Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Schiavone immortale: battuta anche la Rogers, primo titolo WTA dopo 3 anni

Simone Eterno

Aggiornato 22/02/2016 alle 08:51 GMT+1

Francesca completa la sua incredibile settimana superando in rimonta anche l'americana Shelby Rogers: 2-6, 6-2, 6-2 il punteggio finale. Settimo titolo in carriera, il 1° da quel 28 aprile 2013 quando giocò e vinse l'ultimo atto sulla terra rossa di Marrakech contro la Dominguez Lino. Per la Leonessa, a 36 anni, questo successo vale anche il rientro nelle Top 100: da lunedì sarà 94 al mondo!

Francesca Schiavone vince il WTA di Rio de Janeiro

Credit Foto AFP

“Sono felice, quante ne abbiamo passate, vamooos!”. Potremmo già chiuderla così, con il ruggito della Leonessa che a 36 anni, dopo una settimana incredibile, esulta davanti alle telecamere del centrale di Rio de Janeiro: Francesca Schiavone batte Shelby Rogers 2-6, 6-2, 6-2 e a praticamente 3 anni dall’ultima volta, torna a vincere un titolo WTA.
E’ stata un’impresa inaspettata quella della Schiavone e, giusto dirlo, arrivata oltre le più rosee aspettative. L’azzurra si è resa infatti protagonista di una settimana incredibile, con le battaglie vinte agli ottavi e quarti di finale a Mariana Duque-Marino e Cindy Burger; con la grande prova in semifinale contro Petra Martic ma soprattutto col successo di oggi, arrivato in rimonta – per la prima volta in carriera in una finale – alla Rogers.
L’americana era partita meglio, dimostrando un tennis più tonico e non lasciando presagire nulla di buono per una Schiavone che inizialmente faticava a reggere lo scambio prolungato. Poi, però, la musica è clamorosamente cambiata, con la Leonessa capace prima di trovare un serbatoio extra di energie e brava poi nel minare tutte le certezze di un Rogers via-via meno incisiva e sempre più fallosa. Ed è stato così, allora, che dal break in apertura di secondo set a favore dell’americana, la partita è girata: 6 giochi a 1 Francesca per riportare il match in parità; e un netto 6-2 nel decisivo terzo parziale, dove ad aver costantemente dato l’idea di essere in controllo dell’intera situazione è sempre stata l’immortale Schiavone.
Insomma, dopo la cocente delusione di Melbourne e quel record di sessantadue Slam consecutivi sfuggito di un nulla (impresa che le avrebbe permesso di eguagliare la giapponese Ai Sugiyama), Francesca ha saputo ancora una volta mettersi tutto alle spalle e volare a Rio, con caldo e umidità da paura, per prendersi un trionfo da applausi.
Un successo, questo, che ci ricorda, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la straordinaria generazione di fenomeni che ha popolato il tennis femminile italiano nell’ultimo decennio. Se è vero infatti che alle spalle di queste ragazze non c’è praticamente nulla, altrettanto lo è che queste protagoniste, nonostante le impietose carte d’identità, hanno ancora qualcosa da dire. Da Robertina Vinci fresca di Top10 e di best ranking in carriera a Sara Errani – vincitrice ieri a Dubai di un torneo che mette ufficialmente fine al periodo no – fino appunto a Francesca Schiavone, capace in una sola settimana di guadagnare 38 posizioni e tornare, quando nessuno più se l’aspettava, tra le prime 100 mondo. Da lunedì la Leonessa sarà numero 94. E di questo ritmo, nell’amata Parigi, ci arriverà ancora una volta con le proprie gambe… altro che wild card!
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità