Matteo Zurloni: "Il mio sport è adrenalina pura, alle Olimpiadi di Parigi voglio dimostrarlo a tutti. Sul record..."

Marco Castro

Aggiornato 17/04/2024 alle 13:21 GMT+2

OLIMPIADI PARIGI 2024 - Settima puntata della serie di interviste ad alcuni degli atleti che vedremo in gara quest'estate in Francia. Stavolta voliamo in alto con Matteo Zurloni, campione del mondo nell'arrampicata sportiva (specialità speed). Sempre più vicino al record del mondo, funambolo e fan della sua disciplina: "Voglio far vedere a tutti quanto è bella ed estrema".

Matteo Zurloni (credits foto: FASI)

Credit Foto Eurosport

Avviso per chi non avesse mai visto una gara di arrampicata, specialità speed, e si trovasse a farlo per la prima volta: gli atleti non ricevono nessun supporto tecnologico e non state guardando lo schermo a una velocità superiore al normale. I protagonisti di questa disciplina possiedono qualità tecniche e atletiche davvero rare ed è facile restare rapiti a vederli in azione. Capita certamente con Matteo Zurloni, campione del mondo nel 2023 e tra gli uomini che puntano a una medaglia tra il 6 e l'8 agosto ai Giochi olimpici di Parigi. Dove l'obiettivo del classe 2002 non sarà solamente un piazzamento sul podio, come raccontato in questa intervista a Eurosport.
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Nato a Segrate (Milano) e appartenente al gruppo delle Fiamme Oro (Polizia di Stato), Matteo è stato uno dei primi italiani a conquistare il pass olimpico, tra l'altro nominale, proprio conquistando la medaglia d'oro alla rassegna iridata di Berna dell'agosto 2023. "La qualifica in anticipo mi ha permesso di preparare con più calma questo percorso anche se al contempo sento di aver iniziato la preparazione quasi in ritardo, da gennaio. Prima sono stato un po’ preda di interviste e premiazioni e ho voluto godermi le vacanze post competizioni. Però non mi pento di tutto quello che è successo, sono contento di come sta andando". Visti i risultati, Zurloni avrà gli occhi puntati addosso a Parigi. "Sono sicuro che il resto del mondo penserà che siccome arrivo ai Giochi da campione del mondo la mia probabilità di vincere sia molto molto alta e quindi magari si creano grandi aspettative. Può sembrare strano, ma io vedo il Mondiale come quella gara singola. Dove sono riuscito a fare quello che dovevo nel giorno giusto, ma è pur sempre una gara singola. Ci sono state altre cinque competizioni prima, dove me l’ero giocata bene ma senza riuscire a ottenere podi. Sono conscissimo del potenziale di tutti gli altri atleti e sono conscio di non essere il più forte in generale. In realtà questo mi sprona perché so che sono migliorato rispetto al Mondiale e sono curioso di confrontarmi con il resto del mondo".
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Matteo Zurloni (credits foto: FASI)

Credit Foto From Official Website

Matteo si giocherà le sue carte per portare a casa una storica medaglia, ma sa bene che un palcoscenico enorme come quello dei Giochi olimpici è un'occasione unica anche per far conoscere a tutti la sua disciplina. "È uno dei miei obiettivi. Io sono proprio un fan della speed, sono diventato un atleta anche per questo motivo. Vorrei che il mondo conoscesse la bellezza e l’adrenalina di questo sport. A Parigi sarà anche la prima volta in cui il mondo vedrà i veri velocisti, essendo la speed una gara a sé stante. Vorrei essere uno di quelli che fa vedere a tutti quanto è estremo questo sport. Essendo anche allenatore mi piacerebbe dare una sorta di obiettivo ai giovani ragazzi. Mi capita di vederne alcuni che sono molto portati per la speed, gli piace ma non hanno i mezzi per allenarsi. Ottenere grandi risultati nella speed può anche spronare le federazioni a lavorare sulla preparazione dei tecnici e aumentare il numero di atleti praticanti".
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Matteo Zurloni (credits foto: FASI)

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L'arrampicata sportiva ha debuttato ai Giochi olimpici a Tokyo 2020 e a Parigi ci sarà una gara in più, visto che proprio la speed è stata scorporata dalle altre due specialità (lead e boulder) e costituirà un evento a parte. "L’obiettivo finale è separare tutti i tre format in modo che ognuno assegni delle medaglie nelle prossime edizioni - spiega Zurloni - e che ogni atleta possa dedicarsi a ciò che propriamente gli piace. Poi in futuro si potrebbe anche introdurre come quarta competizione la combinata o, come già fanno in Asia, la staffetta. Che è molto interessante, anche perchè puoi disputare gare miste. Sono contento che lentamente stiamo riuscendo ad avere ognuno i propri spazi. Avendo gli specialisti, il mondo può ammirare al meglio come sono le varie specialità al loro culmine".
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La speed è una specialità lampo, i migliori del mondo impiegano meno di cinque secondi per arrampicarsi su una parete alta 15 metri. In una competizione che dura così poco, è chiaro che il margine d'errore sia prossimo allo zero e l'allenamento maniacale. "A livello di preparazione c’è una buona parte di lavoro in palestra, ci focalizziamo su un buono sviluppo di forza, esplosività e rapidità del gesto. E poi c'è la parte fondamentale di lavoro in parete, dove ci dedichiamo tantissimo alla tecnica. Analizziamo ogni centimetro da sistemare. Ovviamente bisogna fare anche molto volume per abituare il corpo a questo gesto. Deve diventare quasi un automatismo. È sicuramente uno degli sport più veloci in assoluto e proprio perché in gara abbiamo a disposizione solo quelle otto salite ho iniziato anche un allenamento di visualizzazione così mentalmente è come se io avessi fatto più salite durante la gara. Mi sta aiutando a essere più pronto e tranquillo".
Oltre alla preparazione atletica, Matteo Zurloni impiega del tempo anche per studiare i suoi avversari. "Potrei considerarmi uno dei massimi esponenti di questo! In passato non avevo un vero e proprio allenatore quindi mi sono costruito un po' da solo sulla speed. Adesso ho un tecnico specializzato, però è rimasta dentro di me questa passione di analizzare qualsiasi atleta e cercare di trasportarlo su di me. Ad esempio, c’è un ragazzo americano che fa una partenza nettamente più veloce degli altri e sto cercando di capire come portarmi in quella situazione. Quindi sì, c'è tantissimo studio. Ho sempre sfruttato gli atleti più forti di me in passato per provare a superare il mio limite. La vedo come una sorta di scalata, una sfida tra me e loro per cercare di raggiungerli il prima possibile".
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Matteo Zurloni (credits foto: FASI)

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Il 12 aprile, lo statunitense Samuel Watson ha abbassato il record del mondo della speed, portandolo a uno stratosferico 4''79. Zurloni ha un personale di 4''95 (realizzato il 17 febbraio in Coppa Italia) e al primato del mondo pensa con una certa insistenza. "Per come sono fatto io cerco quasi più il record che un podio! Ovviamente questo vale per la Coppa del Mondo, alle Olimpiadi si punta più a una medaglia che al tempo. Però sapere di essere stato per un momento della storia il più veloce sulla Terra è qualcosa che proprio mi affascina. Di sicuro è uno dei miei obiettivi. Non sarà per nulla facile, sono sicuro che a breve si abbasserà ancora".
L'arrampicata sportiva si prenderà il proscenio olimpico per la seconda volta e in generale si tratta di una disciplina che sta vivendo una crescita di praticanti, sia a livello di professionismo che amatorialmente. "Ho vissuto tantissimo in prima persona questa evoluzione della arrampicata - racconta Matteo - in quanto quando ho iniziato a fare le gare da piccolino i numeri erano davvero minimi. Un po’ meno nella lead e nel boulder, ma soprattutto nella speed. In Coppa Italia femminile addirittura quasi non si riusciva a organizzare un tabellone dagli ottavi di finale. Adesso gli atleti sono più che raddoppiati, il livello si è alzato. In campo maschile, in Italia, ci stiamo avvicinando ai numeri che si vedono in Coppa del Mondo. Anche in palestra ho incontrato dei ragazzi che hanno visto le gare, sono andati a provare e ne sono rimasti affascinati. Secondo me quello che attira tanto dell'arrampicata è il fatto che sia molto varia, a meno che tu non faccia sempre lo stesso percorso. Hai uno stimolo sempre diverso in base alla salita che fai, in base al modo in cui sali. Questo fa tanto, non dà noia. Ovviamente questo non vale nella mia disciplina! Ma in generale, la variabilità fa tanto".
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Matteo Zurloni (credits foto: FASI)

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Per Matteo Zurloni, la prima presenza olimpica sarà anche l'occasione per incontrare alcuni degli atleti più popolari del mondo, in un contesto magico. "Ho già avuto il piacere di conoscere Tamberi, alla cerimonia del Collare d’oro. Mi piacerebbe incontrare Jacobs, anche lui è un velocista ed è la trasposizione della mia specialità in orizzontale. Vorrei parlarci un po’, capire quali sono le sue sensazioni prima di partire. A livello mondiale, sarei curioso di conoscere qualche gigante del basket, sperimentare un po’ di mentalità diverse da parte di altri sportivi. Sicuramente tra le gare che andrò a vedere ci sono tutte quelle dell’atletica".
Matteo ha ancora una carriera lunga davanti a sé, ma il suo viaggio nella arrampicata affonda le radici piuttosto indietro nel tempo. "Ho iniziato all’età di 5-6 anni. Ho una casa in Val di Fassa, a Campitello, e sin da piccolo ho sempre fatto numerose passeggiate e ferrate, La passione per la montagna nasce dai miei genitori e in precedenza da mio nonno. Ricordo che facevamo a gara a chi vedeva più puntini colorati sulle montagne, ovvero gli arrampicatori. All’inizio era un gioco, poi ho cominciato a chiedere perché fossero lì. Un giorno abbiamo incontrato un allenatore della palestra di Campitello che conosceva mia madre e le ha detto di portarmici provare. E così ho iniziato. Non mi ricordo la salita, ma ricordo bene la vista dalla vetta che sul momento mi faceva un po’ paura! Infatti era dovuto salire un altro istruttore per convincermi a lasciarmi andare. Non avevo questa fiducia nella corda". Le cose sono decisamente cambiate...

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