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Notte degli Oscar 2022 10 film sportivi da non perdere oltre a King Richard. Da Rush a Invictus

Paolo Pegoraro

Aggiornato 27/03/2022 alle 09:59 GMT+2

NOTTE DEGLI OSCAR 2022 - Approfittando della concomitanza con la Notte degli Oscar 2022 e con le 6 nomination del "biopic" sulle sorelle Williams vi proponiamo una retrospettiva di film sportivi biografici che non possono assolutamente mancare nella vostra collezione ideale.

Rassegna di cinema sportivo

Credit Foto Eurosport

Una famiglia vincente - King Richard corre per la bellezza di sei nomination ai Premi Oscar 2022, tra cui miglior film e miglior attore protagonista a Will Smith: si tratta dell'ultimo esponente di spicco di quel filone cinematografico noto come biopic sportivo. Per celebrare la candidatura del gioiellino del regista Reinaldo Marcus Green sulla traiettoria delle sorelle Venus e Serena Williams (che oltre a ispirare il film campeggiano nell'elenco presentatori al Dolby Theatre di Los Angeles) e al contempo scaldare i motori in vista della Notte più attesa dell'anno vi proponiamo la nostra retrospettiva di film sportivi. Senza scomodare inappuntabili pietre miliari del calibro di Momenti di Gloria e Toro Scatenato ecco i dieci colpi di fulmine della redazione di Eurosport.
  • Regole d'ingaggio: un unico film per sport, rigosamente biografico (nei contenuti extra di tennis confluiscono Borg McEnroe e La Battaglia dei Sessi)

"Moneyball", Bennett Miller (2011)

Vi siete mai chiesti cosa succede dietro le quinte del calciomercato? Moneyball, film del 2011 candidato a ben sei premi Oscar, offre un inedito affresco del mondo dei favori, dei torti, degli accordi (e disaccordi) che portano un giocatore a trasferirsi da una squadra all'altra. Il punto di vista privilegiato è quello di Billy Beane, interpretato da un ispiratissimo Brad Pitt, general manager che grazie al metodo rivoluzionario basato sull’analisi delle statistiche e dei Big Data, verso la fine degli anni Novanta partecipò al miracolo degli Oakland Athletics. Ah, non è Serie A ma MLB. Non è calcio ma baseball. Poco importa: la storia di Beane, affiancato da un giovane laureato in economia a Yale (Jonah Hill) e duramente osteggiato dal suo allenatore (Philip Seymour Hoffman), vi terrà incollati allo schermo. (Matteo Zorzoli).
Come si fa a non essere romantici col baseball?
Extra (American Sport): Otto uomini fuori, The Blind Side,Il sapore della Vittoria, Lords of Dogtown

"Rush", Ron Howard (2013)

Quelli che hanno potuto vivere come contemporanei la rivalità tra Niki Lauda e James Hunt sono tutti d’accordo: seppur leggermente romanzato per ovvie ragioni legate all’adattamento cinematografico, Rush è una bella ricostruzione di quanto fosse infuocata (in tutti i sensi) la Formula 1 nella seconda metà degli anni ’70. La tensione narrativa creata da Daniel Brühl e Chris Hemsworth, entrambi inoltre incredibilmente somiglianti ai personaggi che interpretano, obbliga lo spettatore a restare incollato allo schermo dall’inizio alla fine, come se stesse guardando dei veri Gran Premi in diretta, e lo spinge a tifare per l’uno o per l’altro, in una storia appassionante di agonismo e tragedie, ma anche di grande rispetto. (Ilaria Bottura)
Per la gente eravamo rivali, ma lui mi piaceva. Era una delle poche persone che rispettavo. E ancora oggi l'unica che abbia mai invidiato

"Invictus", Clint Eastwood (2009)

Raccontare un personaggio come quello di Nelson Mandela è una sfida: il romanzo di John Carlin la coglie al balzo, Clint Eastwood rilancia e nel 2009 ci regala un film intenso ma molto comprensibile, passando a Morgan Freeman il compito tutt’altro che facile di entrare nella testa di Madiba. Quest’ultimo, appena diventato presidente del Sudafrica, vuole avviare un processo di riconciliazione nazionale, per lasciarsi alle spalle le brutture dell’apartheid: si informa e decide che il gioco del rugby può essere il giusto grimaldello. Ricompatta prima la squadra, composta quasi esclusivamente da bianchi, e la usa come mezzo per arrivare al popolo: la vittoria del campionato del mondo 1995 sarà la sua vittoria più grande. Gli Springboks portano un messaggio di speranza e fratellanza che non ha eguali nella storia. (Davide Bighiani)
Invictus: la copertina del film
Sono io il padrone del mio destino, il capitano della mia anima
Extra: Io sono un campione

"The Program", Stephen Frears (2015)

Sicuramente uno dei migliori biopic sportivi in circolazione: attraverso questo film, Frears contribuisce alla decostruzione della figura di Lance Armstrong. L’ex sette volte vincitore del Tour de France viene smascherato in una feroce ricerca della verità dettata da anni di gloriosi successi, condizionati però dalla tetra pratica del doping. Si rivive alla perfezione l’ostinata rincorsa di David Walsh del Sunday Times alla giustizia e alla caduta dello sportivo senza macchia, capace addirittura di riuscire a sconfiggere il cancro. (Francesco Balducci)
Nessuno dirà mai niente, nessuno vuole rovinare la festa

"Il maledetto United", Tom Hooper (2009)

Tratto dall'acclamato romanzo di David Peace, Il Maledetto United punta i fari sul mitologico allenatore inglese Brian Clough e su quelle 44 nefaste giornate della sua fallimentare legislatura al Leeds. Accecato da una spasmodica ambizione, il ciarliero prodotto del Nord dell'Inghilterra cede alle sirene degli acerrimi rivali, la squadra plasmata a immagine e somiglianza della sua nemesi Don Revie. Sarà un disastro tanto annunciato quanto rovinoso, ma da quelle ceneri germoglierà il trionfale progetto Nottingham Forest. Sceneggiato da mister Rush Peter Morgan, magistralmente recitato da Michael Sheen e compagni, punteggiato da un'azzeccatissima colonna sonora glam/rock: da ingredienti simili non poteva che zampillare un film cult. (Paolo Pegoraro)
Se volete che i vostri nipoti si ricordino di voi come qualcosa di più di quegli sporchi bastardi che siete stati dovrete cambiare
Extra: Il miracolo di Berna

"Tonya", Craig Gillespie (2017)

Una Margot Robbie trasformista e in stato di grazia ci racconta la storia controversa di Tonya Maxine Harding, prima pattinatrice americana ad eseguire un triple axel in una gara ufficiale, passata alla storia per il suo coinvolgimento nell’aggressione all'avversaria Nancy Kerrigan nel 1994. La trama si svolge su due piani temporali: il presente, in cui vediamo le interviste ai protagonisti (invecchiati per l’occasione) e il passato, ovvero la sofferta carriera di Tonya. Il film ha ottenuto 3 nomination dall'Academy nel 2018, vincendo con Allison Janney (che interpreta la madre, donna truce e violenta) il premio come miglior attrice non protagonista (Matteo Zorzoli).
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Tonya Harding e lo scandalo Kerrigan al cinema

America! Vogliono qualcuno da amare, ma vogliono anche qualcuno da odiare. E vogliono che sia facile
Extra (Sport Invernali): Miracle

"Ford v Ferrari", James Mangold (2019)

Se Rush ha alzato l'asticella dei film sul motorsport settando un nuovo standard Ford v Ferrari ha raccolto idealmente il testimone attestandosi come l'epigono più fortunato degli ultimi anni. La pellicola di James Mangold (già regista dell'iconico Walk the Line) narra lo spettacolare successo del team Ford alla 24 ore di Le Mans del 1966 dopo l'interregno Ferrari dei precedenti sei anni: un successo figlio di una chirurgica sinergia tra costruttore e pilota, interpretati da stelle perfettamente calate nella parte del calibro di Matt Damon e Christian Bale. Ford v Ferrari (in italiano Le Mans '66 - La Grande Sfida) si aggiudicò per acclamazione due Oscar "tecnici": miglior montaggio e miglior sonoro; qualora ve lo siate perso al cinema (argh!) regalatevi un'adrenalinica serata casalinga in Blu-Ray o 4K. (Paolo Pegoraro)
Se questo fosse un concorso di bellezza, avremmo perso... Ma l'aspetto non è tutto
Extra (Motorsport): Veloce come il vento

"Hoosiers", David Anspaugh (1986)

La pallacanestro è una religione nello stato dell'Indiana, al centro degli Stati Uniti. Non il basket professionistico dei dollari e dei lustrini della NBA ma quello delle high school, dei licei, l'essenza dello sport, dove tutti i ragazzi scendono in campo per pura passione e probabilmente nemmeno l'1% realizzerà il sogno di giocare da professionista. Il film “Hoosiers”, tradotto in italiano come “Colpo vincente”, racconta una storia vera, quella della Milan High School, squadra di un piccolo liceo che nel 1954 vince il titolo statale battendo in finale Mucie High School, una scuola dieci volte più grande. Nella pellicola uscita nel 1986 Milan diventa Hickory e il coach Norman Dale è interpretato da Gene Hackmann: “Hoosiers”, il nomignolo dello stato e degli abitanti dell'Indiana, è una storia di riscatto e di sport, due elementi spesso accomunati. (Davide Fumagalli)
Vinciamo per tutte le piccole scuole che non hanno mai avuto la possibilità di arrivare fin qui

"Alì", Michael Mann (2001)

Muhammad Ali non va spiegato. È un tipo di personaggio che non conosce etichette. Non sai mai come classificarlo se tra le pagine di sport, politica o storia. Ci sono dei momenti in cui il cinema, soprattutto nelle sue opere più riuscite - e quella di Michael Mann è tra queste - ci corre in aiuto per entrare tra gli strati che compongono le fondamenta del mito. È servito un monumentale Will Smith per entrare e uscire costantemente dal ring che Cassius Clay, poi Cassius X, infine Muhammad Alì ha trasformato nel palcoscenico della sua personale e intima rivoluzione. La bravura del regista di Chicago nel cinema d’azione e la prova del protagonista (nominato come Miglior attore agli Oscar), fenomenale nell’alternare la spietatezza sportiva e i momenti di fragilità interiore, sono i veri tratti distintivi di un lavoro che rende e renderà giustiza ad uno dei più grandi eroi dell'Islam e delle lotte degli afroamericani per i diritti civili. (Francesco Balducci)
Volete che vada a combattere per voi... Ma se non vi schierate con me neanche qui a casa mia!
Extra: The Fighter, Cinderella Man, Hurricane

"Without Limits", Robert Towne (1998)

Chiudiamo la nostra rassegna facendo schizzare il termometro hipster alle stelle col film sul mezzofondista Steve Prefontaine. Totem della University of Oregon e grande speranza statunitense Pre - interpretato dal fuoriclasse Billy Crudup - infiammò il pubblico alle Olimpiadi del '72 correndo un 5000 memorabile, senza badare a tatticismi. Poco importa se giunse quarto: uno così non sarebbe mai più passato. Nonostante la produzione di Tom Cruise e la sapiente regia dello sceneggiatore di Chinatown Robert Towne Whithout Limits incassò 777 mila dollari al botteghino a fronte di un budget di 25 milioni; va sottratto all'oblio per l'innegabile merito di aver riportato in vita un personaggio straordinario... E poi la ricostruzione della finale di Monaco da sola varrebbe il prezzo dello streaming a noleggio. Nomination ai Golden Globe per il secondo violino Donald Sutherland: ipnotica la sua rivisitazione di Bill Bowerman, coach di Pre e cofondatore dell'impero Nike. (Paolo Pegoraro)
Conosco solo un modo per vincere: correre sempre davanti, a tutta. Farlo in qualunque altro modo sarebbe da cagasotto
Extra: Prefontaine, per confrontare la performance di Billy Crudup con quella di Jared Leto
Qual è il miglior film sportivo di sempre?

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