Jasmine Paolini si ferma al primo turno: vince la Garcia
Aggiornato 31/08/2020 alle 22:32 GMT+2
Il primo successo in uno slam deve attendere: al debutto assoluto sui campi di New York, 3ª presenza nei major, la tennista lucchese viene respinta da Caroline Garcia 6-3, 6-2. Le speranze italiane nel tabellone femminile s'aggrappano a Camila Giorgi che affronterà nella notte la belga Van Uytvanck, sempre sconfitta nei 3 precedenti.
Jasmine Paolini debutta a Flushing Meadows senza lasciare il segno contro Caroline Garcia, giocatrice al momento di altro spessore rispetto alla giovane tennista lucchese, che perde il suo terzo match negli slam dopo i suoi esordi al Roland Garros e all’Australian Open.
La Garcia, francese numero 50 del ranking mondiale con un quarto di finale disputato a Parigi nel 2017, 36 match vinti negli slam e 8 titoli WTA, ha fatto gravare su Jasmine la sua esperienza ma specialmente il peso maggiore della sua palla, colpendo sistematica la risposta vincente sulla seconda di servizio davvero troppo docile della Paolini.
Del primo match italiano di un tabellone femminile senza 6 top ten - assenti a NY Ashleigh Barty e Simona Halep prime due giocatrici del ranking mondiale oltre a Elina Svitolina, alla detentrice Bianca Andreescu, a Kiki Bertens e Belinda Bencic - si può dire poco con la Paolini a segno dalla ricezione nel primo game prima del "sistema Garcia", che ha infine vinto il 70% dei punti con la prima di servizio (3 ace) e fatto segnare 26 vincenti contro gli 11 di Jasmine, anche se la statistica più indicativa è il solo 30% dei punti vinti dalla Campionessa d'Italia sulla seconda, aggiungendo i 5 doppi falli a zero.
Invero la Paolini ha strappato un contro-break in apertura di secondo set dopo aver ceduto il primo parziale, ma la sua partita è di fatto finita quando, dopo una resistenza di 8 parità, ha ceduto il quinto game consegnandosi alla francese in un’ora e 21 minuti: 6-3, 6-2. Carolina Garcia non avrà vita facile al secondo turno, affrontando Karolina Pliskova prima testa di serie dello US Open più straordinario nella storia del Grand Slam.
Straordinario perché senza pubblico, perché si gioca in una bolla senza Federer e Nadal come non accadeva (nei major) dal 1999, perché non ci sono i campioni in carica (Nadal e Andreescu) come nel 2003, quando mancarono nel main draw le teste coronate di Pete Sampras e Serena Williams. Straordinario per un’Italia da record che s’era presentata a New York con 12 tricolori come mai prima d’ora negli slam: peccato che Stefano Travaglia e Jasmine Paolini debbano già lasciare Flushing Meadows.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Scaricala
Scannerizzala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità