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Roland Garros: "Sinner con Nadal è stato impressionante, ma ha un margine enorme"

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 07/10/2020 alle 18:47 GMT+2

Roberta Vinci, Barbara Rossi, Jacopo Lo Monaco e Federico Ferrero dicono la loro su Jannik Sinner dopo il match con Nadal al Roland Garros. Tra celebrazioni e aspetti da migliorare, c'è un opinione comune: contro Nadal è arrivata comunque una partita che ha impressionato positivamente.

Jannik Sinner, che partita contro Nadal

Credit Foto Getty Images

Abbiamo chiesto alle nostre due storiche voci sul tennis e alle voci tecniche di Eurosport un'opinione sulla partita di Jannik Sinner contro Rafael Nadal al Roland Garros 2020. Tra analisi e qualche consiglio, ecco le opinioni di Roberta Vinci, Barbara Rossi, Federico Ferrero e Jacopo Lo Monaco.

Barbara Rossi

L’impressione è naturalmente molto positiva, innanzitutto per l’atteggiamento con cui è sceso in campo e per il fatto che ha dato la sensazione di avere le idee chiare e la tattica giusta per battere Nadal. Ma non solo: lui era convinto di poter vincere. Ricordiamo ad esempio anche Berrettini con Federer a Wimbledon che non ha dato questa impressione, ma era invece molto titubante e insicuro perché aveva di fronte una leggenda nella sua casa, ed è sceso in campo per vedere cosa sarebbe successo. Sinner invece no, mi ha dato la sensazione che era in campo per vincere. Una sorta di dimostrazione che per lui queste partite sono di passaggio: affrontare questi campioni che è convinto di poter gestire e di poter battere per arrivare là in alto. E’ questa la cosa che più mi ha impressionato e che ho trovato straordinaria.
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Poi ci sono tante cose del suo gioco che possono ancora crescere. Ad esempio: lui ha provato a scendere a rete in momenti importanti, ma si vede che non è sicuro. Sa che questo è un aspetto che deve migliorare per poter poi fare proprio come Nadal ha fatto nei momenti chiave ieri sera. Questo è necessario per il salto di qualità. Sta lavorando molto sui momenti della partita: cosa fare e che scelte fare. Ad esempio anche la palla corta nel momento chiave che non andava fatta... Questo però sono certa che lo riguarderanno, perché Sinner e Piatti hanno anche questa grande qualità di rianalizzare bene la partita. Anche e soprattutto quelle che perde. La studieranno: la smorzata, la risposta non messa in campo, sono certa che da questo match usciranno con cose molto utili per contribuire alla crescita.
Sono convinta comunque che ne esca arricchito e ci ha confermato che in questi momenti importanti, come la prima finale Challenger o le NextGen, lui scenda in campo senza paura: è questa è una forza mentale sua, qualcosa che non si impara. Campioni si nasce e Sinner mi ha dato questa sensazione: di esserlo, campione. Speriamo che riesca a gestire anche il fisico, perché le qualità sono immense.
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Jannik Sinner con il suo coach, Riccardo Piatti

Credit Foto Imago

Federico Ferrero

Sono impressionato dalla naturalezza con cui ha affrontato la sfida che è ritenuta da tutti la più difficile nel mondo del tennis, perché a detta di tutti quelli interpellati in proposito non c’è nulla di più difficile di affrontare Rafa Nadal a Parigi, visto anche il bilancio che ha di 98 vinte su 100 giocate per un totale di 12 trofei in bacheca... E non ha ancora finito. E’ probabilmente una sfida ancor peggiore che affrontare Federer a Wimbledon, diciamo che non si sbaglia se indichiamo in Nadal a Parigi come ‘LA SFIDA’ per eccellenza. Sinner l’ha affrontata con una consapevolezza che puoi avere soltanto se sei convinto di potertela già giocare a quei livelli nonostante tu sia un esordiente. Questo non mi ha stupito, ; perché so che lui e Piatti pensano quello, cioè che diventerà n°1 e che ha il livello di gioco di quei mostri. Però sai un conto è pensarlo e un conto è manifestarlo poi anche in campo. E Sinner l’ha fatto.
Peccato per il primo set quando ha un attimo perso l’orientamento sul 6-5, poi nel secondo set una volta preso il break di vantaggio Nadal si è tranquillizzato e ha giocato anche più libero. L’attenzione comunque che Nadal ha messo in questa partita, e successivamente il modo di festeggiarla, sono un segnale: Nadal l’ha celebrata come si festeggiano le partite importanti, a dimostrazione che di Sinner aveva una genuina “paura”, nel senso buono del termine: ovvero che lo temeva come si fa con gli avversari importanti.
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Su Sinner in generale cosa si può aggiungere ancora? Un colpitore eccezionale, con una mobilità e capacità di accelerazione che raramente ho visto da entrambi i lati, dritto e rovescio. Qualche margine in più di miglioramento c’è sul dritto. Non ha delle variazioni esagerate come può avere un altro talento italiano come Musetti, però per il tipo di gioco che fa lui davvero lascia stupefatti la continuità della pressione nello scambio da fondo. Sono sicuro che ci farà godere parecchio nei prossimi anni, ed è veramente soltanto questione di tempo, penso anche poco, perché cominci a vincere grandi tornei. Perché nel giro di pochi mesi ha avuto una crescita da Top10 e non vedo cosa lo possa fermare.

Roberta Vinci

Ho avuto una sensazione bella, ho trovato due fenomeni in campo, uno il re dei re e l’altro un grande giovane. Pretendere di battere subito Nadal, a Parigi, in un quarto di finale, era tanto. Però come gli ha tenuto testa non era scontato e questo mi è piaciuto molto. Ha una facilità nel giocare davvero impressionante, ma è soprattutto dal punto di vista mentale che ha giocato una grande partita. Un ragazzo quadrato, che aveva le idee chiare, concentrato su ogni punto, che non ha mai dato un cenno di insofferenza o fastidio.
Si vede davvero che ha già le cose ben chiare in testa, che sa cosa deve fare e dove vuole arrivare. Penso che abbia davanti un futuro dalla sua, perché ha ancora margini per migliorare ma è anche circondato da persone molto brave sia dal punto di vista tecnico che mentale; perché Sinner ha già grandi doti naturali ma il team che ha dietro ha certamente contribuito a tirarle fuori e rafforzarle. Ripeto: è a livello caratteriale e mentale che mi sembra sia davvero fortissimo.
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Jacopo Lo Monaco

Ha imposto un ritmo impressionante alla partita e secondo me quello che gli è mancato e per ora non ha, è la transizione da fondo campo alla rete. Tante volte mette in difficoltà l’avversario perché continua a spingere da dietro ma è difficile dopo un po’ tirare il vincente con i piedi dietro la linea di fondo. E’ partito con l’idea di giocare la palla corta, ne ha fatte parecchie, ma poi quando è arrivato il momento chiave si è irrigidito il braccio e poi ha abbandonato l’idea (6-5 primo set, 15-15). Il fatto che non si senta sicuro a rete sia come qualità della volée che come posizione, lo porta a voler chiudere da fondo ed è questo l’aspetto principale sul quale dovrà lavorare per completarsi. Inoltre dovrà irrobustirsi e migliorare sul piano della resistenza perché poi ha avuto un calo secondo me anche fisico e non solo mentale dopo 2 ore e mezza di gioco. Infine ci sono margini di crescita anche nella seconda di servizio.
Tutti aspetti incoraggianti considerando che già adesso può valere un posto tra i primi 20 al mondo. Sul resto mi è piaciuto il fatto che sulla diagonale di sinistra fosse alla pari o a volte addirittura superiore a uno come Nadal. La differenza fondamentale poi per Nadal è che era il 42° quarto slam, per Sinner il primo. E’ normale che sul 6-5 e servizio abbia sentito un po’ di tensione come la sentono tutti.
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