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Capolinea, Millman. Novak Djokovic non fa sconti: il serbo è in semifinale

Simone Eterno

Aggiornato 06/09/2018 alle 06:20 GMT+2

Il serbo mette fine alla sorprendente corsa del tennista australiano: 6-3, 6-4, 6-4 il punteggio e pass strappato per la semifinale contro Kei Nishikori, remake dell'incredibile match che nel 2014 mise il giapponese in finale. Djokovic conduce però nei precedenti per 14 a 2.

Novak Djokovic US Open 2018

Credit Foto Getty Images

dall'inviato a New York - E' stata più complicata di quanto non abbia detto il punteggio finale. Novak Djokovic batte John Millman 6-3, 6-4, 6-4. Ma la favola del tennista australiano, prima di conoscere la sua fine, ha voluto scrivere un ultima pagina ancora una volta degna di nota.
Già perché nella solita serata di caldo umido newyorchese - per quanto nemmeno minimamente paragonabile a quello di ieri e soprattutto della serata della caduta di Federer - anche Novak Djokovic ha faticato a trovare la quadra giusta per scardinare il portone John Millman. Mentre tutto il mondo, infatti, in questi giorni trovava a fatica la forza di rimanere in piedi, l'unico a godersela è sembrato essere proprio il tennista australiano. Probabilmente questo il segreto del super torneo di Millman: solido, costante, veloce, sempre dentro lo scambio e quasi mai disposto a lasciare per strada anche un solo quindici. Djokovic si è trovato così ad avere a che fare con lo stesso tipo di partita che aveva fatto saltare Fognini prima e Federer poi. La differenza? Il serbo non ha praticamente concesso nulla al servizio. Una sola palla break - annullata - lungo più di due ore di lotta, prima dell'unico reale break subito a metà del terzo set. Un'inezia non sufficiente a Millman per provare ad abbozzare la trama che già aveva steso le due ben più quotate teste di serie sulla strada dell'australiano.
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John Millman durante il quarto di finale dello US Open 2018 contro Novak Djokovic

Credit Foto PA Sport

Questo il segreto di un Djokovic inizialmente boccheggiante e a tratti anche nervoso. Specie nel secondo set, quando l'impietosa statistica raccontava di una solla palla break convertita sulle 12 complessive avute a disposizione in quasi due ore di lotta.
Già perché se il primo set era sfuggito via a Millman per una piccola distrazione, così è stato anche il secondo. Sul 4-4 - e con il serbo che proprio non riusciva a trovare la soluzione giusta sulle chance di break - è stato uno sciagurato doppio fallo dell'australiano a consegnare il game che ha cambiato in positivo - per Djokovic, chiaramente - la storia di questa partita.
Forte di un vantaggio di due set a zero Nole ha proseguito così una partita decisamente più tranquilla; conducendo con lucidità un terzo set dove il controbreak subito sul 3-2 e servizio non ha in realtà portato a ulteriori conseguenze. Il set e la partita si sono chiusi infatti nel nono game, con l'ultimo allungo di Djokovic poi confermato al servizio e con la resa inevitabile di un Millman che, molto semplicemente, ha trovato stasera un avversario più abile di lui nel solido gioco da fondo allo specchio.
Djokovic vola così in semifinale contro Kei Nishikori forte di un impressionante 14-2 alla voce 'scontri diretti'. Occhio però alla curiosità: una delle sue sconfitte subite in carriera arrivò proprio qui, nel 2014, quando con una partita semplicemente perfetta il giapponese scrisse uno dei più imprevedibili upset dell'era recente. Riuscirà a ripetersi anche questo volta o resterà solo un exploit fine a sé stesso? Lo scopriremo venerdì, quando i due si giocheranno il pass per la finale contro uno tra Del Potro e Nadal.
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US Open: Djokovic-Millman 6-3 6-4 6-4, gli highlights

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