Marcell Jacobs: "Mi hanno tolto la voglia di correre, fatico a tenere accesa la scintilla. Il caso di spionaggio mi ha destabilizzato e travolto"

ATLETICA - "Mi hanno fatto perdere la scintilla". Marcell Jacobs non usa giri di parole per descrivere il suo stato d'animo, che perdura da mesi. Tra un rapporto interrotto con la FIDAL, il caso spionaggio che l'ha travolto e le costanti ma immotivate accuse di doping via social, il velocista azzurro non ha più il sacro fuoco dentro di sé. Jacobs ne ha parlato in un'intervista a La Stampa.

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"Sono successe troppe cose che mi hanno fatto perdere la scintilla. Fatico a tenerla accesa. Sto bene, ma mi manca il primo passo: non ho la voglia di andare in campo ad allenarmi, che poi è quella che si porta dietro tutto il resto". Marcell Jacobs non usa mezzi termini per descrivere quello che ha vissuto negli ultimi mesi, a cominciare dalle stupide accuse di doping e dal caso spionaggio, di cui è stato vittima. In un'intervista concessa a La Stampa, il biolimpionico di Tokyo 2020, nonché il bicampione europeo dei 100 metri (2022 e 2024) ha affrontato diversi temi, parlando del presente e del futuro come aspetti completamente collegati a quanto successo dopo i clamorosi successi dei Giochi Olimpici 2020. Ecco allora le dichiarazioni più salienti di Jacobs.

Rapporto interrotto con la FIDAL

"Già nel 2025 non ho avuto accordi con loro. Con la finale a Parigi ho dimostrato di esserci, non mi pareva di essere da buttare via, invece mi hanno presentato nuovi parametri. Li rispetto, poi scopro che per altri, a parità di condizioni, è andata diversamente: mi sento preso in giro. Rapporto interrotto? Lo hanno interrotto loro e se mi tolgono dagli atleti top vuol dire che non hanno interesse per me. Prendo atto".
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Il caso spionaggio e le sue conseguenze

"La situazione non è stata percepita nella sua gravità. Mi ha destabilizzato e travolto, pagare qualcuno per frugare negli affari miei è inconcepibile, definisce, a prescindere dalle questioni penali, che c’è un livello di invidia fuori controllo. Resto turbato, è stata violata la mia privacy e da una persona con cui ho condiviso la nazionale nel 2014. Se è credibile che il padre e il fratello non sapessero nulla? Non metto la mano sul fuoco per nessuno e non ho voglia di ipotizzare scenari. Non ho elementi, fare congetture mi stancherebbe e basta, non mi interessa. Filippo ha affrontato la situazione e glielo riconosco, mi ha chiamato quando è uscita la notizia e ci è voluto coraggio. Siamo andati avanti".

Le voci di presunto doping

"Ci sono migliaia di persone che vivono di storie trovate nei social. Qualcuno ha fatto passare l'idea che io fossi comparso alle Olimpiadi e sparito dopo aver vinto. Chi non segue l'atletica ha deciso che era la verità".
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