US Open, Matteo Berrettini si arrende a Djokovic anche a New York: un set illusorio, poi è Nole show
Aggiornato 09/09/2021 alle 07:39 GMT+2
US OPEN - Matteo Berrettini si arrende per la 4 volta su 4 incroci al n°1 del mondo Novak Djokovic; come a Parigi e Londra solo un set per Matteo che è sconfitto anche a New York per 5-7 6-2 6-2 6-3. Djokovic vola così a solo due partite dal Grande Slam di Rod Laver del 1969.
Ancora una volta un set. Come a Parigi lo scorso giugno. Come a Londra un mese più tardi. La dimensione tennistica del gap tra il n°1 del mondo ormai a -2 da una pagina di storia attesa più di 50 anni e l’attuale migliore tennista italiana è ancora quella: un set.
E’ questo ciò che concede Novak Djokovic a Matteo Berrettini. Niente di più, niente di meno. Un set – giusto mettere le cose in chiaro – fatto di un livello straordinario se si analizza la prestazione del tennista romano; ma che proprio per la sua necessità di tale sforzo, non poteva essere a lungo sostenuto. E’ servito l’assoluto miglior Berrettini di questo torneo e probabilmente del 2021 per strappare un parziale al n°1 del mondo; e nonostante quello, la ‘concessione’, se così la possiamo definire, è arrivata appunto con gli straordinari: servizio e dritto di delpotriana memoria, 77 minuti di lotti, un long set chiuso con enorme fatica e dopo 4 set point cancellati – di cui 3 consecutivi – per 7 giochi a 5.
Da lì, esattamente come a Wimbledon, l’inevitabile: Berrettini si è permesso di respirare, Djokovic ha cambiato marcia e salutato. Seppur competitivo, Matteo non è infatti riuscito a replicare egual andamento dal primo punto del secondo set. Di contro, Djokovic, come se ne fosse consapevole, ha iniziato a mostrare al romano quanto ancora fosse impervia la salita verso la gloria. Se in un’ora e diciassette minuti Berrettini aveva chiuso con fatica il primo parziale, nell’esatto arco temporale successivo Djokovic ne aveva messi a referto due. Allo scoccare delle 2 ore e 34 minuti di gioco, infatti, il match era già saldo nelle mani del serbo: 6-2, 4-1 il punteggio. Insomma: la solita devastante prova di forza mostrata a Berrettini, al pubblico di Flushing Meadows, al mondo intero collegato da casa.
Una rivendicazione, quella di Djokovic. L’ennesima, di una carriera in cui questo US Open 2021 vuole rappresentare la fine di ogni discorso: il Grande Slam 52 anni dopo Rod Laver; il sorpasso a Federer e Nadal; il punto definitivo – a proprio favore – di ogni possibile discorso algebrico portato a sostengo della tesi ‘il migliore di sempre’.
Nel mentre, nel quarto set, Matteo Berrettini ha provato - senza successo - a ritrovare il livello del primo parziale: sconfortato però nel punteggio e messo all'angolo da un giocatore a quel punto intoccabile, il romano si è arreso piuttosto velocemente. Djokovic ha chiuso infatti per 5-7 6-2 6-2 6-3, completando così la prima delle sue ultime 3 missioni: sconfiggere i 3 più forti giocatori al mondo, in questo momento, su questa superficie. Berrettini, dunque, è un capitolo chiuso. Ora tocca a Zverev, forse lo spauracchio più pericoloso tra lui e quel gentiluomo australiano citato poco sopra. A venerdì per l’epilogo della seconda saga.
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