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Tiro al volo, Pellielo: “Metto la salute davanti alle Olimpiadi"

DaOAsport

Pubblicato 16/11/2020 alle 12:59 GMT+1

Il totem del tiro al volo italiano, sulla somministrazione del vaccino per tutti gli atleti che dovranno partecipare a Tokyo 2021, ha le idee chiare in testa: “Piuttosto che togliere il vaccino ad un persona fragile, che rischia di morire, io rinuncerei alle Olimpiadi".

Giovanni Pellielo - Rio 2016

Credit Foto LaPresse

Giovanni Pellielo non è uno che le manda a dire. Il “Totem” del tiro a volo e in più in generale dello sport italiano (7 Olimpiadi disputate e 4 medaglie vinte, di cui 3 argenti e 1 bronzo) intervistato da La Stampa, ha le idee chiare sulla possibilità di somministrazione del vaccino a tutti gli atleti che l’anno prossimo andranno a competere ai Giochi di Tokyo nel 2021.
“Piuttosto che togliere egoisticamente un vaccino ad un persona fragile, che se non viene vaccinata rischia di morire, io rinuncerei alle Olimpiadi. Incarno quotidianamente lo spirito olimpico, ma di fronte a vaccini contingentati, ho sentito che all’Italia verrebbero fornite poco più di un milione di dosi, pensare di “rubare” un vaccino ad un anziano, che magari con quello avrebbe salva la vita, non sarei sereno. Non voglio essere responsabile di un omicidio. In coscienza non mi sentirei a posto”.
Poi aggiunge: Non lo trovo eticamente giusto. Preferisco stare a casa. Non andare alle Olimpiadi. Immaginatevi questo: io faccio il vaccino e volo a Tokyo, e lì scopro che mia mamma, che ha ottant’anni, è anziana e fragile, si è ammalata di Covid. Che quel vaccino, che poteva essere destinato a lei, è stato dato a me, per poter partecipare alle Olimpiadi. Ma di che cosa stiamo parlando? Non scherziamo. O c’è il vaccino per tutti, e quindi si possono fare certi ragionamenti, oppure di fronte a dosi contingentati usiamo il buon senso e mettiamo al primo posto la salute delle persone”.
Infine conclude: “Io penso che così non si incarnerebbe lo spirito olimpico, sarebbero Olimpiadi falsate che non avrebbero un vero senso sportivo. Quella rassegna è gioia, è il punto di arrivo di un percorso costellato di sacrifici da parte di un atleta. E’ un momento di condivisione mondiale. Parlo per aver vissuto sulla mia pelle questa manifestazione. Io credo che il Cio – chiosa Giovanni Pellielo – in questo momento debba fare una riflessione profonda su questa pandemia che sta colpendo il mondo intero. Il rispetto dell’uomo parte dal rispetto del prossimo. Non si può “scherzare” con la salute. Credo che gli atleti per primi dovrebbero dire no, rifiutare il vaccino, se eventualmente venisse formulata questa proposta. Le grandi persone sono quelle che nel quotidiano fanno piccoli gesti di bene.”
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