Berrettini dura un set: vince Rublev e va ai quarti di finale
Aggiornato 08/09/2020 alle 08:01 GMT+2
Ingiocabile per un parziale, il tennista romano cede poi dalle fondamenta del suo gioco, perdendo il primo turno di servizio e il primo set del suo torneo. E subendo il ritorno implacabile del russo: 4-6 6-3 6-3 6-3, ai quarti di finale Andrey Rublev contro Daniil Medvedev sarà il match di cartello.
C'è stato un Berrettini che ha ripreso con Rublev un anno dopo sullo stesso ring: suonandolo nell'angolo a raffiche di servizi e dritti vincenti. Poi però c'è stato il Berrettini che ha perso la battuta e dal fondamento s'è sgretolato tutto il suo gioco: prima il rovescio, poi le variazioni sul tema e infine il colpo diretto.
Il calo del tennista romano è stato netto in apertura di secondo set, dalle scorie del nono game del primo in cui Rublev gli ha cancellato 4 set-point di scambi durissimi. Ecco, proprio da quel momento il russo ha cominciato a salire di livello accelerando la stragrande maggioranza dei punti prolungati: troppo tardi per ribaltare il primo parziale, ma abbastanza per iniziare la sua escalation. Rublev infatti, che era stato piallato l'anno scorso e sempre al quarto turno, ci ha capito poco anche nel primo set di oggi, respinto in risposta e disturbato oltremodo dal back di rovescio sempre più efficace di Berrettini, poi ha trovato le contromisure ed è partito sgommando.
Scrivendo il verdetto delle 4 riprese, assegniamo il 51% del merito a Rublev (tennista di assoluto spessore) e il 49% delle responsabilità a Berrettini, che ha ceduto il primo turno di servizio del torneo nel quarto game del secondo set e da lì ha perso fiducia, appoggi e braccio, finendo in apnea. Per capire bene la proporzione del crollo di Matteo, nel primo set ha vinto 12/15 con la prima di servizio contro un mortificante 4/20 di Rublev sulla seconda. Cifre dominanti che si perdono nel conteggio del match e alla fine la statistica che conta è un'altra: a referto c'è lo stesso numero di vincenti (34), ma gli errori gratuiti di Berrettini sono 44 contro i 28 del russo.
Non spingiamo oltre nella piaga del nostro che aveva fin qui disputato un torneo esemplare, senza cedere nè set nè turni di battuta a Soeda, Humbert e Casper Ruud. Oggi s'è alzato il levello e spento il sole dopo un set, così ai quarti ci torna Rublev tre anni dopo e contro un avversario diventato peso massimo come il connazionale, e finalista uscente, Daniil Medvedev. Non pensiamo che questa sconfitta, in un momento così unico per lo sport mondiale, debba ridimensionare le prospettive di un Berrettini sempre più completo dalla parte del rovescio, in fiducia nelle variazioni di ritmo e in controllo sui cambi lungolinea.
Certo che Matteo dovrà capire perché con Rublev s'è accesa la spia così presto, ammesso che non si tratti solo di un problema fisico e allora sì (ci ripetiamo) che in questa stagione anomala certi fattori non si potranno prevedere. E ora, con tutto il rispetto per i presenti - dalla diversa spettacolarità di Medvedev alla bellezza postmoderna di Shapovalov - seppur curiosi di scoprire il nuovo 150° campione del Grand Slam, senza italiani, senza Federer, senza Nadal e senza lo sciagurato Djokovic, ci consoliamo pensando che il Roland Garros è come se iniziasse domani.
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