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Spadafora e i fondi dilettanti non ancora erogati: "Mi vergogno della burocrazia italiana"

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DaEurosport

Aggiornato 24/11/2020 alle 14:35 GMT+1

Coronavirus - Il Ministro dello Sport si scaglia contro la burocrazia italiana, che sta bloccando l'erogazione dei fondi per il sostegno delle società dilettantistiche, che a causa del coronavirus rischiano di non poter riprendere con la loro attività, tassello fondamentale per la vita dei giovani.

Vincenzo Spadafora - Ministro dello sport e delle politiche giovanili per il Governo Conte II - 2020 Imago

Credit Foto Imago

Nuove bordate da parte del Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, che non un lungo post su Facebook punta il dito contro la burocrazia italiana, da sempre molto macchinosa e che al momento sta bloccando l’erogazione dei fondi stanziati per salvare le piccole realtà sportive dilettantistiche che, a causa del coronavirus, rischiano di non poter più ripartire per via delle difficoltà economiche.
Mi vergogno da Ministro per come funzioni la burocrazia nel nostro Paese e per lo stesso fatto di doverlo ammettere.
Così inizia dunque il post del Ministro, che spiega poi il motivo della sua indignazione: i rallentamenti nella macchina burocratica, che sarebbe già dovuta essere in moto da tempo, vista la data dell’approvazione del Decreto Ristori, quello che ha stabilito la .”Il decreto Ristori è stato approvato il 29 ottobre e ad oggi le risorse non sono ancora nella disponibilità del Dipartimento per lo Sport affinché possa erogarle alle ASD e SSD che stanno soffrendo e rischiano di chiudere, forse per sempre”.
L’invettiva va avanti in maniera molto veemente: “Sollecitiamo ogni giorno burocrati, che evidentemente non avvertono la drammaticità del momento e non sentono il peso delle loro (non) azioni, ad essere celeri negli adempimenti amministrativi che li competono”.
I toni si smorzano un po’ nel finale, ma non più di tanto: “Ovviamente non bisogna generalizzare e la critica non è indistintamente per tutti ma di sicuro questi continui ritardi nell’erogazione di misure “emergenziali” sono un pessimo esempio e un pessimo servizio al Paese”.
Sarebbe bello se a queste parole durissime chi di dovere desse il via alla procedura, perché il futuro dell’Italia dipende da tanti fattori e l’idea che i nostri ragazzi non possano più avere grandi possibilità di fare sport è una nube in più che si aggiunge a questo cielo del 2020 già abbastanza tetro.
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