US Open: Victoria Azarenka agli ottavi di finale, Swiatek ko
Aggiornato 06/09/2020 alle 02:35 GMT+2
La finalista del 2013 vince lo scontro generazionale con Iga Swiatek: 6-4 6-2. Azarenka vola agli ottavi di finale di uno slam 2 anni dopo l'ultima volta.
Una partita da appassionati. Da nicchia. Da “bolla”, giusto per rimanere pienamente in tema. Chi nella notte è rimasto sveglio per guardarsi Azarenka-Swiatek non può che appartenere alla nicchia dei malati del tennis femminile. Eppure, questa partita, aveva il suo perché. Da un lato infatti un’ex campionessa mai come in questa particolare estate così centrata dopo anni di enormi difficoltà e vicissitudini varie; dall’altra un’esponente di quella nuova generazione dall’altissimo potenziale ma dall’acerba intelligenza tennistica.
Non ha deluso le attese della nicchia però questo match, che negli alti e bassi inevitabili quando in campo c’è un’esponente del partito del ‘A Tutta Sempre’ come la Swiatek, ha regalato comunque momenti di tennis brillante. Nel primo parziale, in particolare, quando la polacca era partita mostrando la solita facilità di esecuzione; e che ha portato alla luce un’Azarenka però in qualche modo più vicina parente di quella versione che tutt’ora ricordiamo come più seria – (e probabilmente unica) – contendente di quando ‘Serena era Serena’ (e qui se lo ricordano bene, vedi finale del 2013).
Ne è uscita davvero bene da questa partita la bielorussa, che in un torneo così particolare e in un tabellone tutto sommato interessante, può attestarsi davvero come una giocatrice da tornare a tenere in considerazione. Dietro al 6-4, 6-2 con cui Vika ha disinnescato la dinamitarda Swiatek c’è esperienza e una buona condizioni fisica, che unita alla voglia di continuare a sorprendere iscrivono la bielorussa nel lotto delle possibili contendenti a qualcosa di grande. Non aveva mentito, insomma, il surreale torneo di Cincinnati della scorsa settimana. Azarenka incontrerà ora Muchova – reduce da una battaglia estenuante con la Cirstea – e sull’eventuale strada dei quarti avrebbe una tra Mertens, Kenin o Jabeur.
Chissà che non possa spingersi davvero un po’ più in là: a un quarto che appartiene a una vita fa (2015), prima che il piccolo Leo sconvolgesse il mondo di mamma Vika. E a cui certamente Azarenka piacerebbe mostrare quella versione di sé che il figlio non ha mai conosciuto. Staremo a vedere.
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