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Wimbledon, quante possibilità ha Matteo Berrettini contro Novak Djokovic?

Simone Eterno

Aggiornato 11/07/2021 alle 09:56 GMT+2

WIMBLEDON 2021 - Quante chance ha davvero Matteo Berrettini contro Novak Djokovic? L'analisi del torneo, dei numeri del serbo, delle statistiche di Matteo e uno spunto tecnico sulla partita che dovrà provare a imbastire il romano.

Matteo Berrettini après sa victoire en demi-finale de Wimbeldon 2021 contre Hubert Hurkacz le 9 juillet 2021

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E’ la domanda che balena nella testa di quasi tutti gli italiani appassionati al tennis; e non solo. Perché va bene rompere 144 anni di attesa nella storia del torneo, ma il concetto, pardon, la speranza di tanti – se non quasi tutti – si può riassumere più o meno così: “già che siamo in ballo, balliamo”. Ecco, a proposito di danze, quante chance ha Matteo Berrettini di finire a ballare con Ashleigh Barty nella cerimonia di gala riservata ai vincitori di Wimbledon?
L’analisi richiede la valutazione di molteplici aspetti, ma soprattutto una buona dose d'imparzialità, cosa non sempre facile da trovare, quest’ultima, in questi giorni di bagordi tennistici nazional-popolari. Perché sì, in fondo, Matteo ha fatto qualcosa di enorme, ma già da queste pagine, nella celebrazione dell’impresa, invitavamo alla prudenza.
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Matteo Berrettini a Wimbledon 2021: dopo 134 edizioni del torneo e 144 anni di storia, un italiano è in finale

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Berrettini infatti è diventato il primo italiano in finale a Wimbledon, ma l’ha fatto senza incrociare nessun giocatore tra i primi 15 della classifica ATP. Pella, van de Zandschulp, Bedene, Ivashka, Auger-Aliassime e Hurkacz sono stati tutti avversari non solo alla portata di Matteo, ma anche indietro rispetto a lui in classifica generale. Tennisti, insomma, con cui Berrettini partiva ampiamente favorito anche per i bookmakers, da sempre termometro migliore per misurare “la realtà delle cose”. Ecco, Berrettini li ha regolati tutti con grande maestria – cosa non scontata – ma in finale si troverà di fronte ‘qualcos’altro’.
Quel 'qulcos’altro' è il n°1 del mondo e spauracchio assoluto Novak Djokovic. Un avversario enorme. Un tennista strepitoso. Un uomo in missione. Senza stare a inoltrarci in tutte le questioni principali legate al serbo – il 20° major che gli permetterebbe di raggiungere Federer e Nadal, la possibilità di arrivare a New York per il grande slam, eccetera eccetera – Djokovic vanta due statistiche di un certo spessore: in finale a Wimbledon ha vinto 5 delle 6 partite giocate, perdendo solo contro Andy Murray nel 2013. Per intenderci: se consideriamo quello di Wimbledon ‘il giardino di Federer’, Djokovic quel Federer l’ha battuto in finale tre volte su tre. E la seconda, forse ancor peggiore per Berrettini, è che da 6 anni a oggi - ovvero Wimbledon 2015 - Nole ha anche giocato 13 finali slam vincendone addirittura 11: le uniche sconfitte a US Open 2016 con Wawrinka e al Roland Garros 2020 con Nadal. Più che un avversario, per Berrettini, Djokovic si attesa sulla carta come un Everest da scalare senza ossigeno.
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Djokovic e Federer a Wimbledon 2019, l'ultimo trionfo su questi prati del serbo in quello che a oggi, 2021, è ancora il suo titolo di campione in cari

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Quindi Matteo ha già perso?

No. Perché in una partita di tennis qualsiasi cosa può succedere; e perché una finale va sempre vinta, anche se ti chiami Novak Djokovic. Di certo per Berrettini negli slam contro i Top10 la statistica, seppur ancora piuttosto scarna – di fatto a questo livello Matteo si è lanciato solo dalla stagione 2018 –, è impietosa: 0 vittorie, 4 sconfitte. Thiem al Roland Garros 2018, Federer a Wimbledon 2019, Rafael Nadal nella semifinale dello US Open 2019 e Novak Djokovic ai quarti di Parigi quest’anno.
E proprio qui arriviamo al punto: l’ultimo incrocio con Nole. Forse la miglior partita di Berrettini contro un Top10 in generale; e la diffusa sensazione che Matteo, per una volta, abbia fatto davvero paura al n°1 del mondo; a un passo dal ritrovarsi al 5° set nonostante la vittoria nei primi due parziali.
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L'ultima sfida tra Berrettini e Djokovic: Roland Garros 2021

Ecco, di quella partita sono rimasti un sacco di ricordi positivi per Berrettini: l’atteggiamento in campo, la ‘tigna’, l’incisività con i suoi colpi preferiti – servizio e dritto – e la capacità di uscire dalla diagonale di sinistra anche con buone soluzioni in rovescio lungolinea. Quest’ultimo punto è forse la chiave anche del match odierno. E sarà di più complicata gestione. L’erba di Wimbledon ha dimostrato infatti di togliere il tempo a Matteo per la preparazione di questo colpo; e per 13 giorni fin qui Berrettini si è quasi sempre espresso con soluzioni in slice di contenimento sul lato del rovescio. Il back, se ben giocato e profondo, è un colpo che può dare fastidio a Djokovic, che però saprà bene cosa aspettarsi rispetto a Parigi: una soluzione balistica che da quel lato sinistro di campo per Berrettini sarà quasi sempre la stessa. Essere prevedibili, con Djokovic, è uno degli handicap peggior. Ragion per cui Berrettini, oltre a tutto il resto, dovrà gestire due difficoltà con il rovescio, da sempre suo colpo più debole: giocare il back molto, molto bene per tutta la partita e cercare, seppur nelle difficoltà, di provare qualche cambio veloce in lungolinea. Il resto, chiaramente, per Matteo, dovrà essere un match di enorme, gigantesca sostanza con servizio e dritto. Ma questa, va da sé, è una banalità da ricordare.
Se riuscirà in tutto questo, magari sfruttando una buona partenza, allora il sogno di Matteo Berrettini potrebbe per lo meno continuare a vivere per qualche ora nella domenica di tennis – e non solo – più attesa di sempre da parte degli appassionati italiani. Poi, il resto, rimane nelle mani del giocatore chiaramente più forte: Novak Djokovic. Vedremo cosa ne verrà fuori. Appuntamento alle ore 15:00.
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Berrettini rincorre la storia e il sogno: il meglio del Day 11

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