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Tennis, Lorenzo Musetti: “Avevo perso la voglia di giocare, in alcune partite mi sono vergognato"

DaOAsport

Pubblicato 09/11/2021 alle 18:32 GMT+1

TENNIS - A pochi giri d'orologio dall'esordio alle Next Gen Finals, Lorenzo Musetti torna a parlare a proposito della sua annata contrassegnata da alti e bassi: il tennista carrarese ha dovuto passare per sconfitte brucianti e sedute dallo psicologo per superare un momento buio.

Lorenzo Musetti à Anvers en 2021

Credit Foto Imago

Lorenzo Musetti ha vissuto un 2021 davvero dai due volti. Dopo un inizio di anno letteralmente sorprendente, infatti, il tennista toscano classe 2002 ha attraversato un momento complicato nel cuore dell’estate, per motivazioni riconducibili fuori e dentro il campo. Dopo la folgorante settimana dell’ATP di Acapulco nella quale si era messo in mostra agli occhi di tutto il mondo, dopo il clamoroso match contro Novak Djokovic al Roland Garros, nel quale si era portato addirittura avanti due set a zero, è sopraggiunta una notevole crisi con pochi risultati e tanti dubbi.
“Avevo addirittura perso la voglia di giocare” ha ammesso candidamente Lorenzo Musetti, che ha motivato quel periodo nero per colpa di un forte calo mentale dovuto alla rottura con la fidanzata e per una serie di delusioni e cambiamenti all’interno del circuito ATP, come spiega TennisWorldItalia.com. “Ad un certo punto mi è mancata la passione, la scintilla. Avevo bisogno di un bagno di lavoro e di umiltà” prosegue Musetti.
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Il nostro portacolori, tra le altre cose, non fa fatica a trovare addirittura il punto più basso della sua annata. “Mi sono davvero vergognato nei match contro Federico Coria a Winston-Salem e contro Dimitar Kuzmanov a Sofia. Ho perso entrambe le sfide senza lottare, è stato imbarazzante. Parlandone con il mio coach Simone Tarantini, abbiamo deciso insieme che l’unica cura fosse l’allenamento”.
Allenamento, ma non solo, anche sedute da uno psicologo: “Un percorso che ho intrapreso con regolarità dopo i giochi olimpici di Tokyo. Il dottore mi fa riconoscere le emozioni e le cose che vivo. Mi sono aperto subito e ora so apprezzare situazioni che prima rifiutavo: per esempio, vincere giocando male, non inseguire sempre la perfezione, che non esiste”.
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