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Federer e Nadal non hanno più lo stesso destino: la differenza è il mestiere delle armi

Fabio Disingrini

Aggiornato 12/07/2018 alle 11:44 GMT+2

Sfuma la finale dei sogni dieci anni dopo il prodigio di Wimbledon. Ce la nega il quinto set: croce di Federer, delizia di Nadal (e del Potro) nel giorno delle battaglie epiche che dividono Roger e Rafa sulla strada del mito.

Roger Federer and Kevin Anderson at Wimbledon 2018

Credit Foto Getty Images

Sfuma la finale dei sogni dieci anni dopo il prodigio. Domenica non avremo Federer-Nadal perché Roger è caduto sotto i colpi di Kevin Anderson, mentre Rafa vince l’ennesima battaglia campale del Centre Court contro un immenso Del Potro: 4 ore e 48 minuti di tenns che, nel quinto set, è diventato una superba espressione marziale.
Avvolti nel realismo magico di uno stadio incantato, giocano un ottavo game memorabile e mentre il sole tramonta su Londra, loro sembrano ogni istante più belli, coi volti scavati da una sacra fatica. Rafa contro Palito, il più grande guerriero della pallacorda contro il suo eroe romantico. Quando l’argentino crolla al suolo, Nadal salta la rete e lo soccorre. Del Potro si alza e gli sorride, ha bisogno di un conforto che si chiama abbraccio. Quando si stringono, sono due pugili al gong dell’ultima ripresa. Qui nessuno è sconfitto, solo che il tennis ha una spietata idea di vittoria.
Il tennis e l’età. Vale per tutti tranne Nadal caduto sulla terra, sceso all’inferno e tornato immortale. Vale per Federer che ha cinque anni più della sua ombra nera. Prima che Nadal e Del Potro si mettano a squarciare il cielo di Wimbledon, il divino Roger ha un match-point contro il malcapitato Kevin Anderson. Non sono passate nemmeno due ore, Federer ha già vinto i primi due parziali e col prossimo migliorerà il suo record personale di set consecutivi ai Championships. Non ne perde uno da due anni, ma contro Anderson stecca l’ultimo passante di rovescio. È l’ultimo punto dell’ascesa di Roger quando le acque si chiudono e anche lui si scopre umano, difettoso, stanco. Succede che Kevin Anderson fa l’impresa della vita e lo batte 13-11 al quinto. Maledetto quinto set, maledette 4 ore di gioco che adesso, su Federer, sono come kryptonite.
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Roger Federer

Credit Foto Getty Images

Federer tornerà. Nadal continua. Nella nostra incapacità di tifare se non per entrambi, insieme e per sempre, loro si separano sulla strada del mito perché uno è poesia in movimento, l’altro è materia resistente. Roger è la grazia metafisica, Rafa l’eleganza brutale. Quando s’incontrano è il più grande spettacolo della bellezza, se si dividono avremo Djokovic-Nadal. Un altro simbolo della nostra generazione. Un’altra storia da raccontare.
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