Tennis, Legends' Voice, Evert: "Scommetterei che Ash Barty completerà il Career Grand Slam"
DaEurosport
Pubblicato 28/01/2022 alle 13:11 GMT+1
LEGENDS' VOICE - Nella prima edizione in assoluto di Legends' Voice, Chris Evert racconta la sua iconica rivalità con Martina Navratilova, riflette sui risultati raggiunti e su alcuni confronti con il tennis femminile di oggi.
Ash Barty e Danielle Collins si affronteranno sabato nella finale degli Australian Open 2022. 40 anni fa, invece, gli appassionati assistettero a una partita tra due delle più grandi giocatrici di tutti i tempi, Chris Evert e Martina Navratilova. Il match andò in favore di Chris, e non fu solo il suo primo titolo a Melbourne e il 13° titolo Slam, ma completò anche il suo Carreer Grand Slam.
L'Australian Open era un torneo molto diverso quarant'anni fa. Tanto per iniziare si giocava su erba e la sede era il Kooyong Stadium, a cinque miglia lungo la strada da Melbourne Park. Poi veniva giocato subito dopo Natale o un paio di settimane prima, dunque molti giocatori decidevano di rimanere a casa. I quattro tornei dello Slam non erano considerati con la stessa importanza di adesso, e all'inizio degli anni '80 eravamo molto coinvolte nel supportare le prime fasi del tour WTA; avevamo piazzato i primi tornei WTA nelle stesse sedi degli Slam. Credo di aver giocato il torneo solamente sei volte, in una carriera durata 18 anni. Ovviamente, però, se fossi vissuta in quest'epoca l'avrei giocato in molte più occasioni, perchè ora viene attribuita grande importanza alla vittoria di un major.
Ai miei tempi era Wimbledon quello che tutti volevamo vincere, ma oggigiorno penso che ogni Slam abbia uguale valore. L'Australian Open si è probabilmente evoluto più di ogni altro Slam negli ultimi dieci o vent'anni. È l'Happy Slam! Tutti sono così rilassati e i giocatori apprezzano molto il pubblico australiano.
La finale del 1982 è stata una vittoria molto significativa per me, soprattutto dopo che Martina mi aveva battuto l'anno precedente, 7-5 al terzo! Ogni volta batterla sull'erba era un'impresa enorme. Il suo gioco era fatto a misura per la superficie, lì ha vinto più Slam di chiunque altro. Penso sia davvero la più grande giocatrice sull'erba che si sia mai vista, quindi è sempre stata una sfida in cui dovevo giocare al meglio per vincere. All'inizio degli anni '80 la nostra rivalità era piuttosto equilibrata, dunque fu un incontro molto serrato. Andavamo sempre al terzo ed era sempre una grande battaglia, questo non cambiava mai; ma oltretutto quell'anno lei era la numero uno e mi aveva battuto nelle due precedenti finali Slam sull'erba, dunque ero decisamente sfavorita.
Penso che abbiamo tirato fuori il meglio l'una dall'altra. Eravamo sempre cariche ed entusiaste, percepivamo che ogni momento passato in campo era speciale. Era una rivalità di cui tutti parlavano, per cui sapevamo quanto fosse bello, non solo per noi, ma anche per il gioco del tennis e soprattutto per il tennis femminile. Il fatto che avessimo stili diversi - lei era aggressiva, faceva serve and volley, mentre io ero una solida giocatrice da fondo campo - era un ulteriore elemento di fascino. Ci siamo fatti molti supporter e molti di questi fan erano al di fuori del mondo del tennis, abbiamo contribuito alla crescita di questo sport.
Intravedevo tre possibili grandi scenari per il futuro del tennis femminile. 1) Ci sarà una giocatrice molto dominante, come fu Serena per noi. È stato fantastico per il tennis femminile avere una come lei, perchè gli ascolti in TV sono andati alle stelle, e questo è l'indicatore più importante. 2) Ci sarà una rivalità come la mia e quella di Martina, ci saranno due gruppi di fan e questo la renderà entusiasmante. 3) Ci sarà una moltitudine di talenti e ogni torneo penseremo: "Wow, chi vincerà!?"
Sembra che ci troviamo in questo terzo scenario al momento, ragione per cui è decisamente più difficile completare il Carreer Grand Slam.
Questo non è necessariamente un male per il gioco, ma conferisce al riconoscimento un valore ancora più inestimabile. Il Career Grand Slam è incredibile, toglie molta pressione. Immagina di vincerne due, di provare a vincere il terzo e di riuscirci; odieresti finire la tua carriera vincendone tre su quattro... devi cercare quell'ultimo, inafferrabile, quarto successo e solo allora ti sentirai un campione completo.
Se dovessi puntare dei soldi su qualcuno che potrebbe essere in grado di raggiungerlo oggi, sarebbe sicuramente Barty perchè ha un gioco a tutto campo, sia la difesa che l'attacco sono ottimi. Ha dimostrato vincendo Wimbledon di essere bravissima sulle superfici veloci, e vincendo il Roland Garros sulle superfici lente; non vedo perchè non dovrebbe essere brava anche sulle superfici a metà fra questi due estremi.
È più difficile al giorno d'oggi perchè il livello di gioco medio si è elevato tantissimo. Quando giocavo io erano sempre le prime quattro a vincere gli Slam, ora può essere chiunque delle prime trenta, e non solo! Guarda cosa ha fatto Emma Raducanu agli US Open! Ammirerei ancora di più chiunque riuscisse a vincere tutti e quattro i grandi tornei oggi.
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