Djokovic c'è, Nishikori non è mai un problema: Nole vola in finale con Del Potro
Aggiornato 08/09/2018 alle 04:15 GMT+2
Il serbo domina una partita "allo specchio" dove Nishikori non lo mette praticamente mai in difficoltà. Finisce 6-3, 6-4, 6-2 a favore di Djokovic che centra così la seconda finale slam consecutiva dopo quella di Wimbledon e torna in finale allo US Open due anni dopo il ko del 2016 com Wawrinka. Sfiderà Juan Martin Del Potro per quella che sarà la sua 23esima finale slam.
dall'inviato a New York - Possiamo chiamare rivincita una sfida che aveva già visto trionfare per 13 volte consecutive il giocatore sconfitto in quell'occasione? Evidentemente no, eppure Novak Djokovic, nel suo 14esimo successo consecutivo contro Kei Nishikori, si è levato anche questa soddisfazione: cancellare la semifinale dello US Open 2014.
Una partita storica quella; e non solo per il risultato finale che a sorpresa aveva premiato il tennista giapponese. Un match da ricordare perché a quel livello, il buon Kei, non si è praticamente mai più riproposto. Un picco. Un unicum. Un risultato fine a se stesso che ancora una volta, dopo 13 vittorie consecutive, Djokovic ha riconfermato anche questa notte.
La seconda semifinale dell'Open degli Stati Uniti ha infatti deluso un po' le attese. Nishikori si presentava forte di un gran torneo e della sensazione di voler provare a fare partita. Così non è stato. Nel gioco allo specchio dal fondo, Nole si è confermato ancora una volta tennista superiore. Privato di quella soluzione in rovescio lungolinea che aveva fatto i danni 4 anni fa, il giapponese si è confermato tennista con poche, pochissime armi per impensierire il serbo.
Djokovic ha infatti dominato, concedendo il nulla al servizio per due set (2 palle break totali nel corso del match, entrambe annullate) e scardinando piano piano la resistenza di un Nishikori che dal fondo alla fine ha sbagliato, molto semplicemente, di più.
Un break in apertura di primo set per mettere subito la partita in discesa; uno a metà del secondo, autentico spartiacque del match. Il resto, per Djokovic, è venuto da solo, con Nishikori chiaramente messo all'angolo e impossibilitato a una rimonta fuori dalle sue corde.
Il serbo completa così il suo cammino, raggiungendo la seconda finale slam consecutiva dopo il successo di Wimbledon (la 23esima complessiva, una meno di Nadal e 6 meno del record di 30 di Federer) e confermando un'estate americana da sogno: dopo il career golden masters a Cincinnati, Djokovic avrà la possibilità contro Del Potro di tornare a giocarsi il titolo allo US Open 2 anni dopo la sconfitta con Wawrinka.
I precedenti sono dalla sua, con un impietoso 14-4 che suona molto simile al record che il serbo aveva proprio con Nishikori (14-2 prima di stasera). Eppure, la sensazione, è che domenica sarà tutt'altra partita. Se non altro perché Juan Martin, con quel dritto, avrà un arma tattica per regalarci un po' più di battaglia.
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