US Open: La beffa di Schwartzman: vince Rafa, la semifinale sarà Nadal-Berrettini
Aggiornato 05/09/2019 alle 07:09 GMT+2
L'argentino gioca una grande partita, rimonta due situazioni disperate nel 1° e 2° set, ma alla fine perde entrambi i parziali: finisce 6-4, 7-5, 6-2 a favore di Nadal che vola così in semifinale degli US Open e batte Schwartzman per l'ottava volta su otto incontri. Per Nadal in semi ci sarà Matteo Berrettini in una sfida che è un inedito assoluto.
Che cos’è la definizione di ‘beffa’? Il dizionario italiano, alla voce beffa, così si esprime: “Danno fortuito e crudele riservato dalla vita”.
La sua estensione dal Garzanti al mondo del tennis ha varie sfaccettature. Subire un break all’ultimo game della partita senza mai aver perso il servizio fino a quel momento; commettere un doppio fallo su una palla decisiva; rompere le corde sul punto chiave; e così via dicendo. Di certo, non avevamo mai assistito a ciò che ‘beffa’ è significato nella notte per Diego Sebastian Schwartzman.
Prendete Rafael Nadal, mettetelo dall’altra parte della rete, giocate una partita sostanzialmente alla pari ma perdete tutti i punti chiave. Vi ritrovate sotto 4-0 nel primo set, ma infilate improvvisamente 4 giochi consecutivi; rientrando non solo fino alla parità, ma strappando due palle break a Nadal per andare eventualmente 5-4 e servizio. Le palle break sfumano, perdete il servizio nel game successivo alla prima chance dell’avversario e rendete vani 58 minuti di eroica rimonta: 6-4 Rafa.
Staccare potrebbe essere comprensibile. Ma non se siete Diego Sebastian Schwartzman. Lottate di nuovo su ogni punto, ma vi ritrovate di nuovo, nonostante tutto, sotto di due break: 5-1 Nadal e 40-40. Lottate, approfittate di un paio di passaggi a vuoto del vostro avversario, recuperate prima un break e poi anche l’altro. Pare incredibile, di nuovo due break di svantaggio recuperati a Rafael Nadal: 5-5. Il vostro avversario torna a tenere il servizio ma voi, nel game che dovrebbe portarvi al tie-break, andate sotto 0-40: 3 set point. Annullate il primo. Annullate il secondo. E sul terzo tirate un dritto a mezza rete con il punto che era girato dalla vostra, rendendo vani, questa volta, un’ora e 10 minuti di altrettanto eroica rimonta: 7-5 Rafa.
Il resto è semplicemente già storia. Storia di un terzo set a quel punto ormai scritto. Storia di Rafa Nadal, in grado di raggiungere la sua ottava semifinale agli US Open (la 33esima in carriera in tutti gli slam) e completare il quadro accoppiandosi insieme a Matteo Berrettini (dall’altra parte Medvedev-Dimitrov). E storia di Diego Sebastian Schwartzman che nonostante gap fisici e atletici riesce molto spesso a fare partita pari con il più grande agonista del mondo; ma in qualche modo, poi, ne esce sempre fregato.
Le nuvole e la pioggia di Parigi, oppure le epiche rimonte sfumate sul più bello di New York. Beffe, insomma. Danni crudeli riservati dalla vita – tennistica, ovviamente – davanti a cui non vi resta che sorridere, salutare e stringere la mano per l’ottava volta. Anche in questa occasione il piccolo Schwartzman ha dimostrato di poterci giocare e perché no spaventare il gigante Rafa. Ma, ancora una volta, inesorabilmente, si è ritrovato sconfitto.
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