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Roland Garros: le pagelle dell’Italia di Sinner e Trevisan

Fabio Disingrini

Aggiornato 08/10/2020 alle 16:35 GMT+2

Quella con Nadal è stata solo una sconfitta esemplare perché dal migliore Jannik Sinner imparerà la grandezza. Il tennis di Martina Trevisan (9) è cambiato, e ora è bellissimo, sotto la Tour Eiffel; Lorenzo Sonego (8) è l'elogio della costanza e Giustino (7) dell'impresa eccezionale. Sara Errani e Marco Cecchinato hanno fatto (quasi) pace con Parigi; per Berrettini (5) un altro giorno da guarire.

Gli outsider italiani al Roland Garros 2020

Credit Foto Eurosport

10 - Jannik Sinner

Tale Soderling giura che a Parigi c’è un tunnel segreto e che traversarlo fa essere Rafael Nadal. Il tunnel è dietro a un muro rosso che il giovane Sinner ha preso a fucilate, e ci ha fatto pure due belle crepe prima di trovare il cemento armato. Così s’è seduto ad ammirarlo pensando: «La prossima volta porto il cannone». Il giovane Sinner non aveva mai ballato al Roland Garros e di già l’abbiam scovato sul centrale a far serata con Le Grand Diable. Passavano i game, serviva per un set, ne conduceva un altro e più tirava vincenti, più si pensava che il giovane Sinner ha nel futuro una grandezza a forma di slam. Ne siamo ferocemente certi, al diavolo prudenze e iettature.
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No-look di rovescio a rete: numero da golf di Sinner

9 - Martina Trevisan

Quando qualcosa è cambiato, la racchetta le ha fatto venir voglia di essere una donna migliore. Senza aver mai vinto prima un match negli slam, Martina Trevisan a Parigi ha fatto un gran bel rumore: un’eco che dai grandi spazi vuoti del Roland Garros schiude vasti scenari nella carriera di una tennista anomala. Diversa come il suo dritto mancino e come un passato divenuto tale. Speciale come la scelta che rappresenta nel novero delle tutte uguali colpitrici. Come la classifica tutta nuova che l’aspetta e grazie Martina, dai che proprio ci voleva.
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Trevisan, che corsa! I colpi più belli dalle qualificazioni ai quarti

8 - Lorenzo Sonego

Per vincere domani ha incontrato un miyagi del tennis come Gipo Arbino, maestro fiero con la pipa in bocca e la pelle brasata sui campi di terra. E metti la prima, togli la cera, metti la prima, togli la cera... Lorenzo Sonego s'è messo a stendere i più grandi vincendo partite infinite, lottate punto a punto con le regole della mente. Così il maestro Gipo ha coltivato la straordinaria arte dei punti focali, così il suo allievo ha vinto le sue prime tre partite a Parigi a immagine e somiglianza del tie-break più lungo mai giocato al Roland Garros (19/17 per battere Fritz). L’ottavo di Sonego, fermato solo dal semifinalista Schwartzman, è opera notevole.
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Sonego, il 19-17 su Fritz nel tie-break più lungo sulla terra

7 - Lorenzo Giustino

Dicono maratona ma altroché, la sua partita in trasferta con Moutet è durata 6 ore di gioco in due giorni di torneo, e l’ha vinta perché dall’altra parte della rete c’era un artista fragile, uno che tante vite fa sarebbe andato a vivere, con Paire, tra i vigneti di Montmartre. Mica San Giustino, stravagante animale del tennis cresciuto a Barcellona fra i terraioli locali: a vederlo sai bene che è un operaio della racchetta, ma di quelli che sanno andare in paradiso. Bravo sì ma un po' disordinato, e con questa straordinaria qualità resistente che man mano s'incolla al gioco avversario. Di sollievo e sofferenza, Lorenzo Giustino a Parigi ha fatto la sua impresa.
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Giustino incanta Parigi: i numeri dell'impresa

6 - Sara Errani e Marco Cecchinato

Lui non vinceva un match negli slam da due anni, dal giorno della mitica semifinale del Roland Garros. Lei nel 2012 è stata finalista (e semifinalista un anno dopo), ma non disputava un major proprio dal torneo di Cecchinato e così insieme, rincorrendolo in periferia, hanno preso Le dérnier metro. Han remato dalle qualificazioni per far pace coi campi del loro spirito e la Errani ha battuto pure la Puig prima del tennis d’avanspettacolo con la Bertens: Sara fra doppi falli (14) e inguardabili battute da sotto, l’altra uscendo dal campo in carrozzina per presunti crampi mortali. Cecchinato invece di bel tennis ne ha ritrovato eccome: ha battuto De Minaur e Londero, e firmato molti autografi di rovescio lungolinea, prima di consegnarsi a Zverev. Sono tennisti ritrovati, tranne la battuta della Errani.
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Errani in tilt: non riesce più a servire e batte da sotto

5 - Matteo Berrettini

Sarà mica colpa della bella Ajla (la compagna e collega Tomljanovic) che l’ha portato a vivere in Florida se il romano Matteo non vince più sul rosso? Macchè anzi, un dato fornito da Infosys ha assegnato alla sua palla di dritto, sulla superficie nativa, un valore di 4631 rotazioni al minuto: per capirsi, Nadal arrota un valore medio di 3400. È che a Berrettini capitano queste giornate storte, a New York con Rublev, a Parigi (più grave) con Altmaier, mettiamoci pure Roma con il solito Ruud, in cui va in campo con le polveri bagnate e ciò è molto grave, oltre che fatale. Matteo lo sa e ci penserà Santopadre: noi mettiamo la fede.
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Autocritica Berrettini: "Mi sento diverso rispetto al 2019"

4 - Fabio Fognini e Camila Giorgi

Le note dolenti vengono da chi per molti anni, negli slam, ci ha tenuto buona compagnia: la roulette russa di Camila Giorgi e le splendide fiammate di Fabio Fognini. Sì che hanno alibi forti: lei ha lasciato per infortunio al debutto con la Trevisan (stava 5-1 nel primo set), lui ha due caviglie passate da poco sotto i ferri e quel bruto di Kukushkin al primo turno proprio non ci voleva. Speriamo solo non si sia spento il loro afflato generazionale.
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Fabio Fognini - Roland Garros 2020

Credit Foto Getty Images

Sono molto degne di nota le vittorie di Jasmine Paolini con la Bolsova e di Stefano Travaglia, a segno su Andujar e Nishikori prima di sbattere la fronte contro Nadal. Per entrambi sono stati i primi successi al Roland Garros che da sempre ai nostri ammicca più degli altri slam, però l’onda cresce. Perché quest'anno nel tabellone principale di Parigi c’erano 14 italiani (10 uomini e 4 donne), perché il lavoro incessante dei team privati non più in conflitto con la federtennis, l’alta fedeltà dei giovani tennisti ai loro maestri (Berrettini-Santopadre, Sinner-Piatti, Sonego-Arbino) e una certa proliferazione dei challenger in Italia alla fine paga eccome. Avanti così.
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Sinner ko con Nadal ma ci ha regalato queste magie

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