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Olimpiadi Atletica, Tortu: "Ricordo tutto della 4x100, e non la dimenticherò mai"

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Aggiornato 22/09/2021 alle 08:47 GMT+2

TOKYO 2020 - L'ultimo staffettista di Tokyo rilascia una lunga intervista al Corriere della Sera: "I miei pensieri a 40 km all’ora: avevo una lucidità assoluta".

Filippo Tortu a Tokyo

Credit Foto Getty Images

Filippo Tortu non potrà dimenticare mai l'impresa fatta a Tokyo 2020: la festa delle Fiamme Gialle è un buon momento per ricordare per filo e per segno come sono andate le cose in quella magnifica finale della 4x100 che ha regalato un oro indelebile all'Italia. Ecco le sue parole al Corriere della Sera.
Di noi sprinter raccontano che quando siamo lanciati a 40 all’ora è come se corressimo in un tunnel: non vediamo, non sentiamo, non pensiamo a nulla, solo ad andare veloce. Io però i 37"50 della finale della 4x100 a Tokyo li ho corsi fuori dal tunnel: ricordo tutto centesimo dopo centesimo, metro dopo metro. E non lo dimenticherò mai".
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Come è andata

"Sono qui, in ottava corsia. Lo starter sta per sparare e io in piedi, immobile, ho gli occhi puntati sulla linea di partenza. La staffetta è strana: passi da spettatore ad attore in pochi secondi. Sono molto più teso adesso che in un 100 o 200 perché se vado piano o sbaglio il cambio adesso rovino anni di lavoro ad altre tre persone. (...) L’"hop" di Faustino è perfetto come non l’ho mai sentito in vita mia. Scatto e mi vedo subito in vantaggio sull’inglese: dopo la gara, in tv, ho capito che ero in ritardo e l’ho rimontato ma mentre corro sono convinto di essere davanti a lui e a tutti (...) Non pensavo davvero di poter fare meno di 9"...
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L'arrivo e la gioia

"Quando ho tagliato il traguardo sembravo l’unico tra milioni di italiani a non aver capito che avevamo vinto. L’emozione ha travolto la lucidità. Eppure con la coda dell’occhio avevo visto che l’inglese era dietro: un centesimo di distacco uno sprinter lo valuta nitidamente. Lorenzo mi ha abbracciato, gli ho chiesto conferma ma lui piangeva e non rispondeva. Allora mi sono rivolto ai ragazzi in tribuna e per un attimo ho avuto il dubbio che stessero festeggiando l’argento. Poi per fortuna è apparso il risultato sullo schermo e io non ho capito più nulla"

Papà

"Noi che ci parliamo in ogni momento, per 30 secondi non siamo riusciti a dirci nulla. Poi lui si è messo a piangere: non l’avevo mai visto piangere e mi sono commosso. Ci hanno criticato, tanto e duramente. Ma sono critiche che mi lasciano indifferente. Sono mai venuti a vedere come ci alleniamo? Quanto discutiamo? Con che attenzione ascoltiamo i consigli di Filippo Di Mulo, il tecnico della Nazionale, e degli altri allenatori? Chi critica a prescindere non merita la mia attenzione e francamente non mi dà nemmeno fastidio".
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