Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Il paradosso di Roger Federer: quando vincere uno Slam a 36 anni diventa "facile"

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 16/07/2017 alle 20:53 GMT+2

A 35 anni e 342 giorni lo svizzero ha trionfato nel tempio della tradizione per la prima volta senza concedere nemmeno un set: il 19esimo Slam è quello con meno game giocati, un paradosso divino di chi ha saputo reinventarsi con il passare degli anni elevandosi rispetto alla concorrenza.

Roger Federer gewinnt Wimbledon 2017

Credit Foto Getty Images

Il tratto distintivo dei fuoriclasse è far sembrare facili le cose difficili. Roger Federer ha trionfato a Wimbledon per l’ottava volta, la prima assoluta senza concedere nemmeno un set sull’erba degli eletti prendendosi gioco di una legge fatale a tutti gli umani, quella del tempo. Marin Cilic, in quel pianto disperato nel secondo set, ci ha lasciato un’immagine che riassume al meglio l’edizione 2017 dei Championships: il croato, esattamente come gli altri prima di lui ma in maniera ancor più evocativa, è stato schiacciato dal peso della storia.
Una storia diventata leggenda nell’arco di 14 lunghi anni. Dopo l’epifania del 2001 e quella presunta profanazione del tempio divenuta ben presto inizio dell’epopea contro il 7 volte campione Pete Sampras, un ragazzo con i capelli lunghi, la fascia e la collana scuoteva la testa sul match-point contro Mark Philippoussis perché non credeva a ciò che stava per compiersi: con un look da teenager lo svizzero vinceva il primo Slam scoppiando in un pianto liberatorio. Era il 2003 e le lacrime di ieri si tramutano in quelle di oggi: i ragazzini di allora sono diventati uomini, i padri sono diventati nonni e Roger Federer continua a vincere.
Ho provato a batterlo tirandogli un lavandino, mi è tornata indietro una vasca da bagno (Andy Roddick, finale 2004)
Da allora si sono succeduti tanti avversari, ma il genio con la racchetta non ha mai smesso di dipingere tennis a ogni latitudine. Ha portato il tennis a un’altra dimensione, con classe ed eleganza dentro e fuori dal campo. Ha ridefinito le leggi della fisica ed è riuscito nell’impresa di trascendere i propri record e primati. Ce l’ha fatta nel tempo ed è questo che lo eleva rispetto agli altri: se il 19esimo Slam è stato il successo ottenuto con meno game giocati, statistica emblema del dominio, la colpa è di una concorrenza che non è stata al passo con il re o che lo è stata solo a fasi alterne, ma mai con quella continuità appartenente solo al prescelto.
picture

I colpi più belli della finale Federer-Nadal in 205 secondi!

Djokovic e Murray non sono più gli straordinari atleti di un tempo e vivono una fase di appannamento, Nadal è tornato e ci ha regalato la più epica delle finali Slam vinte dallo svizzero per il livello di gioco espresso, ma Federer è stato addirittura capace di reinventarsi. Dopo il periodo più duro della sua carriera, ha ridisegnato il suo stile di gioco passando dalla cura Stefan Edberg a Ivan Ljubicic: il serve & volley, un piatto corde più grande, il controbalzo, la SABR, il rovescio diventato colpo offensivo lavorando su timing, punto d’impatto e anticipo.
Il 16 luglio 2017 il vincitore più anziano di Wimbledon nell’era Open ha raggiunto la pace dei sensi come d'incanto. Quest’anno ha portato a casa 31 partite su 33 e ha conquistato tutto quello che sognava di ottenere: Australian Open, Indian Wells, Miami, Halle e Wimbledon. Il suo bilancio negli Slam e nei Masters 1000 è 25-0 e gli unici due che sono stati in grado di batterlo, negli appuntamenti che contavano di meno, sono stati Evgeny Donskoy e Tommy Haas. Era da 8 anni che il basilese non centrava almeno (manca lo US Open) due titoli major: 8 come il record all-time a Church Road.
Roger Federer ha fatto appassionare a questo sport milioni di persone, si è emozionato e ci ha fatto emozionare. Ha vinto 93 titoli Atp e se a 35 anni e 342 giorni ha vinto nel tempio della tradizione con un cammino immacolato è perché ha trovato la forza di plasmare il suo talento con il passare degli anni. Ha coltivato il dono con l’umiltà dei vincenti. Avremmo voluto rivivere le gesta australiane, ma all’All England Club abbiamo trovato “solo” il padrone di casa. L’insostenibile peso della leggenda ha fermato le lancette e la concorrenza, ma resta l’enorme privilegio di aver rivisto lo svizzero credere nei sogni e realizzarli nel suo giardino con i capelli corti e due coppie di gemelli al seguito, l'immagine della tenerezza a dimostrazione del tempo che passa anche se ce n'eravamo dimenticati.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità