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Mohamed Lahyani, nessuna sanzione per il caso Kyrgios

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Aggiornato 31/08/2018 alle 19:13 GMT+2

La USTA con un comunicato annuncia che non ci saranno provvedimenti per il giudice di sedia dopo il discusso coaching a favore dell'australiano: "È andato oltre il nostro protocollo ma continuerà ad arbitrare".

Mohamed Lahyani

Credit Foto Getty Images

Nessuna sanzione. Un colpo di spugna o quasi. Il tanto discusso comportamento di Mohamed Lahyani nel corso del match di secondo turno tra Kyrgios e Herbert, con il singolare coaching che ha aiutato l’australiano a ribaltare una partita in netta salita (era sotto 4-6, 0-3), non sortisce alcun provvedimento. A comunicarlo è Chris Widmaier, portavoce della federtennis USA, all’Associated Press. Il contenuto è piuttosto chiaro: "È andato oltre il protocollo" ma continuerà ad arbitrare in virtù della sua "esemplare esperienza". Insomma, una tirata d’orecchie, una minaccia d'indagine ma niente di più sia per volere degli altri arbitri sia perché lo svedese è riconosciuto da tutti per il suo 'palmares'.
A Lahyani è stato chiesto di attenersi d'ora in poi al protocollo per il resto del torneo. Le partite ufficiali seguenti da lui arbitrate saranno monitorate [Chris Widmaier, USTA]
Il 50enne si era difeso così: "Ho informato Kyrgios che se il suo disinteresse per il match fosse continuato, questo sarebbe costato un intervento con provvedimenti come da regolamento. Per questo è stata suggerita a Kyrgios la possibilità di un trattamento medico". Dal canto suo, l'estroso tennista australiano aveva commentato: "Lahyani era solo preoccupato per il modo in cui stavo giocando. Quanto accaduto non ha avuto alcun effetto, davvero nessuno. Altre volte gli arbitri mi hanno invitato a non lasciar scivolare via il match. Non è stato come un coaching, è ridicolo pensarlo".

La rabbia di Federer

Questione di punti di vista perché l'altra campana, quella più nutrita, condanna il comportamento di Mo Lahyani che di sicuro è andato oltre i propri compiti di giudice di sedia. Richard Ings, ex responsabile dei regolamenti per conto dell’ATP, è esploso: "Mi sto spremendo le meningi per individuare una situazione che richieda che il giudice di sedia parli in quel modo con un giocatore. Ho arbitrato migliaia di incontri, sono stato responsabile degli ufficiali di gara dell’ATP, ma non me ne viene in mente nemmeno una". Oltre al povero Herbert, la prima vittima di questa vicenda, ha detto la sua anche Roger Federer senza troppi giri di parole:
Credo che un giudice di sedia non possa parlare in questo modo con un giocatore, scendendo dalla sedia. Non è il ruolo di un arbitro. Non deve scendere, può decidere rimanendo al suo posto. Non vai giù e non parli in quel modo. Non mi interessa quali sono state le parole usate, ma è rimasto un po'. Non ha solo chiesto come va. È stato un dialogo lungo, uno di quelli che può cambiare il tuo approccio mentale al match [Roger Federer]
Già, l'approccio mentale, proprio quello a cui ha fatto riferimento lo svizzero proiettandosi al suo incontro di terzo turno contro l'imprevedibile Nick.
Se capitasse una cosa simile anche nel match fra Kyrgios e te? Non capiterà - la risposta secca del vincitore di 20 Slam
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