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Il ruggito della Leonessa: Schiavone, un tennis senza età che diverte ancora il pubblico

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DaEurosport

Pubblicato 16/04/2017 alle 09:58 GMT+2

Francesca Schiavone, con la vittoria del titolo a Bogotà, agguanta la sua vittoria numero 600 in carriera, ma dietro ai numeri c'è molto di più. L'eterna ragazza milanese è in grado di dare ancora lezioni di tennis a chiunque, con un gioco che piace a tutti.

Francesca Schiavone

Credit Foto LaPresse

Francesca Schiavone regala lezioni di vita, ma anche di tennis. Nel suo ultimo anno prima del ritiro e a quasi 37 anni, la Leonessa ruggisce ancora e a Bogotà conquista il suo ottavo titolo in carriera, una carriera che può annoverare in bacheca anche uno slam, il Roland Garros del 2010.
Con il successo nella finale di Bogotà, Francesca timbra anche la vittoria numero 600, un numero di tutto rispetto se si vuole confrontare alla pochezza in cui attualmente sta galleggiando il tennis femminile italiano dopo i fasti di soli pochi anni fa.

Dietro i numeri c'è anche altro

I numeri, però, lasciano il tempo che trovano. Otto titoli in carriera, infatti, potrebbero sembrare pochi se confrontati ai palmares di altre campionesse, ma non bisogna dimenticare che la Leonessa milanese è attualmente la tennista italiana col miglior top ranking WTA di sempre: fu quarta nel 2011. Ora è inevitabile che il suo rendimento sia in flessione, ma Francesca, quando è in forma, è in grado di dare ancora lezioni a tutte. Il primo insegnamento da trarre da lei è che, finché ci si diverte, si può continuare a giocare. E' la stessa filosofia condivisa da un altro "vecchietto", Roger Federer, che ultimamente qualcosina di buono l'ha già fatta vedere... La Schiavone ha dichiarato più volte che gioca solo per divertirsi e se il risultato è questo, si diverte sicuramente! E fa bene a non mollare.

Un tennis intramontabile

Al di là della mentalità, che è quella giusta per godersi il finale di carriera senza rimpianti, Francesca ha sempre molto da insegnare anche sul campo. Il suo tennis è ancora bello, vario, diverso da quello di tutte le "picchiatrici" che compongono le nuove generazioni: una varietà di colpi completa che, quando l'azzurra riesce a giocare, spezza il ritmo di qualsiasi avversaria. E al pubblico piace vederla giocare. Dovunque vada, viene applaudita per lo spettacolo che offre e anche gli organizzatori dei tornei le concedono di buon grado (proprio come a Bogotà) una wild card perché sanno che con lei lo spettacolo è assicurato. Una wild card che a Parigi - ingiustamente e con zero gratitudine per gli show del passato - al Roland Garros probabilmente non sarebbe arrivata, costringendo eventualmente una ex vincitrice del torneo a partire dalle qualificazioni. Ebbene, non servirà: Francesca ha scalato di nuovo la classifica WTA, conquistandosi il posto sul campo. Alla faccia di chi dimentica troppo presto e per la gioia invece di chi gode ancora nel vederla giocare il suo tennis, meraviglioso e intramontabile.
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