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Roland Garros, pagellone 2022: Nadal e Swiatek, coppia da record. Sinner e Djokovic, che fatica

Simone Eterno

Pubblicato 06/06/2022 alle 09:50 GMT+2

ROLAND GARROS - Il consueto pagellone di fine torneo, edizione 2022, ritorna nella formula da 10 a 0. Da Rafa alla Swiatek, da Ruud e Djokovic fino a Rune e alla Trevisan, passando per i continui guai fisici di Sinner. Promossi e bocciati al Roland Garros 2022.

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Rafael Nadal e Casper Ruud, Iga Swiatek e Coco Gauff. Ma anche Martina Trevisan, la scoperta di Holger Rune a questo livello, un Djokovic alla prese con un problema che forse in troppi abbiamo sottovalutato o il disastro delle varie teste di serie - Jabeur, Muguruza, Kontaveit eccetera - della parte bassa del tabellone femminile. Ci sono state tantissime storie in questo Roland Garros e come sempre abbiamo dato i numeri, con il consueto countdown da 10 a 0 per le pagelle - o meglio, il pagellone - di fine torneo.

Voto 10. Rafael Nadal

Un concetto di dominio ai limiti dell’imponderabile. Moya l’ha definito il suo successo più importante. Chi vi scrive queste righe non è d’accordo, ma di certo è qualcosa di diverso. Qualcosa di speciale. Perché per la prima volta, forse, Rafa Nadal, alla vigilia, aveva pensato davvero di non farcela. Le infiltrazioni, gli antidolorifici e un tabellone che sembrava impossibile. E invece prima Auger-Aliassime, poi Djokovic, poi Zverev – a cui Rafa deve una doppia statua: aver fatto saltare Alcaraz ed essersi messo fuori gioco in semifinale. Impossibile poi a quel non prendersi l’ultimo atto con Ruud. Com’è o come non è a Parigi è sempre Rafa. Ancora una volta Rafa. Oltre il mito, trascendente ogni definizione.
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Voto 10 bis. Iga Swiatek

Perché tra dover vincere e vincere c’è una bella, ma proprio ‘una bella’ differenza. Pressione, attenzioni, tensione. Tutti concetti che Iga Swiatek ha ormai imparato a gestire col piglio della veterana; lei che di veterano ha ben poco, considerata anche l’anagrafe. ‘sta ragazza qui è forte su tutta la linea. E non attaccate col solito ‘pippone’ del mancano le altre. Fino all’altro giorno ci si lamentava che non ci fosse nessuno. Eccovi accontentati. Iga Swiatek. Due gradini sopra tutte. Fateci l’abitudine.
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Voto 8. Martina Trevisan

Dieci partite, a livello di main draw dalla categoria WTA 250 in su, Martina Trevisan le aveva messe insieme in tutta la carriera. Tra Rabat e Parigi invece le ha fatte di fila, dimostrandoci che il 2020 in fondo non era stato un caso. Sulla terra questa ragazza ha un tennis insidioso per tante ed è ormai un dato di fatto. Certo, ora, arriva il difficile: restare lì in alto, specie quando si tratterà da uscire fuori da questa superficie. Sul torneo però non c’è che da levarsi il cappello. Brava brava brava.
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Voto 7. Holger Rune

E’ andato come un treno e probabilmente dovrebbe stare anche più in alto, in termini di voto. Ma i posti di questa classifica sono 10 e da qualche parte dovevamo pur infilarlo. Holger Rune ci ha fatto vedere di non essere solo un “raccomandato di lusso”. C’è tennis, c’è carattere, c’è tocco, c’è ambizione. E c’è soprattutto talento. Anche perché non si arriva pronti-via ai quarti di finale di uno slam dopo 2 partite in totale in carriere nel main draw di un major. Forte.
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Voto 6. Novak Djokovic

Il suo rientro in uno slam è stato agrodolce. Perché se è vero che fino alla sfida con Nadal aveva navigato sereno, l’incrocio con Rafa ci ha mostrato una versione di Djokovic probabilmente non più pronta “a quel livello lì”. Cosa significa? Che il serbo si è fatto sorprendere. Sorprendere da un avversario in grado di spostare l’asticella a un’altezza tennistica superiore; altezza a cui forse Djokovic aveva perso un po’ l’abitudine di dover giocare. Attenzione: non significa che Nole non ce l’abbia più. Significa solo che non è più abituato, avendo giocato fino a Parigi meno della metà di quanto avrebbe giocato in un anno normale. Ecco, questa è l’insidia più grande. A Londra probabilmente questo shock sarà da lezione. Ma da lì in poi, se non arrivano notizie dagli USA (e di riflesso dall’Australia), potrebbe trovarsi a dover gestire questa cosa qui sul lungo periodo. E Parigi ci ha già indicato come possa diventare un fattore...
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Voto 5. Carlos Alcaraz

Diciamoci la verità: ci aspettavamo di più. Doveva essere lui l’avversario di Rafa in semifinale. E invece ha rischiato di non arrivare nemmeno al primo mercoledì del torneo. Un mezzo miracolo per gestire la giornata di (quasi) gloria di Ramos e lo stop un po’ inaspettato contro quello Zverev che aveva scherzato a Madrid. Il tutto per ricordarci, per ricordarvi, sempre, che il 3 su 5 e gli slam sono un’altra cosa. Diffidate dalle imitazioni. O da chi vorrebbe riformarli.
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Voto 4. Alle condizioni fisiche di Sinner

Perché passi la febbre di Indian Wells, ma da lì in poi è un delirio. Jannik ne ha avute di tutti i colori. Le vesciche a Miami. I problemi muscolari alla zona addominale a Monte Carlo e la conseguente settimana di riposo dando forfait a Barcellona. Il problema all’adduttore a Madrid. I dolori all’anca di Roma. L’infortunio al ginocchio sinistro di Parigi. Un po’ troppo, per definirla solo sfortuna. Il lato negativo è che bisogna prenderne atto e iniziare a riflettere sulle cause. Il lato positivo è che Sinner ha tutto il tempo per farlo, l’età è dalla sua. Bisogna però iniziare a prendere atto e agire di conseguenza. Forza Jannik.
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Credit Foto Getty Images

Voto 3. Ons Jabeur

Non è nemmeno arrivata al lunedì della prima settimana. Fuori, mestamente, di domenica, nella giornata di presentazione del torneo. D’accordo la stanchezza per il titolo a Madrid e la finale a Roma. Però, ecco, da colei che doveva essere la principale antagonista al regno di Swiatek, era lecito attendersi qualcosa in più.
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Voto 2. Alle favorite della parte bassa femminile

...Perché le colpe non sono mica solo di Jabeur, eh. E la Krejcikova e il rientro, d’accordo. E la Kontaveit non è la sua superficie, va bene. E la Sakkari e il sorteggio ‘sfigato’ con Muchova. E la Muguruza è in crisi. E la Raducanu non aveva mai giocato sulla terra. E questo. E quell’altro. E alloraaaa...

Voto 1. All’infortunio di Zverev

Nel senso di dinamica, di cosa che avremmo preferito non vedere. C’è tutta la sfortuna del mondo, per una giornata uggiosa, per le fatiche che si accumulano. C’è anche del suo però, per un tennis troppo difensivo per i mezzi a disposizione. C’è infine, senza dubbio, il fatto che Sascha per un bel po’ adesso non lo vedremo più. Era a due partite dal potenziale n°1 del mondo. Si ritrova con i legamenti della caviglia tutti da valutare.
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Voto 0. Alla sessione serale

Un anno dopo possiamo tranquillamente affermare che la night session al Roland Garros centra come i cavoli a merenda. Ma che roba è? Gente con le coperte a 10°C all’1 del mattino. Condizioni di gioco totalmente differenti. Ma stracciate i contratti. Non è che tutto deve essere sempre denaro, per diamine. Finiamola qui, dai.
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Spettatori ghiacciati durante una sessione serale del Roland Garros 2022: coperte, sciarpe e freddo

Credit Foto Getty Images

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