Olimpiadi Parigi 2024, Aziz Abbes Mouhiidine: "Sogno di emulare Muhammad Ali dentro e fuori dal ring"

Marco Castro

Aggiornato 10/04/2024 alle 14:19 GMT+2

OLIMPIADI PARIGI 2024 - Sesta puntata della serie di interviste ad alcuni degli atleti in gara quest'estate in Francia. Stavolta saliamo sul ring con Aziz Abbes Mouhiidine, pugile due volte argento mondiale nei pesi massimi. Fiero di guidare una Nazionale ambiziosa e concentrato su un solo obiettivo. "Ho la consapevolezza di essere il numero 1 al mondo nella mia categoria, voglio dimostrarlo".

Aziz Abbes Mouhiidine

Credit Foto Eurosport

Domenica 28 luglio 2024 i Giochi Olimpici di Parigi saranno già nel vivo delle competizioni e per quanto riguarda l'Italia, una delle gare da segnare con un circoletto rosso riguarda il pugilato. Quel giorno, infatti, comincia (anche) il torneo dei pesi massimi (-92 kg) e il nostro uomo si chiama Aziz Abbes Mouhiidine. Due volte vice-campione del mondo, il 25enne in forza alle Fiamme Oro (Polizia di Stato) non parte battuto contro nessuno e lui lo grida ad alta voce. "Io ho la consapevolezza di essere il numero 1 al mondo nella mia categoria e voglio dimostrarlo" racconta in questa intervista rilasciata a Eurosport.
Nato a Solofra (Avellino) da madre napoletana e padre marocchino, Aziz è stato uno dei primi italiani in assoluto a ottenere il pass olimpico per Parigi, centrando la finale ai Giochi europei 2023 (e vincendo poi la medaglia d'oro). "Mi sono tolto subito un bel peso, centrando il pass alla prima occasione utile. Sicuramente rimanere concentrato e lavorare sodo per un obiettivo lontano può essere complicato, però lo sto facendo con la consapevolezza di arrivare a Parigi in ottima forma. Qualificarmi in anticipo è servito molto anche per la programmazione, per arrivare lì al 100%".
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Aziz Abbes Mouhiidine ai Giochi Europei 2023

Credit Foto Getty Images

Oltre a essere un atleta di grande valore, Abbes è anche uno dei leader carismatici della Nazionale di pugilato e sui suoi social si trovano molti post di supporto ai compagni di squadra. "Con gli altri atleti condivido giornate, allenamenti, sacrifici, rinunce. Passiamo 300 giorni all’anno insieme. Sappiamo quanto vale il sogno olimpico per ogni atleta che sta lì a fare sacrifici lontano dalla famiglia. Io da leader, da capitano della squadra maschile, sono e sarò sempre vicino alla squadra. Soprattutto a coloro che non si sono qualificati alla prima chance. A Parigi ci sarà un clima non solo di squadra, ma di famiglia. È quello che siamo, durante gli allenamenti e le competizioni. Questo è il pugilato italiano".
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Dopo scherma, ciclismo e atletica, il pugilato è lo sport che ha portato più allori all'Italia in sede olimpica. Rappresentare il movimento, insomma, non è certo banale. "È un bel peso, ma è un peso che mi piace avere - spiega Aziz - Come squadra maschile, a Tokyo 2020 non ci siamo proprio qualificati e anche a Rio non avevamo portato risultati di rilievo, quindi è da Londra che non siamo ai vertici olimpici. Tornare in forze a Parigi, in primis come squadra nel suo complesso, ma anche a livello maschile è un bel risultato. Però cercheremo di non fermarci a questo e di puntare alle medaglie, soprattutto all’oro. Essere un leader è anche un sogno che si avvera. Da piccolo sognavo anche questo, diventare un simbolo del mio sport".
Gli incontri di pugilato a Parigi 2024 si disputeranno in due sedi. Le fasi preliminari avranno luogo all'Arena Paris Nord di Villepinte, mentre le sfide per le medaglie andranno in scena nella suggestiva cornice del Roland Garros. Strutture dalla capienza piuttosto ampia e dove il pubblico potrebbe essere un fattore anche per Abbes. "Io mi concentro sul mio incontro prima di salire sul ring e mentre sono sul ring, cerco di trovare la giusta concentrazione tra me e i mie allenatori dietro. Cerco di ascoltare solo quello. Però il tifo lo sento e cerco anche di caricarmi con il tifo che può esserci a favore del mio avversario. Trasformandolo in ulteriore carica per me. Mi aiuta tanto avere il tifo, chiedo sempre un grande supporto a tutti, avere il tifo che ti stimola a dare il massimo è stupendo".
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Aziz Abbes Mouhiidine

Credit Foto From Official Website

Il pugilato è anche uno sport molto tattico, è importante sapersi adattare all'avversario e saperlo studiare prima dell'incontro. Spiega Aziz: "Quando esce il sorteggio studiamo la tattica da utilizzare. Ci può essere l’atleta che viene avanti, il cosiddetto picchiatore come ad esempio Mike Tyson, contro cui devi essere molto lineare, veloce, non farti trovare di fronte. Oppure ci sono i longilinei che usano solo allunghi e cercano di anticipare, di colpire più lateralmente. Già nel riscaldamento prrima del match fai le figure in base al tuo avversario. Il maestro simula l’attacco che potrei trovarmi di fronte e io uso la tattica per contrastarlo al meglio. Vinto un match, si studia la nuova tattica per l’avversario successivo. I margini di miglioramento ci sono e ci saranno sempre. Io osservo i miei avversari, come si comportano, anche se spesso loro cambiano tattica contro di me. A volte cerco qualche video su Youtube per trovare qualche spunto, ad esempio dei potenziali errori per incalzarli su quell’elemento lì".
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Dei due argenti mondiali conquistati da Aziz Abbes Mouhiidine, il secondo è di certo il più beffardo. Molti ricorderanno il verdetto controverso della sfida con il russo Gamzatovich Gadzhimagomedov, un esito che il pugile italo-marocchino vuole sfruttare in maniera positiva. "Quei due argenti pesano ancora. Però tutto il mondo sa che Abbes è il più forte di tutti nella sua categoria, anche se l’ultimo mondiale è finito in quella maniera. Ho dentro di me una grande rabbia agonistica, che però non mi deve sopraffare quando combatto, devo essere sempre lucido. Io mi alleno sempre come se non fossi il numero 1, ma quando salgo sul ring so di esserlo".
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Aziz Abbes Mouhiidine ai Mondiali 2021

Credit Foto Getty Images

Abbes sogna in grande, ma da dove nasce il suo amore per il pugilato? "Ho messo il piede in palestra a 4 anni, iniziando a praticare il karate. Poi a 7 anni ho iniziato con la kick-boxing, sempre nella stessa palestra. E a 8 anni ho scoperto il pugilato grazie a mio padre, che mi fece guardare il film su Muhammad Ali interpretato da Will Smith. E io dissi: 'Mi piace il pugilato, io voglio diventare come lui. Sia sul ring che al di fuori'. È stato sempre il mio sogno. Così ho iniziato anche pugilato e a 17 anni ero in tutte e tre le nazionali. Poi ho scelto la "nobile arte" anche perchè piaceva a mio padre. E infine è arrivata la proposta dalla Polizia per entrare nel gruppo delle Fiamme Oro, un altro sogno che si realizzava".
A 25 anni e con il debutto olimpico dinanzi a sè, Aziz ha una vicenda sportiva ancora lunga da scrivere. Eppure qualche pensiero per la sua vita post agonistica c'è. "La fine della mia carriera ancora non la vedo, però ogni tanto ci penso. Vorrei dedicarmi al sociale e soprattutto alla ricerca per la lotta contro i tumori. Io ho perso un padre a causa di questa malattia e cercherò di combattere questa battaglia, soprattutto per quanto riguarda i tumori dei bambini. E poi, viste le mie origini, vorrei impegnarmi anche nell'ambito degli aiuti umanitari nei paesi africani".

TUTTE LE INTERVISTE VERSO I GIOCHI OLIMPICI DI PARIGI 2024

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