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Sinner fenomeno pop: il tennis adesso è nelle case degli italiani

Simone Eterno

Aggiornato 27/11/2023 alle 18:40 GMT+1

TENNIS - Jannik Sinner ha portato il tennis dentro la casa di tutti gli italiani. Un fenomeno popolare che funziona. Il perché è in un connubio di fattori che si sono incastrari perfettamente: dal momento storico in cui Sinner è arrivato al suo essere personaggio 'perfetto' per i canoni di comunicazione contemporanei.

Sinner eroe nazionale: i numeri del suo 2023 da favola

Non siamo ancora al febbraio del 1988, quando la sacralità del Festival di Sanremo fu interrotta per lasciare spazio a un giovane ma già fenomenale sciatore italiano che si sarebbe portato via il secondo oro olimpico a Calgary. Ma la tendenza, numeri alla mano, sembra proprio quella lì. In principio fu lo sci alpino, poi, verso la fine dei ‘90 e per tutta la prima decade del nuovo millennio, furono le moto. A un certo punto divenne il nuoto. Oggi, la nuova passione degli italiani, è il tennis. E così, dopo Tomba, Rossi e la Pellegrini, pare toccare a Jannik Sinner scardinare le porte di una disciplina a lungo nicchia e da qualche mattina ormai, nei bar degli italiani, argomento sulla bocca di tutti. Nel caso ancora non ve ne foste accorti, lo dicono i numeri. Il tennis passa in chiaro e fa il botto, attestandosi su cifre simili a quelle della nazionale di calcio. Nella giornata decisiva prima Arnaldi con 3.2 milioni di persone e il 21.91% di share sulla Rai, poi Sinner con il match decisivo a quota 5.7 milioni di telespettatori (tra Rai2 e Sky) con il 28,5% complessivo di share. Era successo insomma già alle ATP Finals e si è confermato – figuriamoci – con la Coppa Davis, trofeo stravolto nella sua formula ma non nel fascino del nome, specialmente se l’attesa era durata 47 anni.
A trascinare un susseguirsi di eventi che nel nostro Paese si sono configurati come un disegno perfetto, se ci pensate, per l’esplosione del tennis. L’epoca di Federer-Nadal-Djokovic ha costruito una base di fedelissimi, che si è andata ampliando con l’arrivo di Matteo Berrettini e le prime imprese di un italiano ad altissimo livello; risultati che hanno contribuito a portare il tennis anche dentro i telegiornali del mainstream. Il resto l’ha fatto, appunto, l’esplosione definitiva di quel campione che tutti attendevano ormai dagli anni ’70, dal giocatore semplicemente in grado di vincere: Jannik Sinner.
Sì perché se Jannik – Coppa Davis esclusa – formalmente ancora non l’ha fatto, la tendenza è chiara anche per chi rudimenti di tennis non ne ha. Lui, Carlos Alcaraz, Holger Rune e Ben Shelton saranno con ogni probabilità i ragazzi che porteranno il tennis nel futuro; e per quanto Novak Djokovic sia riuscito in questa stagione a batterli ancora quasi tutti quando contava, la clessidra non gioca a favore del recordman serbo. Una, due, forse tre stagioni. E qui dentro, qualcosa per gli altri, ci sarà in ogni caso. Jannik Sinner, fisico permettendo, sarà certamente lì pronto a giocarsi le proprie chance. In fondo l’ha già fatto nel 2 su 3, come dimostrano le due vittorie in 10 giorni tra il Round Robin di Torino e la semifinale di Coppa Davis contro la Serbia. Anche per questo Sinner è sempre più mainstream: quando batti il più forte, la tua immagine fa il giro del mondo.
E l’immagine di Sinner, semplicemente, piace. Piace nella sua genuinità, quasi inconsapevolezza di essere diventato personaggio. A Torino a chi gli chiedeva proprio di Tomba o Valentino, Jannik rispondeva “ma no, è ancora troppo presto, loro hanno fatto la storia”. Ha ragione, ma al tempo stesso dà una risposta che funziona e contribuisce al corretto posizionamento del suo personaggio. La sua umiltà, la sua educazione e il dire quasi sempre la cosa giusta. Mentre gli altri festeggiavano la Davis ad esempio, lui ringraziava anche i tifosi australiani arrivati a Malaga per sostenere gli avversari appena sconfitti, o ricordava l'importanza di un compagno presente anche solo per fare il tifo.
Sinner funziona nel mainstream perché pare un prodotto creato ad-hoc per il mainstream contemporaneo, posizionandosi in quella fascia di mercato dei social-addicted dove dire sempre la cosa giusta e rispondere alle logiche del politically correct è funzione primaria. Curioso, se ci pensate, per uno che ha dichiarato di recente, dei social, di farne sempre meno uso. Ed è forse qui che ci si accorge che Sinner non recita una parte, ma genuino lo è semplicemente di natura, fino quasi a diventare prevedibile nelle sue dichiarazioni.
Il pacchetto però per ora funziona; e nella speranza che il suo futuro non venga fagocitato alla prima delusione – il tennis, a differenza di sci, moto e nuoto, di delusioni ne dà a tutti (escluso uno) ogni settimana – Sinner scala le classifiche di gradimento e porta il tennis dentro le case degli italiani. Il resto lo dirà il tempo. A Sanremo comunque possono stare tranquilli: a febbraio, l’Australian Open, sarà finito da un pezzo. Interruzioni per un eventuale match point di Sinner, non ce ne saranno.
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Jannik Sinner a 'Che tempo che fa': "Questa coppa è per tutti voi"

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