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Djokovic e una mente superiore, Nishikori si arrende

Eurosport
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Aggiornato 15/05/2015 alle 18:30 GMT+2

Pur giocando un tennis lontanissimo dai suoi standard migliori il serbo alza l'asticella nel momento più delicato di una giornata no: 6-3, 3-6, 6-1 il punteggio inflitto al nipponico. Ora, Nole, affronterà Ferrer (che in mattinata aveva battuto Goffin)

Novak Djokovic

Credit Foto Imago

C’è un’immagine che racconta la differenza che c’è tra Novak Djokovic e tutti gli altri in questo momento, ed è all’inizio del terzo set. Dopo aver perso malamente un secondo parziale dove il serbo si era fatto notare più per la guerra contro il campo che contro Kei Nishikori, Djokovic ha saputo resettare esattamente come un computer quanto fin lì registrato e, da quel momento, adattarsi a un avversario che aveva decisamente cambiato passo.
Può apparire come una banalità ma è l’estrema sintesi del perché più di ogni altro Djokovic è in questo momento quasi impossibile da battere. Se è vero infatti che il valore degli altri Fab è per i più molteplici e differenti motivi sceso e se altrettanto vero è che quello delle nuove generazioni non si è ancora avvicinato a quanto fatto vedere dai 4 dominatori del circuito, la superiorità tennistica del serbo unita alla sua strepitosa attitudine mentale è la spiegazione al perché in questo momento a Djokovic non si riesco a porre un freno.
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Novak Djokovic ist beim ATP-Turnier in Rom auf Titelkurs

Credit Foto SID

Lo sa bene l’avversario di oggi Kei Nishikori che, da quella famosa vittoria nella semifinale dell’ultimo US Open, non si è più nemmeno riavvicinato all’idea di poter ribattere il serbo. Un concetto che è stato tale anche oggi. Nonostante il cambio di passo del giapponese già intravistosi a fine primo set – quando Djokovic è dovuto risalire da 0-30 prima di chiudere per 6-3 – e sviluppatosi grazie anche agli sproloqui di Nole nel corso del secondo, è nel momento chiave del terzo che è arrivato il reset in stile macchina sopra accennato. Ogni problema con il vento, ogni problema con il campo, ogni singolo errore non forzato che ne aveva condizionato fin lì la prova è stato messo da parte perché quello era il momento dove non si poteva più sbagliare. E così, l’inerzia positiva del buon Nishikori, è sparita in un amen. Il 6-1 del terzo set è stato tanto netto quanto impietoso; e nella sua rapidità ha raccontato del perché sia sempre Nole l’uomo da battere.
Ci proverà Ferrer in semifinale nel replay del quarto che l’anno scorso costrinse il serbo fino al terzo set. Ah sì, provate a indovinare poi chi vinse quella partita…
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