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Sinner: "Nel 2024 voglio confermarmi. La pressione è un onore"

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Aggiornato 06/12/2023 alle 12:25 GMT+1

TENNIS - Jannik Sinner ha parlato a margine dei SuperTennis Awards, guardando a un 2024 che inizierà tra pochissimo e in cui le aspettative sono ormai molto alte. Presente anche Matteo Berrettini: "Sto bene, sono carico. Spero di continuare ad arrabbiarmi per un colpo sbagliato e di esaltarmi per un vincente".

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Il sipario sul 2023 del grande tennis è calato nel migliore dei modi per l'Italia, con il trionfo in Coppa Davis a 47 dalla prima volta. Ma dopo una breve vacanza, è già tempo di pensare a un 2024 ormai alle porte e dove si partirà come al solito fortissimo (gli Australian Open cominciano il 14 gennaio). Lo sa bene Jannik Sinner, il faro del nostro movimento e protagonista assoluto dell'ultimo mese abbondante con la racchetta. L'altoatesino ne ha parlato a margine dei SuperTennis Awards di Milano.
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"Il 2024 deve essere l'anno della conferma. Avere addosso la pressione è un onore ma va presa con il sorriso. Ho disputato un ottimo finale di stagione, con la vittoria della Coppa Davis ho provato tante emozioni. Non ci siamo forse accorti quanto fosse importante per gli italiani. Sarà importante partire positivi come in questi mesi del 2023. Sarà un'altra stagione da grandi emozioni".
All'evento era presente anche Matteo Berrettini, che dopo mesi difficili a causa degli infortuni vuole tornare ai suoi livelli. "Al 2024 chiedo di provare le emozioni che ho provato a Malaga e a Bologna durante la Davis. Mi era mancato. Sgolarmi per i miei compagni mi ha fatto bene, spero di continuare ad arrabbiarmi per un colpo sbagliato e di esaltarmi per un vincente. Sto bene, sono carico. La Davis ha lasciato in tutti noi grande entusiasmo, è una vittoria che parte da lontano, da tutte le sconfitte che ci hanno fatto male. Io ora rientrerò con i tornei in Australia ma con il mio ranking attuale sarà tutto più complicato".

Sui festeggiamenti della Davis

"Ho festeggiato sì, dopo la Coppa Davis. Però la vera festa è stata andare due giorni a sciare, tornare sulle mie montagne per ritrovare me stesso nella neve. E quei due giorni mi hanno dato tanto. Regali non me ne sono fatti, non è che il successo mi cambi. Il 95% della mia vita lo passo a Montecarlo, quella ormai è la mia casa, e il 5% in montagna. Per me è importante, fondamentale tornare a casa, vedere i miei nonni e i luoghi, ricordare da dove vengo. In questi giorni ho trovato la tranquillità".
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