia del tennis da quando, nell'anno 2000, c'è stata l'ultima modifica regolamentare in termini di conteggio. Traducendo le cifre, Novak Djokovic, che nel 2016 ha perso solo tre partite, ha scavato un abisso con la concorrenza.
VIDEO: "E' il momento più bello della mia carriera e c'è il sole..."
Federer, al contrario, nel 2010 guerreggiava da un pezzo con l’eterno rivale Nadal e doveva guardarsi dalla nuove leve, quei Murray e, soprattutto, Djokovic ben più maturi ai massimi livelli delle attuali promesse capeggiate da Dominic Thiem. L’adattabilità dell’uomo con le molle alle diverse superfici e un livellamento delle stesse (soprattutto l’erba tristemente declassata a ‘erba battuta’) potrebbero rivelarsi validi alleati, così come il tramonto, poiché nessuno è immune alla legge del tempo, di Roger Federer e Rafa Nadal. Mai come adesso la classe innata dello svizzero e il fisico dominante del maiorchino fanno spazio nell’Olimpo all’intelligenza robotica di Novak Djokovic.
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