US OPEN: Lorenzo Musetti s'arrende al gigante Opelka e lascia New York, eliminato in 3 set

L’evoluzione del tennista gigante, che impugna il mjolnir invece della racchetta, scavando buche col servizio da lassù, si chiama Reilly Opelka, è nato e cresciuto in Florida, pesa cento chili ed è alto 2 metri e dodici. Con il servizio di Isner e meno dritto di Raonic, ma molto più svelto fra i battitori e un un’impetuosa abilità nel costruirsi il punto a rete: poco sensibile sì, ma nei confronti dell’avversario che oggi, purtroppo, è stato Lorenzo Musetti, giustiziato sotto il fuoco di 30 ace e 60 vincenti.

Ci aveva già sbattuto contro la scorsa primavera a Roma e oggi ha giocato meglio, specialmente nel primo set fino al tie-break, ma il giovane tennista italiano non ha ancora il fioretto abbastanza affilato per scalfire un martello così. S'è fermato a 4 palle break di cui una, illusoria, nel primo game del match, prima che il braccio di Opelka si trasformasse in una mitragliatrice Gatling.

Non è tutto perché giocando e vincendo molto, Reilly Opelka è nel pieno della sua maturità fisica e tennistica, quest'anno semifinalista a Roma e finalista pochi giorni fa della Rogers Cup. Un "bestione" che non solo fa giocare male l'avversario, specialmente se amante dello spettacolo e bisognoso dello scambio ad effetto come Lorenzo, ma dal cannone fumante che spara in uscita dal servizio, sa costruirsi dei bei punti prendendosi la rete e perfino giocando stretto in cross.

Non c'è rammarcio per Musetti, per un tie-break gettato e due break subiti su due errori di pressione al servizio (doppio fallo) e sotto rete. Dopo un'immensa stagione rossa da quarto turno e due set strappati a Djokovic al debutto assoluto negli Slam, l'estate di Lorenzo è stata lunga e pesante nel corpo e nella mente. A diciannove anni, avrà moltissimo tempo per rifarsi. E spaccare di fioretto pure certe montagne americane.