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US Open, Boris Becker sul flop di Novak Djokovic: "Ha sbagliato ad andare a Tokyo 2020"

Matteo Zorzoli

Aggiornato 16/09/2021 alle 15:13 GMT+2

US OPEN - Le parole dell'ex campione tedesco ed ex coach di Djokovic ai microfoni di "The Yellow from the Ball", il podcast sul tennis di Eurosport Germania: "Penso che si sia esaurito lì, forse era tutto un po' troppo anche per uno come lui. Forse avrebbe dovuto prendersi una pausa più lunga dopo Wimbledon, come fa sempre, di 3-4 settimane"

Boris Becker ai tempi in cui era l'allenatore di Novak Djokovic

Credit Foto Getty Images

La vittoria di Daniil Medvedev agli US Open 2021 e il sogno Grande Slam negato a Novak Djokovic continuano a far discutere il mondo del tennis. L'ex campione tedesco Boris Becker ha analizzato il momento del serbo a 360°, dalle scelte nella programmazione della stagione al paragone con Federer e Nadal. Ecco le dichiarazioni dell'ex coach di Djokovic a "The Yellow from the Ball", il podcast sul tennis di Eurosport Germania.

Sulla finale persa

"Non avevo mai visto Novak piangere su un campo da tennis. Deve essere andato davvero oltre il limite emotivamente. Dal successo a Wimbledon ogni giorno si è chiesto se avrebbe vinto il Grande Slam. Si è fatto del male da solo, probabilmente. Il suo discorso dopo la finale è stato notevole. Ancora con gli occhi lucidi ha spiegato ai newyorkesi 'Oggi è il più bello giorno della mia vita, perché finalmente sento che sono rispettato e amato'. È stata una situazione incredibile".
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Sul calendario

"Non so se abbia messo il Golden Slam nel mirino solo dopo il successo di Wimbledon. In origine non aveva previsto di andare a Tokyo per riposarsi e giocare al meglio la stagione sul cemento e gli US Open. Ha appesantito il suo calendario. E' orgoglioso del suo Paese e voleva rappresentarlo, senza dubbio, ma è un essere umano, non un robot. Non può vincere sempre tutto, sopportare la pressione ed essere in forma. Penso che si sia esaurito lì, forse era tutto un po' troppo anche per uno come lui.. Forse avrebbe dovuto prendersi una pausa più lunga dopo Wimbledon, come fa sempre, di 3-4 settimane. Il viaggio stressa, il Villaggio Olimpico, la cerimonia di apertura - è tutto bello, ma è anche incredibilmente estenuante. E ovviamente c'era anche la pressione del Golden Slam".

Sul lato umano del campione

"Conosco Novak personalmente e professionalmente e posso solo dire: finalmente tutti hanno scoperto chi è davvero, ovvero un bravo ragazzo. Da avversario a volte si comporta male in campo, ma chi non lo fa? Non è accettabile che Novak sia sempre il cattivo e Roger e Rafa siano sempre i buoni, è ingiusto. Spero che queste due settimane a New York, la finale, il discorso dopo la sconfitta e la reazione del pubblico newyorkese lo facciano finalmente vedere sotto una luce diversa. Ha pubblicamente difeso Tsitsipas dopo la semifinale contro Zverev, spesso difende gli altri giocatori. Ha un lato umano. Spero per lui e per la sua famiglia che finalmente sia meglio di quanto non sia stato fatto fino ad ora".
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