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Maria Sharapova e il tentativo di rientro: Parte II

Simone Eterno

Pubblicato 28/07/2017 alle 09:40 GMT+2

A una settimana dal rientro nel WTA Premier di Stanford, la Sharapova fa il punto con un lungo articolo sul "The Players Tribune" che ne evidenzia aspetti sconosciuti: dai dubbi al sentirsi ferita per le critiche ricevute. Il tutto in un tentativo di rientro che dopo l'infortunio patito a Roma la lascia in forte dubbio per US Open. Specie se la USTA, come sembra, non le concederà la wild card...

Maria Sharapova has withdrawn from Wimbledon with a muscle injury.

Credit Foto PA Sport

Operazione rientro. Parte II. Maria Sharapova ci riprova. E questa volta senza le polemiche che ne avevano accompagnato il suo ritorno tra le professioniste con le wild card di Stoccarda e quella agli Internazionali d’Italia. Proprio Roma – l’amata Roma – dove tutto era ricominciato e prontamente finito, con una lesione di 3 centrimetri nel muscolo della gamba sinistra a bloccare prima lei e poi il chiacchiericcio, facilitando il compito degli organizzatori di Wimbledon, che a differenza di quelli del Roland Garros non dovettero gestire la patata bollente dell’'invito sì, invito no'.
Ma nel giorno in cui la WTA lancia la sua piattaforma streaming in stile circuito ATP, il tennis femminile – volente o no – si scopre ancora molto legato a Maria Sharapova. Un’alteta vincente, una campionessa unica nel suo genere, un fenomeno di costume – senza ipocrisia o politically correct a tutti i costi – che tra successi in campo e una splendida presenza fuori ha saputo costruire ha saputo trasformarsi in una figura unica nello sport femminile (Non a caso è quella che guadagna più di tutte, in barba anche alla ben più vincente Serena Williams).
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Maria Sharapova

Credit Foto Getty Images

La sua squalifica di 15 mesi per doping aveva fatto scatenare un putiferio fuori ma soprattutto dentro il circuito, dove Maria non è certo la più amata nell’iper-competitività – e va da sé pure umanissima gelosia di qualcuno – del circuito WTA. Escluse le colleghe russe, fu praticamente impossibile trovare una tennista schierata dalla sua al momento del rientro, quando impazzava la polemica sull’opportunità di concedere a un’atleta squalifica per doping una wild card.
Una solitudine e una serie di attacchi che sembravano non aver influito sugli umori e la mente della sempre glaciale Sharapova, ma che invece – si scopre oggi – non l’hanno lasciata affatto indifferente.
Dalle pagine dell’ormai famosissimo blog americano dedicato agli atleti ‘The Player’s Tribune’, Maria è infatti tornata a parlare a una settimana dal rientro sul cemento di Stanford, dove da numero 173 del mondo proverà a dare la caccia alla qualificazione verso il prossimo US Open.
Una MaSha a tutto tondo, capace con il suo scritto – che di fatto funge da anteprima alla sua autobiografia “Unstoppable: My Life So Far” in libreria il prossimo 12 settembre – di spiegare sì gli obiettivi per l’immediato futuro così come di parlare di quanto appena accaduto.
Non sono una che dimentica. So bene quello che hanno detto di me sia per la squalifica che per le wild card che ho ricevuto. Credo che tutto questo non possa essere più ignorato. Sono successe tante cose e la verità è che mi sono sentita vulnerabile per tutto il tempo della sospensione esattamente come qualsiasi altra persona. Mi sono sentita ferita e ho costruito dei muri intorno a me, anche se non così impenetrabili come molto persone possono credere.
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Maria Sharapova

Credit Foto Getty Images

Questi ultimi due anni sono stati molto più duri di quanto avrei potuto immaginare, ma la mia passione per il gioco non ha mai vacillato. Anzi, se mai è diventata più forte. Mi sto preparando per l’estate nord-americana, una delle mie parti preferite della stagione. Giocherò Stanford, poi Toronto dando tutto quello che ho. E poi vedremo come andrà la mia estate. Vincerò alcune partite ne perderò altre; sono sicura che arriveranno dozzine di critici così come i miei migliaia di tifosi ma alla fine chi lo sa cosa succederà? Per quanto riguarda il tennis nel bene e nel male c’è solo una cosa che so per certo: mi è mancato.
Una Sharapova dunque più emozionale del solito quella alle prese con il secondo tentativo di rientro più o meno ravvicinato. Dai guai patiti contro la Lucic-Baroni a Roma il totale di partite giocate dalla russa dal suo rientro è un bottino di 8 miseri incontri, di cui per altro 4 giocati solo a Stoccarda. Il suo cammino verso US Open dunque – anche per l’entità dell’infortunio – è davvero un percorso “Into the Unknown” (titolo del suo articolo sul The Palyers Tribune), anche perché al momento la USTA sembra piuttosto orientata ad adottare il comportamento della FFT: niente sconti. Saprà tornare per zittire nuovamente le critiche? Dalla sua ha talento ed età: a 30 anni appena compiuti Maria, nel tennis di oggi, può ancora dire la sua. Venus Williams – 37 candeline e due finali slam in stagione – docet.
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