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La 24 Ore di Le Mans tra storia e progresso: 97 anni fa la nascita di un mito

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 26/05/2020 alle 23:05 GMT+2

Il 26 maggio 1923 prendeva il via la prima edizione di una corsa destinata a entrare nella leggenda dell'automobilismo, una gara di endurance che oggi tutti i piloti sognano di vincere.

La prima edizione della 24 Ore di Le Mans

Credit Foto Imago

Il 26 maggio del 1923 nasceva la 24 Ore di Le Mans, corsa ormai quasi centenaria che coinvolge tutto il pianeta per la sua spettacolarità e per i grandi clpi di scena che riserva.
L’idea della gara nacque sei mesi prima, a novembre del 1922 e inizialmente le auto partecipanti dovevano essere conformi ai cataloghi delle vetture da turismo: lo scopo era dimostrarne la validità e l’affidabilità con una prova di lunga durata e con un orientamento meramente commerciale. In quegli anni infatti il mercato delle auto da turismo era ancora in fase poco più che embrionale e doveva ancora prendere piede, perciò si pensò a una gara del genere per farsi pubblicità e dimostrare che l’acquisto poteva essere sicuro e redditizio.

La prima edizione

Inizialmente si pensò a una prova da 8 ore con gara in notturna per spingere, parallelamete al pubblico, anche le case automobilistiche a fornire un prodotto migliore, perfezionando le apparecchiature elettriche in dotazione alla macchina quali ovviamente gli accessori per l’illuminazione; poi, però, si pensò che la formula da 24 ore sarebbe stata più utile.
Per la prima edizione si iscrissero 35 vetture, pronte a gareggiare su un circuito cittadino con le strade chiuse al traffico di 17,262 km di lunghezza; solo 33 però vennero ammesse e l’inizio della gara fu flagellato da una violenta grandinata, che si trasformò poi in un acquazzone di quattro ore che rovinò il manto stradale, ai tempi non asfaltato, ma in terra battuta: il percorso si ridusse presto a un concentrato di fango e buche, che rendeva difficile un avanzamento veloce delle vetture anche per questioni di visibilità, dovute agli schizzi di sporco sui parabrezza.
Anche i sassi non facilitarono le cose: saltando via al passaggio delle ruote, provocarono numerosi danni ai fari delle auto in scia, rendendo la guida notturna ancora più difficile, senza considerare che i piloti erano solo due per equipaggio e non tre come oggi.
Alla fine di questa gara più somigliante a uno dei nostri rlly moderni che all’attuale Le Mans, vinse la Chenard & Walcker guidata da André Lagache e René Léonard. I due, ingegnere capo e capo collaudatore, percorsero 128 giri, macinando 2.209,536 km a una media di 92 km/h e distaccando i secondi classificati di quattro giri.

La partenza Le Mans e le altre variazioni

Un tempo si adottava la cosiddetta “partenza Le Mans”, che oggi vediamo solo per la gara delle moto: i veicoli venivano allineati in pista e al via i piloti dovevano correre a piedi e saltare in auto, per poi partire, ma per le auto la procedura fu abolita nel 1970 dopo che l’anno prima ci fu una dimostrazione plateale da parte di Jackie Ickx, che volle mostrare a tutti il pericolo di tale pratica camminando verso la sua auto, sedendosi e allacciando con calma la cintura di sicurezza (e nonostante ciò vinse la corsa).
Mentre una volta si correva appunto solo per le vie cittadine, progressivamente anche a causa di incidenti mortali la sede si è spostata nel Circuito Bugatti, che viene utilizzato anche per le gare di Formula 1 e di motociclette.
Anche le date di svolgimento hanno subito a volte delle variazioni: dopo la prima edizione di fine maggio, la gara venne spostata tradizionalmente a giugno, con delle eccezioni. Si svolse a luglio nel 1956 e nel 1968 fu spostata a settembre a causa dei tumulti politici in Francia. Non venne invece del tutto disputata nel 1936 per ragioni economiche e dal 1940 al 1948 a cusa della Seconda Guerra Mondiale e degli strascichi nell’immediato dopoguerra. Anche nel 2020 la tradizione cambia: a causa del Coronavirus la gara è in programma dal 19 al 20 settembre.
Nel frattempo, il 13/14 ci sarà una gara virtuale: in questo periodo hanno preso molto piede gli e-Games cui partecipano piloti di grosso calibro.
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Finalmente il traguardo: Fernando Alonso fa doppietta a Le Mans con la Toyota

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