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Pelé e il falso mito dei suoi 1281 gol

Luca Stacul

Pubblicato 18/05/2015 alle 15:22 GMT+2

Il primo post del nostro nuovo blog “La Macchina del Tempo” non poteva che essere dedicato a un grandissimo personaggio della storia dello sport, uno dei calciatori più grandi di tutti i tempi: Edson Arantes do Nascimento, O’Rei, o come tutti lo conoscono, Pelé.

Eurosport

Credit Foto Eurosport

Pelé è stato un calciatore semplicemente fenomenale, dagli esordi a 16 anni con la maglia del Santos fino alle ultime apparizioni con i New York Cosmos quando ormai di primavere ne aveva 37. Nessuno potrà togliergli le 3 Coppe Rimet vinte, nessuno potrà cancellare QUEL gol realizzato contro la Svezia né tanto meno il suo sorriso, la sua professionalità estrema e il suo amore per il gioco di squadra, caratteristiche che lo resero unico e per tanti versi inimitabile.
Detto ciò, il mito di Pelé spesso valica i limiti dell’oggettività, soprattutto quando si parla di gol. L’incredibile record di 1281 reti realizzate in carriera (statistiche FIFA) rappresenta infatti un numero tanto eccezionale quanto contestato. Il motivo dei dubbi è legato alla natura di molte partite in cui questi gol furono segnati: nel computo totale sono comprese infatti sia le gare ufficiali sia le amichevoli, il che significa che con un conteggio “moderno” (quello che utilizziamo normalmente per stupirci di fronte alle qualità realizzative di Messi e Cristiano Ronaldo) Pelé avrebbe segnato “solo” 757 gol.
Da dove arrivano gli altri 500? Fondamentalmente dalle amichevoli, ovvero dai tour promozionali di Santos e Cosmos, o anche da alcune gare giocate da Pelé nella squadra delle forze armate brasiliane, durante il suo periodo di leva. È celebre, ad esempio, un match del 1964 in cui Pelé segnò ben 8 gol in una sola partita contro il Botafogo: in pochi sanno che quel Botafogo, però, non era il “vero” Botafogo (cioè la squadra bianconera di Rio), ma un piccolo club omonimo di Ribeirão Preto, noto solamente per aver dato i natali calcistici a Socrates.
Pelé segnò il suo storico gol numero 1000 al Maracanà, su rigore, il 19 novembre 1969. Sir Bobby Charlton, a proposito, ricorda un episodio straordinario: “In quei giorni mi trovavo in Ungheria ed ebbi l’occasione di incontrare Ferenc Puskas; gli dissi di quanto quel traguardo dei mille gol mi sembrasse meraviglioso e lui mi rispose a voce bassa, confidandomi di aver segnato il suo millesimo gol ben 6 anni prima…”.
Come ormai avrete capito, la morale è che i numeri nel calcio contano relativamente: il gol è il fulcro di questo sport, ma determinare il valore di un giocatore in base al numero di gol è estremamente fuorviante. Pelé non ha segnato “veramente” 1281 gol e probabilmente non è nemmeno il massimo goleador di tutti i tempi (Arthur Friedenreich, Ferenc Puskas e Gerd Müller, secondo diversi conteggi, avrebbero qualcosa da dire in proposito), ma è e resterà sempre Pelé, un fuoriclasse imprendibile e sempre decisivo, il primo vero re del calcio.
Ciò che realmente conta, quando si ricorda un giocatore del passato, sono le parole di chi gli giocò accanto. Di chi ne assaggiò il talento…
Tarcisio Burgnich: “Prima della partita mi sono detto: ‘È fatto di carne e ossa come tutti gli altri’. Mi sbagliavo”.
Nereo Rocco: “Mi no credevo che un omo podessi far questo”.
Ferenc Puskas: “Il miglior calciatore della storia è Alfredo Di Stefano. Mi rifiuto di definire Pelé un calciatore: lui era qualcosa in più…”.
Non c’è bisogno di 1281 gol per essere O’Rei.
di Luca STACUL (Twitter @LucaStacul)
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"La Macchina del Tempo" è un blog nato per raccontarvi gli aneddoti e i personaggi sportivi del passato: volete consigliarci qualche argomento? Fatelo nei commenti...
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