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Tennis, Jannik Sinner volta pagina: ufficiale l'addio al coach Riccardo Piatti. Verrà seguito per ora da Simone Vagnozzi

Luca Stamerra

Aggiornato 16/02/2022 alle 18:31 GMT+1

TENNIS - Dopo le voci dell'ultima settimana, Sinner ha ufficializzato l'addio al suo coach Riccardo Piatti e a tutto il suo team. Il tennista bolzanino aveva voglia di cambiare pagina dopo qualche problema avuto con lo stesso Piatti nel corso dell'ultimo anno. Verrà seguito per i prossimi tornei da Simone Vagnozzi, con cui già si allenava a Montecarlo. In attesa del super coach...

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Ora è arrivata anche l'ufficialità. Dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni e le voci sul nuovo coach, il super coach, Jannik Sinner ha comunicato il suo addio a Riccardo Piatti e a tutto il team che l'ha seguito negli ultimi 6 anni. Grazie al loro lavoro, e al talento del giocatore di San Candido, Sinner ha vinto 5 titoli ATP in carriera e ottenuto come best ranking il 9° posto nel novembre 2021, oltre ad aver raggiunto negli ultimi anni i quarti di finale sia agli Australian Open (2022) che al Roland Garros (2020). Ora una c'è da scrivere una nuova pagina, sin dal torneo di Dubai, ATP 500, dove debutterà anche Djokovic, in cui Sinner verrà seguito da Simone Vagnozzi, ex allenatore di Cecchinato.

Il comunicato di Sinner

Dopo molti anni di successo insieme, io e il mio team abbiamo deciso di separarci. Vorrei ringraziare Riccardo, Dalibor, Claudio, Andrea, Cristian e Gaia per tutto quello che hanno fatto per me dall'inizio della mia carriera fino ad ora. Riccardo Piatti in particolare, mi ha insegnato tante cose che rimarranno per sempre parte del mio tennis. Sono stati creati molti ricordi speciali e guarderò sempre indietro al tempo che abbiamo trascorso insieme con affetto
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Il perché dell'addio

Sono tanti i motivi dell'addio a Riccardo Piatti e sono state diverse, negli ultimi giorni, le ricostruzioni sui dissidi tra Sinner e il suo, ormai ex, allenatore. In primis la programmazione dei tornei da disputare, con Piatti e il suo team che volevano disputare solo un certo numero di tornei in stagione, mentre Sinner voleva essere presente un po' ovunque per continuare la sua crescita, come riportato dal Corriere della Sera. Vedi il caso di Tokyo 2020, con Sinner che non volò in Giappone proprio per decisione del suo team. Insomma, non è stato un fulmine a ciel sereno come credevamo. La tensione era salita già da tempo, una sorta d'insofferenza del classe 2001 nei confronti del suo allenatore anche per gli atteggiamenti che aveva con lui durante gli allenamenti e durante i match ufficiali.
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Ora c'è Vagnozzi, poi Magnus Norman

A partire dal torneo di Dubai, all'angolo di Sinner ci sarà Simone Vagnozzi. Ex allenatore di Marco Cecchinato, con il quale il siciliano raggiunse la semifinale del Roland Garros nel 2018 e il suo best ranking (n° 16 del mondo). Lo seguirà per tutta la stagione 'americana' con i Master 1000 di oltreoceano, prima dell'arrivo del Super coach. Parliamo di Magnus Norman, anche se l'ex numero 2 del mondo non ha ancora ufficializzato il suo sì. A giorni dovrebbe arrivare però il sì anche dello svedese che in questi ultimi anni ha portato alla crescita esponenziale di tennisti come Robin Söderling (che ha disputato due finali del Roland Garros nel 2009 e nel 2010) e Stan Wawrinka. Il capolavoro l'ha fatto con lo svizzero che negli anni in cui è stato seguito da Norman ha vinto tre Slam: l'Australian Open nel 2014, il Roland Garros nel 2015 e gli US Open nel 2016.
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Non è un "torneo meraviglioso" quello di Sinner: deve crescere

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