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Niccolò Campriani: "Ho odiato questo sport, oggi ci ho messo il cuore"

DaLaPresse.it

Aggiornato 09/08/2016 alle 05:56 GMT+2

Le parole del campione olimpico del tiro a segno dopo l'oro conquistato nella finale della carabina 10 metri ai Giochi di Rio 2016.

Niccolò Campriani - Rio 2016

Credit Foto LaPresse

Sono arrivato anche ad odiarlo, questo sport...
E' la confessione di Niccolò Campriani dopo la vittoria della medaglia d'oro nella finale della carabina 10 metri ai Giochi di Rio. "In questi tre anni ho fatto davvero tantissima fatica ad adattarmi al nuovo format di finale. Questa è la prima medaglia d'oro con il nuovo format", ha spiegato il fiorentino delle Fiamme Gialle che non ha nascosto le difficoltà nell'adattarsi alle nuove regole.
"Mi sono ritrovato quasi ad odiarlo questo sport, non mi ritrovavo nella caratteristica del vincitore che di fatto non cerca il colpo perfetto ma deve gestire situazioni difficili. Ma in qualifica mi sono anche divertito, ci sono stati momenti in cui si sorrideva. In finale - ha raccontato - la tecnica è saltata, ci ho messo tutto il cuore, in quelle situazioni è un chiodo schiaccia chiodo, devi trovare cose forte a cui aggrapparti. Ieri sera cercano un pensiero che potesse darmi emozioni. E comunque a questo sport devo il fatto che mi ha fatto stare vicino a mio padre negli anni della mia adolescenza, quando andavamo a fare le gare in macchina, quelle ore di silenzio al ritrono quando gare andavano male. Questo pensiero mi ha aiutato".
Quindi una dedica alla fidanzata Zublasing: "Ringrazio Petra, negli ultimi tre anni mi sono reso conto di non essere stato la persona più felice al mondo ma lei era lì e mi ha supportato, le devo tantissimo".
"Londra è andata benissimo ma volevo questa sfida nuova. Arrivare all'oro, al primo titolo italiano nella carabina ed entrare nella storia mi rende davvero contento", ha proseguito l'atleta delle Fiamme Gialle.
"La Federazione italiana mi ha sempre protetto nelle scelte, anche quando sono andato negli Stati Uniti e di fatto sono stato via tre anni. Mi è sempre stata vicina. In questo è un modello, prima investe sulla persona e di conseguenza sull'atleta. Non sono due entità diverse".
"Io nella leggenda? No, è molto concreta la cosa, fatta di affetti, amicizie, persone che mi vogliono bene. Niente di mitologico. Grazie di cuore a chi ha reso possibile tutto questo", ha concluso Campriani.
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