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Maria Sharapova e le polemiche sulle wild card: la sfida alla Bouchard è carica di tensione

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 08/05/2017 alle 13:58 GMT+2

La tennista siberiana affronterà al secondo turno di Madrid la canadese dopo le recenti stoccate al veleno sulle wild card di cui Masha beneficerà anche a Roma: nel circuito non si placano le discussioni e c'è curiosità in merito alla decisione degli organizzatori del Roland Garros. Il marketing è una legge e spesso sovrasta anche la logica, come dimostra il recente caso Schiavone.

Maria Sharapova esulta durante il match contro Roberta Vinci al WTA di Stoccarda, 2017 (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

E’ tornata in campo a Stoccarda, è stata sconfitta in semifinale e ora si appresta ad affrontare il secondo turno di Madrid proprio contro una delle sue rivali più accanite, Eugenie Bouchard. Maria Sharapova ha ancora la fame e l’entusiasmo di una ragazzina che deve dimostrare qualcosa: lo stop di 15 mesi, causato dalla squalifica per l’assunzione di Meldonium, ci ha restituito una giocatrice determinata che – è inutile negarlo – è mancata parecchio al tennis mondiale. Il suo ritorno ha scatenato una serie di polemiche da parte di tutto il circuito in merito alle modalità e alle facilitazioni di cui sta godendo: il clan anti-Masha è nutrito e non solo le donne si sono esposte. Oltre a Wozniacki, Cibulkova, Radwanska, Bouchard, Kerber, Vinci (interpellata in quanto sua rivale nel match del rientro a Stoccarda), Halep e Cornet, anche Tsonga, Kyrgios e Murray si sono apertamente schierati contro la concessione di wild card a beneficio della russa. In particolare, la canadese appena 12 giorni fa l'aveva colpita a distanza con una bordata:
E' un'imbrogliona e penso che a un'imbrogliona non dovrebbe essere permesso di giocare ancora in nessuno sport

Wild card anche al Roland Garros e Wimbledon?

"Tantissimi media sono andati a Stoccarda per coprire l’evento mentre gli Slam non hanno bisogno di quella copertura mediatica perché già sono forti di loro. Probabilmente il loro torneo non cambia molto quindi prenderanno la decisione da una prospettiva diversa rispetto ai tornei minori". Il numero 1 del mondo Andy Murray ha spostato l’attenzione su quello che tutti si chiedono: la Sharapova che è stata invitata a Stoccarda, Madrid e Roma, riceverà una wild card anche al Roland Garros e Wimbledon? Dopo la semifinale ottenuta in Germania, la siberiana potrebbe garantirsi da sola l’accesso al tabellone principale dei Championships vincendo uno dei prossimi due appuntamenti sul rosso mentre per disputare le qualificazioni basterebbe molto meno. La decisione verrà comunicata il 20 giugno ma in questo caso la Sharapova ha comunque in mano il suo destino. Il discorso cambia per il Roland Garros perché il tempo le ha giocato contro. La lista delle partecipanti alle qualificazioni viene, infatti, stilata un mese prima del secondo Slam e Masha poteva accedervi solo con i punti derivanti dalla vittoria del torneo di Stoccarda. A questo punto non le resta che sperare in un pass (il 16 maggio il verdetto) per il quale, dopo l’iniziale chiusura del presidente della federazione francese Bernard Guidicelli ("Mi chiedo che senso ha investire tanti soldi nel fondo antidoping e poi concedere una wild card a chi è stato squalificato”), pare possa esserci qualche spiraglio, se non per il tabellone principale, almeno per le qualificazioni, dove la testa di serie più alta è in media la numero 110-115 al mondo.

Le ragioni del business

D’altronde, è inutile girarci attorno o essere ipocriti. Il tennis nel 2017 non può prescindere dal business e ogni torneo ha interesse nell’aumentare il proprio appeal, procedimento automatico se partecipano i giocatori migliori che poi sono quelli che garantiscono spettacolo e fanno vendere i biglietti. Inoltre, non esistono norme che vietano o limitano i possibili inviti per chi esce da una squalifica per doping. La Sharapova non compariva più nella classifica mondiale e a una giocatrice in passato vincitrice di un Major o del Masters può essere concesso un numero illimitato di wild card. Il regolamento sta quindi dalla sua parte, anche se a far discutere è l’aspetto etico: perché aiutare chi ha infranto le regole? Azarenka e Pliskova, voci fuori dal coro, hanno esaurito in un lampo la questione: “C’è bisogno di stelle, è buono per il tennis e per lo spettacolo. Lei può contare su tanti tifosi e ciò comporta ovviamente che ci sia maggiore attenzione”.
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Maria Sharapova attends the 2017 Vanity Fair Oscar Party at Wallis Annenberg Center for the Performing Arts on February 26, 2017 in Beverly Hills, California

Credit Foto Getty Images

Le differenze di trattamento e la non logica di altre wild card

Chi, invece, è intervenuta a gamba tesa è Barbora Strycova che ha qualcosa in comune con la siberiana. Fu squalificata per sei mesi, tra il 2012 e il 2013, per aver assunto della Sibutramina, e fece il suo rientro proprio a Stoccarda per poi doversi ricostruire faticosamente la sua classifica: “Sarebbe stato bello per me avere queste chance al mio ritorno ma non sono Sharapova. Per lei non è cambiato nulla; può giocare gli stessi miei tornei”. Paragonarsi a una macchina da soldi da 200 milioni di dollari di patrimonio è dura e sul marketing c’è poco da discutere. Semmai bisognerebbe interrogarsi in generale sui criteri di assegnazione delle wild card. Ne sa qualcosa Francesca Schiavone che, grazie al successo di Bogotà con wild card, ha ottenuto il più importante risultato italiano femminile del 2017, senza dimenticare la finale raggiunta a Rabat nell'ultimo weekend. Peccato che questo sia accaduto pochi giorni dopo il mancato invito (elargito invece a Sara Errani) agli Internazionali d’Italia nel suo ultimo anno di attività. Come si può pensare di lasciare fuori la prima campionessa Slam italiana nella stagione dell’addio? Una mancanza di rispetto pesante quella di Roma (“Le abbiamo dato wild-card sempre. Adesso, a 36 anni, è ora di lasciar giocare un po’ le giovani...”), resa ancor più imbarazzante dagli organizzatori di Madrid che non si sono lasciati scappare l’occasione di celebrare il ritiro della Leonessa (ko dalla Larsson):

Chi in passato ce l'ha fatta e chi no

Questo sì, è buonsenso e va al di là del marketing con cui comunque oggi bisogna necessariamente fare i conti: "Maria non è una giocatrice qualunque bensì una campionessa – ha spiegato Tsobanian, presidente del torneo di Madrid - una stella che ha vinto grandi titoli e che merita un po' più di attenzione. Non deve mettersi in fila e dimostrare di nuovo che sa giocare a tennis”. Soprattutto, aggiungiamo noi, in un momento storico non particolarmente felice per il tennis femminile, tra una Kvitova alle prese con un difficile recupero fisico, una Kerber alla perenne ricerca di continuità e le assenze causa maternità di Azarenka e Serena Williams. Sicuramente sarà interessante seguire Maria Sharapova nei prossimi mesi. Martina Hingis nel 2007 fu squalificata per doping, dopo essere risultata positiva alla cocaina al torneo di Wimbledon, e non tornò più ai suoi livelli salvo poi specializzarsi nel doppio mentre in campo maschile Marin Cilic, dopo lo stop di quattro mesi inflittogli, riuscì a vincere lo US Open. A loro volta Coria e Puerta videro la loro carriera praticamente chiudersi dopo la squalifica. La cinque volte campionessa Slam Sharapova, numero 1 del mondo in cinque diverse occasioni per 21 settimane complessive (l’ultima volta nel luglio 2012), ci riproverà. E magari trasformerà una wild card in un trionfo insperato, come Goran Ivanisevic a Wimbledon 2001 o Kim Clijsters allo US Open 2009 nell’anno del suo ritorno.
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