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Wimbledon, Matteo Berrettini è in finale: il 1° italiano di sempre, sconfitto Hurkacz in 4 set

Simone Eterno

Aggiornato 09/07/2021 alle 22:24 GMT+2

WIMBLEDON 2021 - Matteo Berrettini fa la storia del tennis azzurro diventando il primo italiano di sempre in finale all'All England Club dopo 134 edizioni del torneo: 6-3 6-0 6-7 6-4 il punteggio che vale al romano l'ultimo atto di domenica; sfiderà Djokovic o Shapovalov.

Freudenschrei: Matteo Berrettini feiert Finaleinzug

Credit Foto SID

Centotrentaquattro anni. 134. E’ solo il numero, di per sé, a dare la dimensione della rarità dell’evento. Nessun italiano nella storia di questo nobile torneo, Wimbledon, si era infatti spinto così in là: l’ultima domenica, la finale del torneo.
Ce l’ha fatta Matteo Berrettini, che superando in 4 set il polacco Hubert Hurkacz ha messo fine all’eterna attesa della racchetta azzurra nel tempio del tennis e si è aggiudicato il pass per la partita, almeno fin qui, ‘della vita’.
Pella, van de Zandschulp, Bedene, Ivashka, Auger-Aliassime e Hurkacz. Doveva in qualche modo vincere queste partite Matteo. E l’ha fatto. Giusto, ma mica scontato. Perché iniziare da favorito comporta tutta una serie di obblighi, pressioni, gestioni che sono l’altro lato della medaglia del tennista. Quelli importanti in egual maniera al campo. E Matteo, che a questo torneo si presentava da n°7 del seeding e fresco del titolo al Queen’s, ha onorato il suo status di “favorito tra gli outsiders”.
Alla vigilia si parlava insomma di Berrettini; e Berrettini ha rispettato le indicazioni. L’ha fatto, anche oggi, gestendo meglio del proprio avversario il peso delle aspettative e del palcoscenico. Dall’altro lato del campo infatti trovava un Hurkacz che a farsi spenti aveva giocato un grande torneo, stendendo gente di un certo spessore: da Musetti al primo turno passando per Medvedev e concludendo – soprattutto – con Sua Maestà Roger Federer. Ma mentre il polacco oggi ha sentito il peso della partita, Berrettini ha dato la sensazione di non sentirlo affatto. O meglio: di mascherarlo in maniera migliore.
Già perché per un set e mezzo, questa semifinale, quasi non si è giocata. Avanti 3-2 nel primo set, Hurkacz ha spento la luce subendo un clamoroso parziale di undici – 11 – game a zero! Berrettini ha costruito lì il suo successo, nell’enorme passaggio a vuoto di un avversario quasi completamente fuori dal campo. Un 6-3 6-0 di semplicissima analisi: mentre Berrettini faceva il suo con servizio e dritto, Hurkacz non prendeva più il campo.
E’ servita una reazione, un cambio anche tattico di Hurkacz, che da inizio secondo set ha provato ad accorciare gli scambi spingendosi con un po’ più di costanza nei pressi del net. La partita è così tornata equilibrata come era stata nei primi 5 game. E al tie-break, spartiacque della partita, ad Hurkacz è bastato il piccolo vantaggio costruito nei primi punti.
E’ stato il momento più delicato del match per Matteo, che dopo il passaggio negli spogliatoi è però rientrato in campo come se nulla fosse. Anzi, ad allentare la presa, è stato paradossalmente colui che non poteva permetterselo: Hubert Hurkacz. Il polacco ha perso il servizio nel game di apertura nel quarto set e a Berrettini quasi non è parso vero. Un break immediato che il romano non ha più mollato, concludendo il suo match con 22 aces e il dominio totale al servizio. E facendo, appunto, la storia del tennis italiano.
Sessantuno anni dopo la sconfitta di Nicola Pietrangeli contro Rod Laver, un azzurro è riuscito ad andare un po’ più in là, regalandosi l’ultimo anno in una domenica di assoluta passione per il mezzo milione di italiani a Londra (e tutti gli altri sparsi nel mondo). Church Road e Wembley Stadium. Prima Matteo Berrettini – contro Djokovic – e poi la Nazionale di Roberto Mancini contro l’Inghilterra. Domenica 11 luglio. L’appuntamento è con la storia. L’imperativo è uno solo: cancellare qualsiasi altro impegno già preso in precedenza.
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