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Wimbledon 2022: Berrettini, Sinner, Musetti, Giorgi & co, il borsino degli 11 italiani in tabellone

Simone Eterno

Aggiornato 25/06/2022 alle 12:01 GMT+2

WIMBLEDON - Da Berrettini alla Cocciaretto, da Sinner a Musetti passando per Trevisan e Bronzetti fino a Fognini e Vavassori: il borsino degli 11 italiani presenti in tabellone all'All England Club per questa edizione di Wimbledon 2022.

Wimbledon - Sinner, Berrettini, Giorgi

Credit Foto Eurosport

L’anno scorso era stato record, con ben 10 azzurri in tabellone solo nel maschile. Quest’anno la spedizione italiana a Wimbledon è più risicata e in un momento di grandi incognite dal punto di vista fisico, soprattutto nel tabellone maschile. Facciamo il punto della situazione dei tennisti nel main draw dei Championships tra singolare maschile e femminile: momento di forma, precedenti, speranze. L’analisi di tutti gli italiani nel tabellone di Wimbledon 2022.

Matteo Berrettini

Il successo in back to back prima a Stoccarda ma poi, soprattutto, al Queens, lo pone come uno dei principali contendenti al titolo. E non è mica una cosa scontata. In primis perché Matteo era al rientro, dopo l’ennesima buona stagione caratterizzata però dai guai fisici. In secundis perché non era scontato mostrarsi subito a questo buon livello. Berrettini invece ha dimostrato di essere ancora una volta il n°1 italiano. Il successo al Queen’s per giunta gli è valso un regalino importante: essere testa di serie n°8 del tabellone. Un tabellone per giunta che gli ha evitato l’ostacolo Djokovic fino all’eventuale finale. Matteo non ha affatto pescato male e i quarti di finale paiono davvero alla sua portata. Da lì in poi uno tra Tsitsipas, Shapovalov o perché no Kyrgios. Poi, in teoria, Nadal. Bissare la finale non è impossibile. Certo, sulla carta. Poi c’è il campo.
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Djokovic & Berrettini

Credit Foto Getty Images

Jannik Sinner

Si presenta a Wimbledon da assoluta incognita. E più in generale con il non invidiabile score di 2 vittorie su 8 partite in carriera su questa superficie, nessuna per altro dentro un tabellone principale (ma solo due turni di qualificazione a s’Hertogenbosch nel 2019). Il passaggio a Eastbourne sotto gli occhi del nuovo coach Cahill è stato abbastanza deludente, in una partita con Paul che di positivo ha lasciato solo, forse, le sensazioni fisiche. Che tipo di giocatore ritroveremo a Wimbledon? Quali progressi avrà fatto solo pochi giorni dopo il ko con l’americano? La verità è che al momento su Sinner non c’è davvero alcuna certezza. Il valore del giocatore non si discute, ma i risultati sull’erba sono lì da vedere così come l’approccio tattico su questa superficie. Può succedere di tutto. Ma la tendenza, al netto del valore, non è di grande ottimismo alla viglia. Specie perché Wawrinka, per quanto lontano dal giocatore che fu, è già un primo turno tosto. E al terzo potrebbe incrociare Andy Murray.
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Jannik Sinner (Wimbledon 2021)

Credit Foto Getty Images

Lorenzo Sonego

Grandissimo ottimismo non c’è nemmeno qui, più che altro perché Sonego sembra essere ormai bloccato da un anno in una dimensione leggermente inferiore al giocatore della passata stagione. Non è un caso che il piemontese non vinca 3 partite di seguito in un torneo proprio da Wimbledon 2021, quando si arrese a Federer. A Stoccarda due turni prima di arrendersi a Berrettini; al Queen's subito fuori con Kudla (comunque poi avversario ostico anche per Matteo); a Eastbourne una fatica immane per battere Duckworth e poi la sconfitta netta con de Minaur, con cui l’anno scorso faceva e si arrendere 7-6 al 3° set. Sonego scivolerà parecchio in classifica dopo questo Wimbledon e al di là della questione ranking, il sorteggio non è stato dei migliori. Al primo turno un cliente scomodo come Kudla. Poi, eventualmente, al terzo turno troverebbe Nadal. Dura.

Lorenzo Musetti

Al di là delle condizioni fisiche, chiave di valutazione primaria del giocatore anche in questo caso, specie dopo lo scivolone del Queen’s, ci sono quelle tecniche. Sul lato del rovescio a Musetti serve tempo per preparare quel colpo: e l’erba non è forse la superficie più indicata anche per come schizza via bassa la palla. Non è un caso che in carriera fin qui Musetti non solo non abbia mai vinto una partita, ma nemmeno un set. Certo, tre partite – ovvero quelle giocate ufficialmente da Musetti su questa superficie – forse non sono il miglior campione possibile. Ma restano anche qui varie incognite tra adattabilità del gioco, appunto, e guai fisici smaltiti o meno. Tradotto? Tutto quel che arriva, sarà oro colato. Anche perché al primo turno c’è già una partita difficilissima contro Fritz.

Fabio Fognini

Il suo rapporto con l’All England Club non è mai stato dei migliori; e non è una questione di quelle infelici frasi di qualche anno fa. Fognini a Wimbledon non è mai andato oltre il terzo turno, ostacolo mai superato in tutte le 12 partecipazioni in questo torneo, la prima ormai nel lontano 2008 contro quel satanasso di Marat Safin. Fabio ha scelto di prendersi una pausa dopo Parigi, anche in questo caso – autentico leitmotif in questo momento della racchetta azzurra – per mettere a posto tutti i guai fisici del caso. Perché ‘age is just a number’ fino a un certo punto. Cosa aspettarsi dal suo Wimbledon è anche in questo caso un esercizio piuttosto complicato da dirsi alla vigilia. Parte con Griekspoor e poi eventualmente Carlos Alcaraz. Una partita, quest’ultima, che sarebbe divertente vedere.
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Fabio Fognini a Wimbledon 2018

Credit Foto Getty Images

Andrea Vavassori

Unico qualificato dei 16 italiani nelle quali del singolare maschile al via. Vavassori, che mai aveva giocato sull’erba in vita sua, è venuto fuori da tre partite toste, in particolare l’ultima con il ceco Kolar vinta per 6-7 7-6 6-1 7-6. Le sue caratteristiche da buon doppista alla fine si sono ben sposate con i prati di Roehampton e il premio è stato a 27 anni la prima qualificazione in carriera nel main draw di uno slam. Davvero una gran soddisfazione per il piemontese a cui non resta, ora, per davvero, che godersi l’esperienza con Tiafoe. Comunque vada sarà tutto di guadagnato. Anche economicamente. 50mila sterline in saccoccia svoltano la stagione già a luglio.

Camila Giorgi

E’ qui che nell’ormai lontano 2013 esplose come baby prodigio, facendosi conoscere agli occhi del mondo. La carriera della Giorgi non è stata quella forse ipotizzata in quell’edizione di ormai quasi un decennio fa, ma è in ogni caso su questi prati che la Giorgi forse ha giocato i suoi slam più convincenti. In particolare quell’edizione del 2018, dove ai quarti si arrese solo a Serena Williams. Il suo tennis di eterna spinta è una seria minaccia per tutte questa superficie, come dimostrato anche questa settimana a Eastbourne. Non si sa chiaramente dove potrà arrivare la Giorgi, ma una cosa è certa: tutte le altre guarderanno dov’è lei in tabellone. Il resto sono tutti aspetti non pronosticabili.
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Camila Giorgi

Credit Foto Getty Images

Jasmine Paolini

Anche in questo caso bisogna partire da un bollettino medico, ovvero i problemi al ginocchio destro che la toscana si porta appresso ormai da un po’. L’ultima partita a livello di circuito vinta risale addirittura a Charleston. E anche in queste settimane di avvicinamento a Wimbledon, la Paolini non ha giocato un singolo match sull’erba. Non sarà semplice l’impatto con l’All England Club, anche perché su questa superficie Jasmine ha vinto due partite in tutta la carriera. Roba di preistoria tennistica per lei. Un ITF nel 2017, a Ilkley, quando al tie-break decisivo sconfisse addirittura una giovanissima Sabalenka; e al primo turno di qualificazione di Wimbledon dello stesso anno. Da lì in poi poche apparizioni e solo sconfitte. La sfida con Kvitova, due volte campionessa qui, è semplicemente proibitiva.

Lucia Bronzetti

Il suo approccio al primo Roland Garros della carriera è stato brillantissimo; e con quella palla pesante che sa lasciar partire potrebbe essere interessante scoprila anche sull’erba. Saranno soprattutto qui le attenzioni della racchetta azzurra, per una ragazza che ha dimostrato di saper imparare in fretta. I primi due match della carriera su questa superficie li ha giocati settimana scorsa a Gaibledon, in Veneto, nel neonato WTA 125 di Gaiba dove si è arresa al secondo turno a Harmony Tan. Poi è andata a Bad Homburg dove ha vinto un match con la Juvan e ha fatto una discreta figura – più di quanto dica il punteggio – anche con una che Wimbledon l’ha vinto in carriera, ossia Angie Kerber. Insomma: sarà una giocatrice da seguire la Bronzetti. Più che altro per testarne ancora la crescita e perché con la Li al primo turno se la può giocare. Con Collins, poi, sarebbe divertente.
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Lucia Bronzetti

Credit Foto Getty Images

Martina Trevisan

Dopo la semifinale a Parigi, si è fermata, scegliendo il riposo. Wimbledon non è cosa per lei, come dimostrato del resto anche lo scorso anno in una sconfitta contro Vesnina, piuttosto che l’unico match giocato in avvicinamento, con il netto 6-3 6-1 preso a Bad Homburg dalla Andreescu. Certo, ora, da 28 del mondo, dovrà comunque onorare la posizione e provare a fare del suo meglio. Atteggiamento che siamo assolutamente certi non mancherà di avere in campo. Non aspettiamoci però un’altra corsa in stile parigino. Significherebbe non essere lucidi nell’analisi.

Elisabetta Cocciaretto

Dopo il brutto infortunio del 2021, la rivedremo in tabellone grazie al ranking protetto. Cocciaretto ha ottenuto buoni risultati sulla terra rossa, scendendo di categoria dopo il tentativo di passaggio al Roland Garros per ritrovare il feeling giusto con la racchetta. Il titolo a Grado e la finale persa con una giocatrice interessante come Niemeier a Makarska danno fiducia. Certo, l’erba anche in questo caso è un contesto del tutto sconosciuto. Doveva essere presente, in teoria, a Gaiba, ma alla fine ha scelto di non giocare. Il suo dunque sarà un esordio assoluto su questa superficie e lo farà proprio con Trevisan: di buono c’è che avremo almeno un’italiana al secondo turno.
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Giorgi: "Felice del mio livello, su terra è stata una sorpresa"

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